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Interrogazioni/4. Costa su ossigenoterapia: “Ministero al lavoro per rivedere la normativa”


Durante l'emergenza Covid nel 2020 ci fu una carenza non tanto di ossigeno quanto di bombole. Oggi questa situazione è stata superata. Inoltre il termine "presìdi portatili", utilizzato dalla norma, può determinare dubbi interpretativi, nel senso che potrebbe far intendere che rientrano nell'ambito di applicazione anche i cosiddetti "concentratori di ossigeno". Da qui la necessità di un aggiornamento. Così il sottosegretario alla Salute rispondendo a Carnevali (PD).

23 GIU -

La criticità alla base del decreto legge n. 18/2020 riguardava la carenza di ossigeno durante la prima fase della pandemia. Questa "non era tanto connessa alla carenza di punti di distribuzione e ricarica, quanto alla carenza di bombole, in quanto, nonostante l'industria lavorasse a pieno regime, la domanda era nettamente superiore alla capacità produttiva". Oggi però "la situazione emergenziale che aveva indotto all'emanazione della norma in parola risulta superata".

A ciò si aggiunge che il termine "presìdi portatili", utilizzato dalla norma, può determinare dubbi interpretativi, nel senso che potrebbe far intendere che rientrano nell'ambito di applicazione anche i cosiddetti "concentratori di ossigeno", che sono sì presidi portatili (a zainetto o a tracolla), ma non necessitano di ricarica. Da qui la necessità di un aggiornamento della normativa.

Ad annunciarlo il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, rispondendo in Commissione Affari Sociali alla Camera all'interrogazione sul tema di Elena Carnevali (PD).

Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Costa.

"In via preliminare, ricordo che l'articolo 5-ter del decreto-legge n. 18 del 2020, che prevede l'adozione del decreto di cui al presente question time reca una disposizione, dettata da motivazioni e necessità collegate alla prima fase della pandemia da SARS-CoV-2, finalizzata a sopperire alla carenza di ossigeno, prevedendo la possibilità della fornitura dello stesso nonché la ricarica dei presidi portatili, anche presso strutture sanitarie individuate dalle regioni ovvero, in via sperimentale, dalle farmacie dei servizi.

Ciò premesso, è necessario segnalare che la criticità che sta alla base dell'adozione della norma, ovvero la carenza di ossigeno, già durante la prima fase della pandemia non era tanto connessa alla carenza di punti di distribuzione e ricarica, quanto alla carenza di bombole, in quanto, nonostante l'industria lavorasse a pieno regime, la domanda era nettamente superiore alla capacità produttiva.

Quanto sopra è confermato dal comunicato che AIFA ha diramato il 16 novembre 2020, segnatamente l'AIFA ha messo in evidenza, da una parte che «non vi è alcun rischio di carenza del farmaco» (vale a dire l'ossigeno) e, dall'altra, la fondamentale importanza «che i recipienti per l'ossigeno vengano restituiti alla farmacia appena svuotati, per rendere le bombole immediatamente disponibili al riempimento e al successivo utilizzo».

Pertanto, allora come oggi, è già possibile recarsi presso le strutture del Servizio Sanitario nazionale o presso le farmacie per ricevere una nuova bombola (portatile) di ossigeno o la ricarica di quella già in uso. A ciò si aggiunga che la situazione emergenziale che aveva indotto all'emanazione della norma in parola risulta superata.

È, inoltre, opportuno segnalare come il termine «presìdi portatili», utilizzata dalla norma, può determinare dubbi interpretativi, nel senso che potrebbe far intendere che rientrano nell'ambito di applicazione anche i cosiddetti «concentratori di ossigeno», che sono sì presidi portatili (a zainetto o a tracolla), ma non necessitano di ricarica posto che, a differenza delle bombole, che devono essere ricaricate di ossigeno, i concentratori hanno un'autonomia virtualmente illimitata in quanto producono ossigeno a partire dall'aria circostante e funzionano elettricamente.
Sulla base delle valutazioni sopra rese, comunico che gli uffici competenti stanno effettuando ulteriori approfondimenti tecnici necessari a superare i dubbi interpretativi sopra sintetizzati, in modo che si possa adottare il decreto in coerenza con il quadro normativo di riferimento".

Elena Carnevali (PD), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta, e ringrazia il sottosegretario per aver efficacemente ricordato lo stato dell'iter di emanazione del decreto attuativo del decreto-legge n. 18 del 2020, in materia di ossigenoterapia. Ricordando come, negli anni della pandemia, la disponibilità delle aziende del settore e delle farmacie abbia consentito di far fronte a una vera e proprio emergenza in tale ambito, segnala come siano ormai passati due anni dal termine previsto per l'emanazione del citato decreto attuativo, che avrebbe dovuto garantire ai pazienti la possibilità di ricaricare in ambiente non domestico i presìdi portatili necessari all'ossigenoterapia. Ricordando che si tratta di terapie salvavita, e che il negare ai pazienti di poterne usufruire anche al di fuori delle mura domestiche significa nella sostanza costringerli a una significativa lesione del loro stile di vita, si appella all'esperienza del sottosegretario per poter giungere ad una rapida conclusione dell'iter di approvazione del citato decreto attuativo.



23 giugno 2022
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