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Interrogazioni/3. Per il futuro si dovrà prevedere “mantenimento e maggiore qualificazione delle Rsa”


In quest’ottica si ritiene importante "individuare nuovi requisiti minimi uniformi a livello nazionale che qualifichino le Rsa in termini di sicurezza, tutela sanitaria, vivibilità, digitalizzazione; rafforzare l’integrazione delle Rsa nella rete dei servizi territoriali del Ssn; individuare un percorso volto a definire uno strumento unitario di valutazione multidimensionale dell’anziano; rafforzare il sistema di monitoraggio dell’assistenza erogata nelle Rsa". Così il sottosegretario Costa rispondendo all'interrogazione di Paolin (Lega).

24 MAR - "I trend demografici e socio-economici in atto lasciano infatti prevedere un progressivo aumento della domanda di servizi per persone anziane non autosufficienti; in tale contesto, pur programmando una più diffusa offerta di servizi di assistenza domiciliare e di residenzialità assistita si dovrà prevedere il mantenimento e la maggiore qualificazione delle residenze sanitarie assistite. In Italia la popolazione ultrasessantacinquenne ammonta a quali 14 milioni, con un elevato indice di aspettativa di vita, che rappresenta una conquista importante; peraltro l’invecchiamento comporta anche un aumento dei malati cronici e delle fragilità con conseguente impatto sulla spesa sanitaria e sulle politiche economiche e sociali. L’impatto sarà tanto più contenuto quanto più all’invecchiamento si accompagnerà un incremento del numero di anni vissuti in buona salute".
 
Così il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, rispondendo in Commissione Affari Sociali all'interrogazione sul tema presentata da Giuseppe Paolin (Lega).
 
Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Costa.
 
 "I provvedimenti per fronteggiare la pandemia da COVID-19 hanno determinato un rafforzamento del Servizio sanitario nazionale, nelle sue diverse articolazioni ospedaliera e territoriale. In particolare il c.d. “Decreto Rilancio” (D.L. 34/2021), all’ art. 1 prevede il rafforzamento dell'offerta sanitaria e sociosanitaria territoriale, con un investimento specifico per i soggetti più fragili, sia per rafforzare la presenza di operatori sanitari sia per potenziare l’assistenza domiciliare, diminuendo il ricorso a forme di assistenza e cura istituzionalizzate (lunghe degenze e ricoveri in RSA).

Inoltre nella Missione 6 “Salute” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) viene stabilito un investimento importante per lo sviluppo dell’assistenza territoriale. In quest’ambito è prevista la presa in carico delle persone fragili e non autosufficienti attraverso vari livelli di complessità assistenziale, con un importante potenziamento dell’assistenza domiciliare, uno sviluppo di strutture intermedie (quali gli ospedali di comunità) e di presidi di prossimità (quali le case della comunità).

Inoltre, per gli aspetti della residenzialità, nel PNRR sono previsti due ordini prioritari di intervento. Il primo è inserito nell’ambito della Missione 5 afferente al sistema socio-assistenziale ed è volto a potenziare e diversificare le forme di residenzialità per le persone anziane. Il secondo riguarda la realizzazione di una riforma che introduca “un sistema organico di assistenza agli anziani non autosufficienti”. 
Nella prospettiva di ottimizzare il livello di integrazione tra i vari livelli di presa in carico degli assistiti va inquadrato l'Ospedale di Comunità, che contribuisce ad una maggiore appropriatezza delle cure determinando una riduzione di accessi impropri ai servizi sanitari.
La Missione 6 del PNRR in materia di cure intermedie propone un importante investimento in ambito sanitario destinando 1 miliardo di euro alla realizzazione di circa 400 Ospedali di Comunità.

All’Ospedale di Comunità, che ha un numero di posti letto di norma tra 15 e 20, possono accedere pazienti con patologia acuta minore che non necessitano di ricovero in ospedale o con patologie croniche riacutizzate che devono completare il processo di stabilizzazione clinica, con una valutazione prognostica di risoluzione a breve termine, provenienti dal domicilio o da altre strutture residenziali, dal Pronto soccorso, o dimessi da presidi ospedalieri per acuti. 
Rispetto alla tematica specifica delle RSA preciso che in seno alla cabina di regia del Patto per la Salute 2019-2021 è stato costituito un gruppo di lavoro coordinato dal Ministero della salute al quale partecipano le Regioni e i rappresentati dei Ministeri coinvolti.
Lo sviluppo di una rete integrata di servizi territoriali non può tralasciare, infatti, il tema della definizione di nuovi standard di qualità e sicurezza per le RSA e del loro organico inquadramento nella filiera dei servizi.

I trend demografici e socio-economici in atto lasciano infatti prevedere un progressivo aumento della domanda di servizi per persone anziane non autosufficienti; in tale contesto, pur programmando una più diffusa offerta di servizi di assistenza domiciliare e di residenzialità assistita si dovrà prevedere il mantenimento e la maggiore qualificazione delle residenze sanitarie assistite.
Come rappresentato dagli interroganti in Italia la popolazione ultrasessantacinquenne ammonta a quali 14 milioni, con un elevato indice di aspettativa di vita, che rappresenta una conquista importante; peraltro l’invecchiamento comporta anche un aumento dei malati cronici e delle fragilità con conseguente impatto sulla spesa sanitaria e sulle politiche economiche e sociali. L’impatto sarà tanto più contenuto quanto più all’invecchiamento si accompagnerà un incremento del numero di anni vissuti in buona salute. 
In quest’ottica si ritiene importante valutare le seguenti principali linee di azione:
 
- individuare nuovi requisiti minimi uniformi a livello nazionale che qualifichino le RSA in termini di sicurezza, tutela sanitaria, vivibilità, digitalizzazione;
 
- rafforzare l’integrazione delle RSA nella rete dei servizi territoriali afferenti al Servizio sanitario nazionale, coordinandosi anche con il sistema dei servizi sociali dei Comuni, attraverso un sistema di “filiera” all’interno del quale l’anziano possa essa essere seguito sulla base di un progetto di assistenza che individui ed attivi, anche in successione, il miglior livello e le modalità di servizio;
 
- individuare un percorso volto a definire uno strumento unitario di valutazione multidimensionale dell’anziano, scientificamente validato e capace di costruire e monitorare nel tempo il piano individuale di assistenza, misurare la complessità ed il carico assistenziale, alimentare flussi informativi coerenti a livello regionale e nazionale su cui rilevare un set di indicatori;
- rafforzare il sistema di monitoraggio dell’assistenza erogata nelle RSA e nell’intera filiera dei servizi che potrà condurre ad un successivo percorso di accreditamento della filiera stessa.
 
Tali linee di azione, sulle quali sarà effettuata una valutazione di impatto economico, hanno, tra l’altro, l’obiettivo di orientare nel modo più efficace ed efficiente l’utilizzo delle risorse disponibili, alla luce dei profili organizzativi e finanziari connessi al loro sviluppo e tenendo conto dell’opportunità costituita dall’avvio del PNRR in particolare sul fronte della digitalizzazione, della telemedicina e della formazione". 

24 marzo 2022
© Riproduzione riservata

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