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Decreto Balduzzi. Si attende firma Napolitano. E poi via al confronto in Parlamento 


Si prospetta un confronto parlamentare serrato dal quale il decreto potrebbe uscire profondamente modificato. Punti critici su fondi per cure primarie, intramoenia e nomine. Ma Balduzzi si dice aperto agli emendamenti.

07 SET - Il decreto Balduzzi attende la sua ultima tappa. La firma del Capo dello Stato che precederà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ma ancora non è stato reso noto il testo definitivo del decreto, sul quale si attendono diverse limature rispetto a quello entrato nel Consiglio dei Ministri di mercoledì scorso.
Tuttavia le parti “hard” del testo, quelle sulle cure primarie e l’intramoenia, dovrebbero restare così come sono.

In ogni caso il percorso parlamentare non si prospetta facile. Tra toni di guerra e note più mansuete, il coro politico è però unanime nel dire che “servono modifiche e integrazioni”. Al momento, infatti, gli unici a plaudire senza riserve al decreto sono i medici della Fimmg, i pediatri e il Sumai che restano gli alfieri del provvedimento dal quale sperano derivi una nuova e più robusta stagione negoziale per le loro convenzioni.
In questo quadro non va poi dimenticato il convitato di pietra regionale che, pur non sedendo tra i banchi delle Camere, ha già fatto sentire la propria voce prima e dopo l’approvazione del decreto.
Alle regioni il provvedimento non è andato giù. Nel merito e nel metodo e pesa il fatto che si stia affrontando una riforma del genere prima di aver sciolto il nodo del Patto per la Salute e della sostenibilità del Ssn alla luce dei tagli del decreto Tremonti, che ormai sono prossimi allo scatto, e di quelli della spending review.
 
Ma la mancanza di risorse è anche il tallone d’Achille del decreto Balduzzi, come, su tutti, ha ricordato il leader del Pd Bersani che, plaudendo alle intenzioni, ha chiesto conto sul come fare la riforma dell’assistenza territoriale senza un euro di stanziamento.
Poi c’è maretta sui criteri di nomina dei primari, dai quali è stato di fatto esautorato il direttore generale e poi bruciano le norme sulla mobilità “coatta” e quelle sull’intramoenia.
Da capire poi che fine faranno le norme sulle farmacie (che sembrerebbero essere state stralciate) e quelle sulla responsabilità professionale giudicate inefficaci se non anticostituzionali (vedi intervento di ieri del magistrato Antonio Lepre).
Insomma, per il ministro il più è senz’altro fatto, ma è certo che il cammino parlamentare non sarà indolore, anche se l’impressione è quella di un Balduzzi ampiamente disponibile al confronto e alle modifiche pur di portare a casa la sua riforma. 
 

07 settembre 2012
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