Mazzucco (Aim): "Tradite le aspettative di una necessaria valorizzazione delle Risorse Umane del settore sanitario"
15 DIC - "Cancellate con un colpo di spugna le premesse per una credibile valorizzazione delle Risorse Umane del settore sanitario". E’ questo il commento laconico sull’ultima versione degli emendamenti alla Legge di Stabilità, che la Camera si accinge ad approvare in tema di Risorse Umane in sanità, dell’Associazione Italiana Medici (Aim).
Nei giorni scorsi, l’Associazione Italiana Medici (Aim) e l’Associazione Italiana Giovani Medici (Sgim) hanno lanciato sul web una petizione a sostegno di un appello, rivolto al Presidente della Repubblica, al Governo ed al Parlamento, finalizzato a richiedere in sede di conversione del Disegno di Legge di Stabilità 2016 il reperimento di risorse, ovvero la rimozione dei vincoli di spesa alle Regioni, per lo sblocco dei concorsi in sanità, a fronte della proposta di stipula di un patto con i professionisti del sistema salute vincolato ad un progetto di vera riorganizzazione del Ssn, a cominciare dalla valorizzazione dei professionisti.
Dopo l’annuncio iniziale del reperimento in Stabilità dei fondi necessari a colmare le lacune del Servizio sanitario nazionale attraverso assunzioni straordinarie tempestive, la riformulazione dell’emendamento annunciato da Governo e maggioranza appare avere più degli effetti cosmetici, ovverossia di procrastinare la risoluzione delle attuali criticità. Infatti, si fa riferimento alla possibilità di indire procedure concorsuali straordinarie entro il 31 dicembre 2016, che potrebbero essere concluse entro il 31 dicembre 2017, la qualcosa peraltro potrebbe offrire l’alibi ad alcune Regioni di non avviare concorsi già in cantiere; per di più, viene annunciata la possibilità di ricorso a “forme di lavoro flessibile”, a partire dal 1° gennaio 2016, anche queste soggette a possibili proroghe sino al 31 ottobre 2016, alimentando precariato su precariato. L’annunciato timing propedeutico alla pubblicazione di eventuali bandi di concorso appare poi quanto mai sospetto, se si pensa al fatto che, a partire dalla primavera prossima, si celebreranno alcune importanti scadenze elettorali amministrative.
E se ciò non bastasse, le continue proroghe rischiano di mettere a repentaglio nel tempo tutte le graduatorie dei concorsi a tempo indeterminato già espletati, in atto in regime di prorogatio sino al 31 Dicembre 2016, per effetto della Legge n.125/2013. Resta, inoltre, privo di effetti e svuotato di significato il DPCM Salvaprecari, emanato nei mesi scorsi, che sta disattendendo le promesse di risolvere, seppur in parte, la ormai drammatica situazione dei precari della sanità.
Infine, salvo interventi straordinari da parte delle Regioni, rimarrebbero parimenti irrisolte le criticità connesse al rispetto delle disposizioni dell’Unione Europea in materia di articolazione dell’orario di lavoro, a maggior ragione laddove non si avrà il coraggio di provvedere ad una più efficiente allocazione delle risorse umane.
"In questo contesto, oltre il danno la beffa: sembra infatti che alcune Aziende Sanitarie, al fine di evitare l’interruzione di pubblico servizio a fronte del blocco del tourn over e delle permanenti carenze di organico, continuino a reclutare professionisti in quiescenza attraverso il ricorso a forme di rapporto convenzionale nell’ambito della specialistica ambulatoriale, evenienza peraltro vietata dalla normativa vigente, oltre che attraverso rapporti di lavoro libero professionale ad ore. Tutto questo sempre a discapito delle nuove generazioni e dei precari in attesa di stabilizzazione - spiega il presidente Aim, Walter Mazzucco - . E ad completare il quadro a dir poco sconfortante, giunge la notizia circa un probabile passo indietro imposto dal Governo, anche qui dopo un tira e molla, sulla riformulazione del lodevole emendamento presentato da un gruppo di Parlamentari del PD, primo firmatario l’On. Filippo Crimì, ispirato dall’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) e finalizzato ad introdurre un sistema unificato, con graduatoria nazionale unica ovvero con due graduatorie nazionali parallele, per l’accesso alle scuole di specializzazione ed ai corsi di formazione specifica di medicina generale. L’emendamento in questione avrebbe avuto il merito, in un sol colpo, di semplificare ulteriormente il sistema di selezione per l’accesso alla formazione medica post lauream, sulla scorta del modello spagnolo e francese, uniformando gli standard organizzativi sul territorio nazionale ed abbattendo ogni forma di contenzioso sia per l’ingresso alle scuole di specializzazione che per l’accesso ai corsi di formazione specifica di medicina generale, prevedendo al contempo, con un ritardo quasi ventennale, un miglioramento sensibile della condizione dei corsisti di medicina generale, attraverso la ridefinizione a favore di questi ultimi della priorità per l’assegnazione delle sostituzioni di continuità assistenziale. Anche su questo fronte, purtroppo, sarebbe prevalsa la logica del procrastinare in avanti nel tempo ogni intervento; un posticipo che implicherebbe, realisticamente, uno slittamento di almeno due edizioni concorsuali di eventuali modifiche migliorative".
Unico aspetto degno di nota, e di questo ne diamo atto a Governo e Parlamento, dovrebbe essere rappresentato dalla conferma del rimpinguamento del capitolo di spesa della formazione specialistica, che permetterà di elevare a 6500 unità la dotazione di contratti di formazione specialistica. "Se dovesse essere confermate queste premesse di non governo della sanità italiana, con amarezza e delusione profonda, non resterebbe che prendere atto del prevalere della logica del compromesso a ribasso ed invitare tutti i medici ed i professionisti della sanità a fare le valigie ed a emigrare all’estero per operare in un contesto organizzativo che li metta nelle condizioni di “lavorare meglio” e di avere, quindi, i giusti riconoscimenti".
15 dicembre 2015
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