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I dati della spesa sanitaria 2016, voce per voce e nelle Regioni


27 GIU - Personale
I dati contabili mostrano che nel 2016 si è potuto confermare il trend di discesa, anche se in percentuali basse ( -0,6%, ma, trattandosi di una "rigidità" di bilancio, il valore contenuto, commenta la Corte, non può sorprendere), già registrato lo scorso anno. Nel 2016, la spesa per il personale è stata di 34,387 miliardi, con una percentuale (29,4% della spesa totale) inferiore alla precedente (29,8% nel 2015 a fronte del 30,0%, del 2014 e del 31,3% del 2013), pur confermandosi che l'aggregato di spesa è il secondo per incidenza dei costi sostenuti dal Ssn (dopo quello relativo ai beni e servizi) e che grava, sulla spesa pro capite per 566 euro, a fronte di una spesa, sempre pro-capite, per beni e servizi, di 654 euro e della farmaceutica convenzionata di 109 euro.
 
La distribuzione territoriale della spesa mette luce che i maggiori costi sono concentrati, nell' ordine, in Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Piemonte, Veneto, Lazio, Campania e Toscana anche se il valore registrato va riportato, in termini relativi, alla popolazione residente e a quella che, da altre Regioni, accede ai servizi sanitari. Così, se per la Lombardia si registra una spesa di  4.996.527 euro per circa 10,1 milioni di cittadini residenti, per la P.A. di Bolzano si registra una spesa di 585.278 euro per 500.000 residenti. Ne consegue che l'incidenza è, nel primo caso, pari a  0,494 €/abit., nel secondo è pari a 1,17 €/abit. Analizzando il dato globale, si apprezza che nel 2016, pur a fronte di noti provvedimenti di contenimento relativamente a incrementi di organico effettivo, si sono avute, sicuramente, diminuzioni dei costi, accompagnate, però da localizzati aumenti, anche di significativa misura (Bolzano +1,3%).
 
Beni e altri servizi
Se il costo totale per le risorse umane è leggermente diminuito (-0,6%), quello dei beni e servizi continua nel suo percorso in controtendenza, soprattutto per quanto riguarda gli acquisti dei beni che ha fatto registrare un importo di 18.103,743 milioni, a fronte di una spesa per servizi erogati da enti a gestione diretta pari a 58.926,696 milioni. In leggero aumento anche il costo dell'aggregato "beni e altri servizi", che evidenzia (finora) un dato di consuntivo di 38,748 miliardi (38,385 miliardi nel 2015), con un aumento, in valori assoluti, di circa 0,363 miliardi e rappresenta la voce di maggior peso sul comparto (seguita da quella del personale), con un'incidenza percentuale del 33,9% (33,3% nel 2015). All'aggregato contribuiscono circa una decina di componenti: acquisizione di beni propriamente detti; servizi sanitari e non; servizi non sanitari appaltati; manutenzioni e riparazioni; godimento di beni di terzi; oneri diversi di gestione ed imposte e tasse; accantonamenti tipici, interessi passivi e oneri finanziari; sono invece escluse le compartecipazioni per intramoenia.
 
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale della spesa, il maggior volume di costi è in Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Campania, Sicilia, Veneto e Piemonte. Rispetto al 2015 alcune regioni hanno presentato sostanziali aumenti, come la Campania (+17,4%), la Calabria (+15,2%) la Sicilia (+12,0%), la Lombardia (+13,0%), la Liguria (+11,2%) e la Valle d'Aosta (+10,9%); altri in termini più contenuti, ma sempre significativi. Nella maggior parte delle regioni, agli aumenti dei costi per acquisti si è avuta una contrazione in altre voci di spesa, segno evidente che alla maggiore domanda di assistenza cui dare riscontro si è avuta una diminuzione di altri servizi, soprattutto non sanitari. Spicca il Piemonte (-0,8%), ove si è registrata una diminuzione sostanzialmente generalizzata.
 
Farmaceutica convenzionata
Nel 2016 si registra l'andamento di riduzione dei costi per la farmaceutica convenzionata, già evidenziato negli anni precedenti che ha fatto registrare 8.089 miliardi, con un leggero risparmio, rispetto al 2015 dello 0,1 %. In questo, è proseguito l'effetto delle manovre di contenimento che nel 2015 aveva assorbito 8.233 e nel 2014 invece 8,390 miliardi, dato di per sé significativo perché mostrava una tendenza costante alla contrazione e che, in termini di incidenza sul comparto conferma, anche se in modo lieve, un'ulteriore diminuzione che passa dal 7,1% al6,9%.
 
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale della spesa, i maggiori costi si sono evidenziati in Lombardia, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia; i minori, in valore assoluto, in Valle d'Aosta, nella Provincia autonoma di Bolzano e in Molise. Rispetto al 2015, molte regioni hanno proseguito nell'opera di diminuzione della spesa, a eccezione della Lombardia (+3,2%) e della P.A. di Bolzano (+0,1 %) che hanno fatto registrare un aumento, in valore assoluto, mentre le diminuzioni più evidenti si sono registrate in V alle d'Aosta (-8, 7% ), Puglia e Sicilia (-8,2%), Liguria (-7,9%), Trento (-7,3%). Nelle altre si registrano decrementi inferiori, tra lo 0,5% ed il 3%. I risultati dell'ultimo quinquennio dimostrano come la spesa farmaceutica rappresenti un elemento essenziale nell'opera di contenimento: se da un lato la diminuzione sembra potersi attribuire all'acquisto di medicinali nell'assistenza convenzionata, dall'altro si è assistito a un incremento degli acquisti dei farmaci da parte delle strutture pubbliche (sia come somministrazione diretta che come distribuzione). Contribuiscono all’incremento, il costo dei farmaci innovativi e la non risolta questione dei payback farmaceutici.
 
Assistenza ospedaliera accreditata
Si conferma, in rapporto col biennio precedente, sostanzialmente stabile la spesa per l'assistenza ospedaliera accreditata (7,5% nella composizione del comparto), con un valore assoluto di 8, 778 miliardi, appena superiore a quello dell'anno precedente (8,757 miliardi).
 
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale della spesa dell'aggregato, i maggiori costi si sono concentrati, come negli anni scorsi, in Lombardia, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia (che, considerate insieme, raggiungono il 66% del totale). I minori costi (in valori assoluti per evidenti ragioni demografiche) sono, invece, in Valle d'Aosta e Basilicata anche se, in termini percentuali, la Valle d'Aosta ha fatto registrare un aumento dell'11,1%. Le altre regioni che hanno fatto registrare i maggiori aumenti sono state la Liguria (+7, l%, che conferma la tendenza all'aumento, lo scorso anno è stato +6,0 %), l'Abruzzo(+4,7%, che conferma il precedente dato del 4,12%) e la provincia di Trento (+3,2%). Quasi tutte le altre regioni hanno fatto registrare valori con modesti aumenti, tra lo 0,7% (Piemonte) e il 2,4%, (Veneto) ma sostanzialmente invariati rispetto all'anno precedente, così da lasciar ritenere che si tratti di una voce di spesa che può ritenersi tendenzialmente sotto controllo.
 
Medicina generale e convenzionata
Questa voce di spesa si è sostanzialmente attestata sugli stessi valori, assoluti e percentuali, del 2015 (6.626,71 milioni rispetto a  6,615 milioni del 2015, pari ad un'incidenza del 5,7% delle complessive voci di spesa), la stessa dell'ultimo triennio. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale della spesa, i costi sono stati registrati come stabili o addirittura, per la maggior parte, in regresso. Il Molise (-1,2%) e la Sardegna (-1,0%) hanno fatto registrare la diminuzione più significativa mentre lievemente in aumento. sono risultate la Campania (0,7%), il Veneto (+0,6%). Sostanzialmente invariata la spesa nelle altre regioni.
 
Altra assistenza convenzionata e accreditata
Compongono la voce le altre prestazioni assistenziali a carico del Ssn, diverse da quelle assistenziali correntemente intese e, per la maggior parte, le cure termali e quelle destinate alle categorie sociali più deboli (anziani, disabili, tossicodipendenti, alcolisti, psicolabili ecc.). Il costo totale per il 2016 è di 7,729 miliardi (7.681 nel 2015 e 7,349 nel 2014), che evidenzia un'incidenza in costante crescita non solo in valori assoluti ma anche in termini percentuali, passando dal 6,3% del 2014, al 6,6% del 2015, per attestarsi al 6,8% nel 2016 (quinta voce nell'aggregato di spesa). Questo  da un lato per la circostanza positiva del prolungamento della vita media e, dall'altro, nell'impoverimento sensibile della stessa popolazione, con un aumento complessivo della domanda assistenziale da parte delle classi sociali più deboli.
 
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale della spesa l’andamento vede le regioni contrapporsi in maniera radicale. Anomalo il dato del Friuli V.G. dove, dopo un andamento sempre in crescita aritmetica (+3,1% nel 2014 e +2,5% nel2015) nel 2016 ha avuto un picco anomalo del 118,9%, passando, in valori assoluti da 56,860 milioni a 133,768 milioni. In incremento, ma con valori che possono definirsi contenuti in un range di normalità, a parte le Marche (+14,5%), sono i valori riferibili alla Campania (+10,3%), alla Puglia (+10%), alla Sardegna (+8,3%), alla P .A di Bolzano (+5,4%), all'Abruzzo (+3,9%). In posizione antagonista, ovvero con riduzioni di spesa, la Valle d'Aosta (-11,5%), il Lazio (-2,3%), il Molise (-1,6%), la P.A di Trento (-1,4%). È chiaro che una visione parziale non consente di apprezzare il dato comparato che fa risaltare come, verosimilmente, nelle regioni sia andato mutando il tipo di prestazione assistenziale fornita sostituendosi a quella "usale" della medicina convenzionata o del ricovero ospedaliero, altre forme di assistenza più facilmente fruibili dalle classi sociali più deboli.
 
Specialistica convenzionata e accreditata
In ripresa, rispetto al risultato 2015 (aveva fatto registrare un valore in diminuzione dello 0,4% rispetto al 2014), anche questa voce di spesa che nel 2016 è di 4,604 miliardi, rispetto a  4,553 miliardi del 2015 (mentre nel 2014 era stata di 4,572 miliardi, con incidenza percentuale, però, sostanzialmente stabile, pari al 3,9% del comparto. La spesa concerne le prestazioni per assistenza specialistica convenzionata di vario tipo (SUMAI, ospedali classificati, istituti di cura e ricovero a carattere scientifico privati e altri operatori privati accreditati).
 
Per quanto riguarda la ripartizione territoriale, i maggiori costi si sono registrati in Lombardia, seguita dalla Campania, dalla Sicilia, dal Lazio che, unite fra loro, rappresentano il 60% dell'intera spesa nazionale per il settore. Sotto il profilo percentuale, infatti, la differenziazione fra aree territoriali si presenta particolarmente accentuata: si va dagli incrementi meno sostenuti rispetto al 2015 della P .A. di Bolzano (+10,9%), Emilia Romagna (+5,6%) e Umbria (+3,5%) alle diminuzioni della Valle d'Aosta (-14,8), del Molise (-13,8%), del Friuli V. G. (- 6,8%), dell'Abruzzo (-6,6%) del Piemonte (-6,0%).
 
Riabilitativa accreditata
In controtendenza, rispetto all'andamento dell'ultimo biennio quando aveva fatto registrare un valore percentuale di -3,9% rispetto al 2014 e di -2,5% rispetto al 2013, nel 2016 rispetto al2015 si è avuto un aumento percentuale di +2,2%. Nel 2016 la spesa complessiva è stata di 1,775 miliardi, a fronte di una spesa di 1,758 miliardi nel 2014. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, i maggiori costi si sono concentrati in Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Puglia. Rispetto all'anno precedente, aumentano la percentuale di spesa la P .A. di Trento (+4,3%), il Molise (+5,4%), la Sicilia (+4,5%). Tutte le altre regioni hanno fatto registrare diminuzioni: tra esse, quelle più significative sono in Friuli V.G. (-79,7%), in Lombardia (-13,7%), e Puglia (-5,0%).
 
Integrativa e protesica convenzionate e accreditata
L'andamento di questa voce presenta una conferma di crescita nella spesa del 2016, rispetto all'anno precedente (e ancora di più rispetto al 2014, quando aveva fatto registrare una contrazione dello 0,6%). Il valore è di 1,894 miliardi, che rappresenta, nell'aggregato, un'incidenza di 1,6%, con un aumento di 0,9% rispetto all'anno precedente. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, l'importo maggiore è nel Molise (+ 14,9%), seguito da Friuli V.G. (+6,2%), Marche (+5,7%) ed Emilia Romagna (+3,5%) mentre con segno contrario si allocano P.A. Bolzano (-2,7%), P .A. Trento(- 10,0%), Friuli V.G. (-6,2%), Valle d'Aosta (-5,9%).
 
Atre funzioni di spesa
Per completezza la Corte dei conti dà conto, anche se con valori assoluti e percentuali che non assumono un'incidenza estremamente significativa nel contesto globale, delle spese riferite agli ammortamenti (2,383 miliardi a fronte di 2,452 miliardi del 2015), il finanziamento degli altri enti del Ssn con quote vincolate a carico dello Stato (0,653 miliardi, in linea rispetto al 2015, la c.d. mobilità verso l'ospedale "Bambino Gesù")  (€ 0,192 miliardi, importo diminuito rispetto al 2015 del 6,8%) e quella verso il Sovrano militare ordine di Malta per  0,037 miliardi, in linea, anche qui, col valore dell'armo precedente. Da ultimo, quello per svalutazioni e rivalutazioni (0,059 miliardi).
 
Dall'esame complessivo dei dati contabili emerge, quindi, un sostanziale equilibrio nel rapporto spesa/Investimento e in quello costi/ricavi, con un miglioramento (1,6%) del rapporto spesa Ssn/Pil, sul quale incide nella misura del 6,9%, anche se deve precisarsi che per "spesa Ssn" deve intendersi la somma dei costi delle sole funzioni assistenziali con il saldo della gestione straordinaria e quello relativo all’intramoenia.

27 giugno 2017
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