Spot pro-denunce. Palagiano (comm. Errori sanitari): “No a speculazioni sulla salute”
Reagire in caso di malasanità è un diritto del cittadino, ma per il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul Ssn bisogna “porre un freno a chi dispensa false illusioni di facili vittorie”. La proposta è “un’Authority che faccia da filtro”.
24 AGO - “Che il paziente debba sapere come e fin dove agire se ritiene di aver subito un torto, è sacrosanto. Meno lo è lo spirito speculativo che sembra nascondersi dietro alcuni annunci pubblicitari di associazioni di avvocati che si premurano di mettere in guardia il cittadino rispetto ai propri diritti, ma che sembrano pensati appositamente per creare scalpore. Riflettere su questo non vuol dire disincentivare la denuncia, ma invitare a porre un freno a chi dispensa false illusioni di facili vittorie”. Così il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari, Antonio Palagiano, commenta le campagne pubblicitarie –
televisive, cartacee e via web - lanciate da studi legali che invitano a far causa, spesso anche "a zero spese", al fine di ottenere risarcimenti per errori medici subiti.
“Non può durare a lungo questo clima da Guerra fredda che, con l’aiuto di studi legali in cerca di clienti, sta minando il delicato rapporto tra chi dispensa e chi riceve cure. Il problema – prosegue Palagiano- nasce più dalla fame di lavoro degli studi legali che non dalla scarsa preparazione dei medici italiani”.
Per il presidente della commissione, piuttosto, “sarebbe auspicabile la creazione di un’Authority composta da luminari di acclarata fama, che in rapporto ad episodi gravi possa esprimere una propria valutazione come parere preliminare, non vincolante per il successivo giudizio, ma certamente d’indirizzo per la magistratura. Un ente che agisca come filtro preliminare, cui spetterebbe di vagliare tutte le richieste d’indennizzo, fornendo un parere autorevole, anche se non vincolante, prima di investire un tribunale”. In questo modo, secondo Palagiano, si costituirebbe “un deterrente ad iniziare rivalse destinate a concludersi con insuccesso e facilitare accordi tra le parti in causa”.
24 agosto 2012
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