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Decreto Balduzzi. Palazzo Chigi precisa: "Nessun aggiustamento postumo" 


La settimana di tempo tra l'approvazione del Consiglio dei ministri e il passaggio al Quirinale hanno alimentato diversi retroscena su pressioni delle lobby e conseguenti modifiche del testo nella parte riguardante giochi e bibite gassate. Ma il Governo smentisce tutto. Ecco la nota. 

14 SET - In riferimento all’articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica il 12 settembre “Sale giochi, bibite e spot tv così il decreto salute è stato svuotato dalle lobby” in cui si sostiene che “dopo l’approvazione del governo” il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 5 settembre sia stato modificato “accreditando l’ipotesi di un lavorio di aggressione alle norme da parte delle lobby”, Palazzo Chigi precisa che il testo del decreto approvato dal Consiglio dei ministri non ha subito alcun aggiustamento postumo.

L’articolo segnala in particolare due anomalie: la prima riguarda la “scomparsa” del limite minimo di 200 metri di distanza tra le scuole e le sale gioco; la seconda - come riporta il quotidiano – denuncia la “scomparsa del divieto di fare pubblicità in tv nella fascia protetta”.
Il governo sottolinea che entrambi i punti non corrispondono al vero. In particolare il limite minimo per la localizzazione dei locali da gioco di 200 metri da luoghi sensibili è stato convertito in una norma che prevede una pianificazione da parte dell’Amministrazione dei Monopoli di Stato rispetto alla prossimità territoriale ai luoghi sensibili. Tutto questo in base all’esito dei controlli effettuati – almeno 5mila l’anno – e sulla base delle proposte avanzate dai comuni a cui spetta comunque istituzionalmente il compito di pianificare la localizzazione degli esercizi commerciali.

Anche per quanto riguarda il divieto di pubblicità del gioco in tv durante le fasce protette si sottolinea come il decreto imponga norme più stringenti anche al di fuori delle fasce protette per tutti quei programmi che possano essere in qualche modo, per il loro contenuto, destinati o fruibili dai minori. La norma approvata protegge quindi di più i minori rispetto ad un divieto legato solo ad orari predeterminati, facilmente aggirabili.

Infine l’articolo di Repubblica segnala come “cambia anche l’obbligo per chi produce bibite dolci di usare almeno il 20% di frutta, che aveva rimpiazzato la tassa sulle bollicine”. Si fa presente che questa norma presente nel testo sottoposto al Consiglio dei ministri è presente nel decreto legge sottoposto alla firma del Capo dello Stato. Una disposizione che “non è rinviata a data da destinarsi”, ma è stato disposto che entri in vigore sei mesi dopo l’approvazione da parte degli uffici dell’Unione Europa , in quanto si tratta di una “norma tecnica” che incide sulla produzione e circolazione di merci nel mercato interno comunitario e che, quindi, non può essere introdotta da uno stato membro senza appunto l’approvazione dell’Unione Europea.

In definitiva - conclude la nota di Palazzo Chigi - il decreto legge recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del paese mediante un più alto livello di tutela della salute non è mai stato modificato dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri.

14 settembre 2012
© Riproduzione riservata

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