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LGBT+. La ministra Bonetti presenta in Cdm la nuova Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni

di E.M.

Sono sei in particolare le priorità in agenda: Lavoro e Welfare, Sicurezza, Salute, Educazione-Formazione-Sport, Cultura-Comunicazione-Media, Data base-Monitoraggio-Valutazione. Le azioni, saranno finanziate sia con fondi ordinari (Dpo-Unar, altre amministrazioni centrali) sia con fondi europei (in particolare Pon Inclusione). IL DOCUMENTO

07 OTT -

Prevenire e contrastare lo stigma e la discriminazione nell’accesso e nell’utilizzo dei servizi sanitari da parte delle persone LGBT+ attraverso la formazione: sia del personale sanitario, a partire dal percorso universitario e con specifica attenzione al personale di Pronto Soccorso, per un’adeguata accoglienza e una presa in carico appropriata della persona; sia dei medici di medicina generale/medici specialistici in tema di benessere e problematiche della salute delle persone LGB. E ancora, promuovere la tutela della salute psico-fisica con il monitoraggio, il potenziamento delle Case della Salute e delle persone LGBT+ , la creazione di una rete e l’accesso facilitato ai servizi di sostegno psicologico e psichiatrico con personale adeguatamente formato nelle strutture pubbliche.

Sono queste solo alcune delle azioni, in tema di salute, da mettere in campo per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, contenute nuova Strategia nazionale LGBT+ 2022-2025 presentata in Consiglio dei Ministri dalla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, il 5 ottobre scorso.

Oltre alla Salute, le priorità in agenda sono: Lavoro e Welfare, Sicurezza, Educazione-Formazione-Sport, Cultura-Comunicazione-Media, Data base-Monitoraggio-Valutazione. Le azioni, saranno finanziate sia con fondi ordinari (Dpo-Unar, altre amministrazioni centrali) sia con fondi europei (in particolare Pon Inclusione).

Le strategie illustrate, in linea con la prima Strategia europea per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ 2020-2025, sono state elaborate attraverso un processo di condivisione e dialogo con le associazioni del Tavolo di consultazione permanente per la promozione dei diritti e la tutela delle persone LGBT+, con le istituzioni a livello centrale, regionale e locale interessate a vario titolo e con tutti gli stakeholders, secondo un modello di governance multilivello.

Il processo ha visto coinvolti la Cabina di Regia politica, presieduta dalla Ministra per le pari opportunità e la famiglia, e il Tavolo tecnico coordinato dall’Unar con i rappresentanti delle istituzioni.

I dati italiani. La lotta contro ogni forma di intolleranza e discriminazione nei confronti delle persone LGBT+, si legge nel documento, rappresenta una priorità dell’azione internazionale dell’Italia in materia di tutela e promozione dei diritti umani. Da numerose indagini internazionali condotte sia dalle istituzioni sia dalla società civile, si legge nel documento, emerge che la discriminazione nei confronti delle persone LGBT+ richiede che siano messe in campo politiche efficaci per garantire la parità di trattamento e il rispetto dei diritti umani.

Dall’indagine speciale Eurobarometro 2019 “Discriminazione nella UE” l’Italia si colloca sotto la media europea per quanto riguarda ad esempio la percentuale di persone che ritengono che le persone gay e lesbiche debbano avere gli stessi diritti delle persone eterosessuali, pari al 68% a fronte di una media UE del 76%; il 59% considera che non vi sia nulla di male nella relazione affettiva fra due persone dello stesso sesso contro il 72% della media europea; il 43% concorda sul fatto che le persone transgender dovrebbero poter modificare i propri documenti civili in modo che corrispondano alla propria identità di genere e solo il 37% è d’accordo con l’indicazione di un “terzo genere” sui documenti pubblici a fronte della media UE del 46%.

Nel Rainbow Report - Rapporto annuale sullo stato dei diritti in 49 Paesi del continente europeo e dell’Asia centrale, elaborato da Ilga Europe, una delle maggiori associazioni internazionali che curano e monitorano i diritti delle persone LGBT+ in Europa, l’Italia è risultata al 35° posto, confermando con un indice pari al 23% (di fatto stabile) nessun miglioramento per quanto riguarda l’avanzamento dei diritti delle persone LGBT+.

Per quanto riguarda in particolare la salute, oltre quelli già indicati, tra gli obiettivi e le azioni da mettere in atto figurano: l’implementazione degli strumenti informativi per l’accesso alla salute delle persone transgender, e la necessità di favorire una maggiore informazione e consapevolezza in merito alle persone intersex. Obiettivo che può essere realizzato attraverso la formazione del personale sanitario sul tema dell’intersessualità, ed anche,con la predisposizione di linee guida ad hoc, con il coinvolgimento delle associazioni di settore,

C’è poi il tema della Prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse (IST) che potrà essere realizzata con varie azioni, come ad esempio la creazione di una rete di coordinamento delle strutture deputate alla prevenzione e screening IST, la realizzazione di una Campagna nazionale di prevenzione e informazione per incentivare i test per le IST con l'indicazione delle strutture dove effettuarli, l'incentivo all’utilizzo dell’autotest per l’Hiv.

Altro obiettivo è quello della promozione di iniziative di innovazione sociale per prevenire e contrastare il disagio giovanile, e il rischio di esclusione sociale, in particolare, delle persone LGBT+ di età compresa tra i 14 e i 35 anni vittime di reati o di condotte omolesbotransfobiche. Su questo fronte le indicazioni sono quelle di istituire di sportelli territoriali di assistenza/orientamento facilmente accessibili, con funzioni di ascolto e supporto psicologico, anche in partenariato con enti pubblici territoriali e soggetti del privato sociale.

Infine c’è la promozione della tutela dei minori LGBT+ attraverso un Tavolo di lavoro con il Ministero della Salute e gli ordini di riferimento (pediatri, endocrinologi, psicologi, psichiatri) per la tutela psico- fisica del minore LGBT+, con particolare attenzione agli effetti negativi dei trattamenti di conversione (dette terapie riparative) e la predisposizione di linee guida specifiche per i minori.


E.M.

 



07 ottobre 2022
© Riproduzione riservata

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