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Fnomceo: “Non è più tempo di misure tampone, ora investire sui giovani e nel sistema”


24 GEN -

“L’emendamento al Milleproroghe che, ancora una volta, vuole mantenere in servizio sino a 72 anni i dirigenti medici e sanitari non può essere una soluzione alla carenza di personale. La soluzione vera è quella di rendere attrattivo il sistema, investendo sui giovani e sui professionisti per migliorare le loro condizioni di lavoro e valorizzare il loro ruolo”.

Così il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, commenta l’emendamento al decreto-legge Milleproroghe all’esame del Parlamento per la conversione in legge.

“Già due anni fa eravamo intervenuti sulla questione – continua – ponendo precise condizioni: la temporaneità, la volontarietà e, soprattutto, l’impegno a migliorare le condizioni di lavoro dei medici, in ospedale e sul territorio. Impegno che, pur apprezzando gli sforzi del Governo, non si è purtroppo concretizzato, sinora, in misure realmente risolutive”.

“Quella di far lavorare i medici oltre i settant’anni non può diventare la normalità” spiega ancora Anelli, che già nel 2018 aveva, con la campagna di comunicazione sui “medici centenari”, profetizzato la situazione. “Il paradosso dei colleghi dal volto pieno di rughe che, in camice bianco, ci guardavano dai manifesti nelle nostre strade e piazze, voleva sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sul rischio che, da lì a poco, non ci sarebbero più stati medici a curarci. Ora la finzione è diventata, drammaticamente, realtà e non possiamo girarci dall’altra parte”.

“Quella di aumentare l’età pensionabile per i medici del Servizio sanitario nazionale – conclude – non è la soluzione alla carenza di medici, anche perché riguarda una sparuta minoranza di colleghi e rischia oltretutto di bloccare gli avanzamenti di carriera dei più giovani, ponendo le condizioni per ulteriori abbandoni del Servizio sanitario nazionale. Metterla in atto senza investire nel sistema, senza riformarlo, sarebbe una politica miope, inefficace e ingiusta, perché non possiamo chiedere a chi ha già dato tanto ulteriori sacrifici, senza preparare ai giovani un futuro migliore. Occorre una riforma strutturale del sistema, che investa sui medici e sui professionisti, che ne costituiscono la linfa vitale e il tessuto connettivo”.



24 gennaio 2025
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