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In Europa si vive più a lungo e più in salute ma non ovunque. E su fumo, alcol e popolazione in sovrappeso la strada è ancora lunga


14 SET - Il nuovo documento OMS European Health Report (Relazione sullo stato di salute in Europa) indica un aumento dell’aspettativa di vita e una riduzione della mortalità prematura – ma segnala che il fumo, l’alcol, il sovrappeso e l’obesità, oltre al calo della copertura vaccinale stanno rallentando il progresso dello stato di salute in certi Paesi in Europa.
 
La pubblicazione odierna della Relazione sullo stato di salute in Europa (European Health Report) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) segnala che l’aspettativa di vita in tutta la regione europea OMS continua a crescere; e che alcuni Paesi europei registrano i livelli più elevati nel mondo di “soddisfazione in termini di qualità della vita”. Eppure sussistono significative discrepanze tra Paesi, riscontrabili a mezzo di diversi indicatori chiave. Emerge quindi che l’incapacità di limitare o sovvertire sostanzialmente gli effetti nocivi derivati dal consumo di tabacco e alcol, dal sovrappeso e dall’obesità oltre che dal calo delle coperture vaccinali e’ causa di preoccupazione.
 
“La nuova edizione del European Health Report ci illustra come la maggior parte dei Paesi europei abbia messo in atto importanti misure per raggiungere gli obiettivi delineati nel quadro “Salute 2020”, dunque contribuendo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile inerenti alla Salute dell’Agenda 2030” ha dichiarato la Dott.ssa Zsuzsanna Jakab, Direttore Generale dell’OMS Europa. “I progressi registrati non sono omogenei però, sia tra i Paesi che all’intreno di essi, tra uomini e donne, e parimenti tra generazioni. I fattori di rischio innescati da scorretti stili di vita preoccupano e possono, in assenza di controllo, rallentare o addirittura compromettere gli ottimi avanzamenti conseguiti nell’aspettativa di vita”.
 
European Health Report: risultati principali:
-Rispetto a cinque anni fa, nella regione europea OMS in media la popolazione vive più di un anno più a lungo. Tuttavia, c’e’ ancora piu’ di una decade di differenza di aspettativa di vita tra Paesi con i livelli più alti e quelli con i livelli più bassi (11.5 anni).
-La percezione di benessere della popolazione della Regione è tra le più elevate di tutto il mondo; ma marcate sono le disparità tra singoli stati.
-E’ incoraggiante la riduzione della mortalita’ per tutte le cause (per tutte le fasce di età) con una diminuzione pari a circa il 25% nell’arco di quindici anni.
-Complessivamente, l’Europa sta superando il calo annuale del 1.5% delle morti premature dovute ai quattro principali tipi di malattie non trasmissibili – malattie cardiovascolati, cancro, diabete mellito e malattie respiratorie croniche - posto come traguardo fino al 2020. Gli ultimi dati confermano in media una diminuzione annua del 2%.
 
Eppure gli stili di vita poco sani che influiscono sulla mortalità per queste cause restano fonte di preoccupazione: se non controllati potrebbero infatti rallentare se non addirittura compromettere il progresso nell’aspettativa di vita:
-Le percentuali di fumatori sono tra le più alte al mondo, con una persona su tre di età superiore ai quindici anni che fuma.
-Mentre il consumo di alcol è complessivamente in calo, rimane il più alto del mondo in età adulta. I livelli di consumo variano tra Paesi, da 1 a 15 litri a testa all’anno.
-Oltre metà della popolazione è in sovrappeso e la tendenza sia per il sovrappeso che per l’obesità negli adulti e’ in aumento in quasi tutta l’Europa, con notevoli divari tra Paesi.
-Le coperture vaccinali dell’età pediatrica stanno migliorano in generale in tutta l’Europa, ma recenti focolai di morbillo e rosolia in alcuni stati stanno mettendo a rischio l’eliminazione di queste malattie infettive dalla Regione.
-Il numero di morti determinate da fattori esterni come l’infortunio o l’avvelenamento è diminuito di circa il 40% nel corso degli ultimi cinque anni; ma va segnalato che tali morti sono tre volte più frequenti per gli uomini che per le donne.
 
Fissare obiettivi nazionali e misurare gli sviluppi
La pubblicazione European Health Report viene presentata ogni tre anni. Il suo scopo è quello di monitorare gli avanzamenti rispetto agli obiettivi indicati nel quadro legislativo OMS “Salute 2020” che si prefigge di garantire in Europa sistemi sanitari equi, sostenibili e universali che permettano ai singoli di acquisire competenza in merito alle scelte che più influenzano la loro salute e la loro vita.
L’edizione 2018 della pubblicazione indica che molto è stato fatto dal 2012, anno dell’adozione di “Salute 2020”. La maggior parte dei Paesi europei sta dimostrando un impegno tangibile per il miglioramento della salute della popolazione tramite l’utilizzo di obiettivi precisi, di strategie e della misurazione dei risultati.
Nel 2016, l’88% dei Paesi europei coinvolti in un’indagine dell’OMS risultò utilizzare (o essere intenzionato ad utilizzare) obiettivi misurabili in ambito di salute e benessere e 42 dei 53 Paesi confermarono di aver pianificato azioni volte alla riduzione delle disuguaglianze, rispetto ai 29 del  2010.
Indubbiamente molto va ancora fatto, eppure questo tipo di volontà e l’esperienza già acquisita attraverso l’implementazione di Salute 2020 colloca gli stati membri della regione europea dell’OMS in una posizione più solida all’ingresso della prossima decade per meglio portare avanti i traguardi definiti dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
 
Pionieri nella ricerca, pionieri nel metodo di raccolta dati
Il titolo della pubblicazione 2018 del European Health Report : “Oltre ai numeri – evidenze per tutti” attesta il progressivo allontanamento dai meri dati statistici, verso l’uso di altri tipi di evidenze più soggettive, come per esempio l’indice di percezione che i singoli esprimono rispetto alla siddisfazione per la loro vita. I Paesi europei stanno pionieristicamente avviando questa nuova, olistica, significativa modalità di registrare l’impatto delle politiche sulla salute e il benessere dei cittadini.

“Come OMS stiamo collaborando con i diversi stati europei, utilizzando metodi all’avanguardia per raccogliere evidenza qualitativa per integrare i numeri. Ciò permette di creare un insieme di dati, coniugando le informazioni di salute, la ricerca e le conoscenze per comprendere i bisogni e i vissuti degli europei e per rafforzare i procedimenti decisionali per la sanità pubblica”, ha spiegato la Dott.ssa Claudia Stein, Direttore della Divisione per i Dati, l’Evidenza scientifica, la Ricerca e l’Innovazione dell’Ufficio regionale OMS Europa.

Questo atteggiamento innovativo applicato all’evidenza scientifica è al centro del primo piano d’azione per la regione OMS Europa che mira a radicare le politiche nell’uso dell’evidenza, dei dati e della ricerca. Questo piano d’azione verrà sviluppato attraverso la European Health Information Initiative (EHII), l’Iniziativa europea sui dati sanitari: un partenariato di più enti e attori, soprattutto provenienti dai Paesi, del tutto pionieristico a livello globale per l’OMS.

14 settembre 2018
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