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Question time/4. Piano pandemico, Speranza: “Al Ministero della salute nascerà una direzione per la preparedness”


Questo "porterà alla nascita di una direzione presso il Ministero della salute legata alla preparednesscon assunzione di professionisti, tecnici, personalità e chiaramente con link con il mondo scientifico, ci porterà a risolvere in maniera strutturata questo problema che io ritengo assolutamente centrale". Così il ministro della Salute rispondendo a De Falco (Misto).

21 APR -

"Il piano pandemico era, come noto, non aggiornato. Con il decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, crea finalmente le condizioni perché in futuro il nostro Paese possa essere più pronto in maniera strutturale e organica. Con questo decreto, che sarà ora in discussione presso i due rami del Parlamento, trasferiamo funzioni e compiti della struttura commissariale, che è stata il fulcro della gestione dell'emergenza, al Ministero della salute, dove nascerà una direzione per la preparedness che darà al Paese quello che ahimè mancava allora, cioè un gruppo organizzato avente come primo obiettivo fondamentale la gestione di un'eventuale emergenza sanitaria".

Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo in aula al Senato al question time presentato da Gregorio De Falco (Misto).

Di seguito la risposta integrale del ministro Speranza.

"Signor Presidente, ringrazio il senatore De Falco per essere tornato su un tema di cui abbiamo discusso in moltissime occasioni. Ho avuto modo di chiarire personalmente in moltissime occasioni tutti i temi di questa vicenda. È chiaro che tre minuti non sono sicuramente sufficienti.

Quello che voglio ribadire è che il piano cui lei fa riferimento, di cui evidentemente le Istituzioni erano al corrente, era, come noto, non aggiornato. Si erano succeduti ben sette Governi che non avevano aggiornato il piano. Il Governo di cui allora facevo parte - il Governo Conte 2 - lavorò poi per aggiornare il piano, che oggi è stato chiaramente aggiornato. Ciò è avvenuto il 25 gennaio 2021 con l'approvazione in sede di Conferenza Stato-Regioni, dopo un lungo lavoro di elaborazione, per cui ringrazio i nostri tecnici, e anche di coordinamento con le Regioni.

Alcune parti del piano vigente sono state sicuramente utilizzate (penso alla stessa programmazione dello stato di emergenza che era prevista dal piano precedente). C'è però un fatto importante su cui vorrei che si concentrasse la nostra attenzione e che costituisce la vera novità. Il decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, crea finalmente le condizioni perché in futuro il nostro Paese possa essere più pronto in maniera strutturale e organica. Con questo decreto, che sarà ora in discussione presso i due rami del Parlamento, trasferiamo funzioni e compiti della struttura commissariale, che è stata il fulcro della gestione dell'emergenza, al Ministero della salute, dove nascerà una direzione per la preparedness che darà al Paese quello che ahimè mancava allora, cioè un gruppo organizzato avente come primo obiettivo fondamentale la gestione di un'eventuale emergenza sanitaria.

Cosa ci dice la storia? L'Italia aveva una tradizione importante di gestione dell'emergenza (la stessa Protezione civile è un pezzo del Paese di cui andiamo orgogliosi), ma costruita sostanzialmente su emergenze di natura diversa, legate a terremoti o alluvioni. Ciò che mancava era invece una expertisepermanente e strutturata di esperienza legata alla gestione dell'emergenza sanitaria.

Bene, la scelta che abbiamo fatto con l'ultimo decreto-legge che porterà alla nascita di una direzione presso il Ministero della salute legata alla preparednesscon assunzione di professionisti, tecnici, personalità e chiaramente con link con il mondo scientifico, ci porterà a risolvere in maniera strutturata questo problema che io ritengo assolutamente centrale.

Sul piano le ho già detto: quello che non è stato fatto da sette Governi è stato poi fatto da questo Governo. Desidero ringraziare le persone che ci hanno lavorato, le quali in pochi mesi hanno realizzato esattamente il piano che mancava e che non era aggiornato, il quale serve ad affrontare situazioni come questa e situazioni future che ci auguriamo non si verifichino, ma che restano possibili".

In sede di replica Gregorio De Falco (Misto) si è detto "assolutamente insoddisfatto" della risposta. "Qui si trattava non soltanto di un adempimento burocratico (e quindi della dichiarazione di emergenza), ma anche di mettere in sicurezza gli italiani nella fase inter-pandemica, o comunque almeno tra il 31 gennaio e il 20 febbraio, data del primo decreto (il numero 6). Nessun approvvigionamento fu fatto, così come nessun censimento e nessuna implementazione delle procedure. Come può allora lei, signor Ministro, dire che è stato attuato il piano? Che il Ministero lo conosceva quando il suo vice ministro, Sileri, in una trasmissione televisiva disse che non ne aveva notizia? E allora la sua risposta è profondamente deludente, e non solo sotto il profilo parlamentare-politico, ma anche sotto il profilo umano, signor Ministro, e lo sottolineo".

"Lei non può venir fuori adesso dicendo che abbiamo il piano; sapete cosa abbiamo? Un piano che, perché possa essere attuato, richiede esso stesso altri due anni. Non abbiamo alcunché. Non abbiamo assolutamente niente. Signor Ministro, quello che sta dicendo è gravissimo perché la situazione in cui ci trovavamo nel 2020 ci preoccupa per come adesso potremmo eventualmente - ma in realtà non siamo in grado - affrontare eventuali nuove ondate pandemiche, con quella stessa indolenza. Al punto stampa non c'era soltanto il tecnico Borrelli, ma c'era anche Locatelli, il comitato tecnico-scientifico. Questa sua nuova direzione generale che si chiama preparedness è la stessa che si chiamava prevenzione; c'era, aveva un nome italiano, non andava bene? Signor Ministro, al di là delle chiacchiere non avete fatto niente. Chiedo allora e ribadisco che farò una richiesta di una Commissione di inchiesta su ciò che è successo nella gestione del Covid".



21 aprile 2022
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