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Farmaci. Sifo: “Distribuzione diretta vitale per sostenibilità economica Ssn”. Sinafo: “Da diretta risultati positivi”


Auditi ieri in Commissione Affari sociali l’Associazione Farmacisti e Dirigenti Sanitari del S.S.N. e la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera che hanno evidenziato il valore e l’importanza della distribuzione diretta dei farmaci. Cavaliere (Sifo): “I costi della DD sono notevolmente ridotti rispetto alla DPC”. Di Turi (Sinafo): “Se professionisti dipendenti dalla pubblica amministrazione insistono sull’utilità della DD e ne sottolineano la qualità a garanzia dei pazienti più fragili pur facendosi carico di una mole di lavoro decisamente impegnativa è perché ci credono fermamente”

09 MAR - Nuovo giro di audizioni ieri in commissione Affari sociali all'interno dell'”Indagine conoscitiva in materia di «distribuzione diretta» dei farmaci per il tramite delle strutture sanitarie pubbliche e di «distribuzione per conto» per il tramite delle farmacie convenzionate. Ecco cos'hanno detto i rappresentanti di Sifo e Sinafo.


“La continuità assistenziale H-T, il monitoraggio, l’appropriatezza di uso, aderenza e facilità di accesso è maggiormente garantita attraverso l’erogazione di farmaci in DD in particolare per i farmaci soggetti a prescrizione limitativa specialistica (RNRL o RRL) Registro AIFA - con accesso ricorrente del paziente alla struttura". I criteri di selezione di questi farmaci", ha detto il presidente SIFO, “sono quelli della diagnostica differenziale, della criticità terapeutica, del controllo periodico del paziente presso la struttura specialistica, che determina le condizioni per una maggiore appropriatezza diagnostico-assistenziale, una verifica della compliance del paziente e uno strumento di monitoraggio del profilo di beneficio/rischio e di sorveglianza epidemiologica dei nuovi farmaci”. Ha affermato il presidente SIFO, Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie-SIFO, Arturo Cavaliere.

“I costi della DD – ha proseguito Cavaliere - sono notevolmente ridotti rispetto alla DPC. Le pubblicazioni scientifiche in cui sono stati analizzati sia i costi diretti sia quelli indiretti stimano un costo medio che è 2 volte minore rispetto alla DPC: tale leva economica generata dalla DD risulta vitale per la sostenibilità del sistema e per garantire l’innovazione terapeutica”.

In particolare, ha proseguito il presidente SIFO, “all’interno della Missione 6 – Reti di prossimità, strutture di telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale - è stata prevista l'attivazione di n. 1.288 Case della Comunità, con centrali operative per le cure domiciliari e la telemedicina. Ebbene: SIFO ha specificamente definito un modello pilota di home delivery che si inserisce perfettamente in questa nuova visione, un modello già pronto a partire con la partecipazione di tre regioni italiane”. Il modello innovativo di home delivery è “gestito dalla Struttura del Centro Prescrittore/Servizio Farmaceutico Ospedaliero (Centro HUB) a cui potrebbero integrarsi altri punti Spoke distributivi sul territorio (Farmacia dei Servizi) e prevede la consegna al domicilio del paziente o direttamente presso le Case di Comunità o Ospedali di Comunità di farmaci erogati in DD (ad altro contenuto tecnologico che non necessitano di un follow-up stringente presso la struttura specialistica). Questo modello, gestito con una rete informatizzata e di logistica specializzata dal Farmacista SSN, si integra in modo coerente con il Nuovo Piano Territoriale del PNRR”.

In conclusione Cavaliere ha auspicato che le scelte politiche in sanità privilegino e garantiscano “l’universalità della assistenza in sanità, prefigurando modelli innovativi per la Sanità Pubblica, consolidando la DD attraverso nuovi punti distributivi di accesso qualificati per i cittadini nelle Case della Salute e negli Ospedali di Comunità previsti dal PNRR o attivando, quando necessario nuovi canale distributivi, garantendo ai cittadini la completa presa in carico tra Ospedale e Territorio, l’accessibilità reale e facilitata alle cure, mantenendo comunque un controllo specialistico della terapia”. Auspicio che si accompagna anche alla preoccupazione espressa dal presidente SIFO di fronte al tentativo che "lo stato emergenziale possa rendere istituzionali percorsi straordinari in Sanità (proroga dei PT AIFA, possibilità di attivare la DPC per Farmaci sotto Monitoraggio AIFA...), lontani dal binario scientifico della qualità dei processi a tutela della Salute Pubblica”.
 
Va considerato, a tal proposito, che spesso l’assistito si sente più a suo agio in ambito ospedaliero e sanitario pubblico, riconoscendo agli operatori sanitari specialisti prescelti un grado di competenza superiore” ha detto Roberta di Turi, Segretario generale FASSID – SINAFO che ha rimarcato inoltre come “le Aziende sanitarie mettono in atto, laddove possibile, strumenti e strutture per favorire l’accesso dei pazienti, arrivando per i più fragili all’erogazione a domicilio, anche in collaborazione con le Aziende farmaceutiche, come ad esempio progetti già operativi per la sclerosi multipla e per malattie rare”.
“Peraltro – ha detto - nulla vieta all’azienda sanitaria di stipulare in tutta autonomia o in accordo con la Regione, per le postazioni orograficamente più svantaggiate e prive di accessi pubblici, convenzioni con le stesse farmacie private per alcune classi di farmaci. Sotto il profilo sanitario e della compliance regna nell’immaginario comune un’idea sbagliata sui pazienti fragili, cronici e non solo, afferenti ai servizi pubblici”.  
 
“Attualmente – ha proseguito - il cittadino viene continuamente monitorato dal clinico e dai farmacisti coinvolti all’interno delle equipe multidisciplinari, spesso con il coinvolgimento dei MMG e dei PLS.  Non c’è miglior modo di favorire la compliance del paziente e l’aderenza alla terapia che quello di essere seguito costantemente dalle stesse strutture eroganti il farmaco. E tutto questo è ad oggi garantito dalla distribuzione diretta del farmaco per il tramite delle strutture pubbliche, favorendo l’alleanza terapeutica tra sanitari e paziente”.
“E’ di tutta evidenza – ha rimarcato - che non potrà essere scontato l’intervento del farmacista privato sull’aderenza alle terapie in un contesto sufficientemente complesso (ad esempio il rapporto con i medici di medicina generale, con gli specialisti, le note problematiche sociali degli anziani, fattori socioeconomici, comunicazione inefficace, ecc.). In sostanza si sottolinea che non c’è miglior modo di favorire la compliance del paziente e l’aderenza alla terapia che quello di seguire costantemente il paziente per il tramite delle stesse strutture eroganti il farmaco. E tutto questo è ad oggi garantito dalla distribuzione diretta del farmaco dalle strutture pubbliche”.
 
“La cessione di linee di attività da pubblico a privato ovvero dal soggetto che per definizione non può trarne profitto a quello che ne trarrebbe (eccome) dovrebbe indurre ad un’adeguata riflessione i decisori finali. Ciò che è certo è che, se professionisti dipendenti dalla pubblica amministrazione insistono sull’utilità della DD e ne sottolineano la qualità a garanzia dei pazienti più fragili pur facendosi carico di una mole di lavoro decisamente impegnativa è perché ci credono fermamente avendo constatato e valutato i risultati positivi che hanno compensato i loro sforzi. La soddisfazione consiste soprattutto nell’avere contribuito negli ultimi venti anni a fare in modo che la Distribuzione diretta abbia potuto garantire e stia garantendo l’accesso ai farmaci innovativi e alla sostenibilità del sistema”, ha concluso.

09 marzo 2022
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