Cassi (Cimo): “Soddisfatti solo parzialmente sul piano assunzioni. Sciopero prosegue”
15 DIC - “L’emendamento del Governo non è sufficiente a far revocare lo sciopero. Le motivazioni della mobilitazione della professione medica non hanno ancora trovato risposte. Apprezziamo che il Governo abbia mantenuto le promesse presentando l’emendamento che consente di assumere medici per garantire la continuità assistenziale nel rispetto della normativa europea su riposi e orari di lavoro, ma permangono molte perplessità su tempi e modalità di attuazione. E poi no assoluto agli audit a disposizione della magistratura”. Questo il commento a caldo del presidente della Cimo,
Riccardo Cassi al nuovo emendamento del Governo per le assunzioni in sanità.
Il primo problema per Cassi sono le risorse. “Nell’emendamento non si identificano fondi certi, ma derivanti da risparmi tutti da verificare e si affidano alle Regioni una serie di atti assolutamente necessari, anche se già previsti da norme e mai attuati. E’ inutile mettere date se alla scadenza prevista non scattano sanzioni per gli amministratori inadempienti e non si prevedono norme che consentano interventi sostitutivi da parte del Governo. Inoltre sembra siano consentiti contratti cocopro che il job act ha cancellato per il privato e che rappresentano un danno per i medici. Noi abbiamo chiesto e continueremo a chiedere con forza contratti a tempo determinato”.
Per quanto riguarda la parte relativa al rischio clinico la Cimo contesta “duramente la scelta di non secretare gli atti degli audit, come avviene in tutti gli altri paesi, limitandosi a prevedere che qualora si ipotizzi un reato si debba avvertire il medico. Questo è sicuramente un passo avanti, ma di fatto indurrà molti colleghi ad interrompere la collaborazione alla ricerca dell’errore per evitare di autoaccusarsi. Così facendo si vanifica il significato stesso della prevenzione del rischio che potrebbe evitare ulteriori eventi avversi. Ci auguriamo che ci sia le volontà di recepire le nostre osservazioni, condivise da molti. Un giudizio definitivo quindi non potremo che darlo sul testo approvato”.
15 dicembre 2015
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