A breve partirà un Tavolo dedicato ai pronto soccorso, dove si verificano con maggior frequenza i casi di aggressione, "per offrire risposte concrete in termini di riorganizzazione, con particolare attenzione al problema del sovraffollamento". Inoltre, al fine di prevenire episodi di aggressione o di violenza, "le strutture sanitarie in cui opera il personale sanitario e socio-sanitario prevedono misure volte a stipulare specifici protocolli operativi con le Forze di Polizia, per garantire il loro tempestivo intervento".
Così il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha fatto il punto ieri in Commissione Affari sociali rispondendo all'interrogazione sul fenomeno delle aggressioni a danno degli operatori sanitari presentata da Gian Antonio Girelli (PD).
Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Gemmato.
"L'argomento sollevato, purtroppo, è di estrema attualità, visto che sempre più frequentemente si assiste a forme di violenza contro il personale sanitario, provenienti dagli stessi pazienti o dai loro caregiver, che si traducono in aggressioni fisiche, verbali o di comportamento. La preoccupazione crescente delle diverse istituzioni è stata «avvertita» dal legislatore che, come misura di contrasto, ha approvato la legge 14 agosto 2020, n. 113, recante «Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni».
La legge ha introdotto nell'ordinamento un'ipotesi particolare del delitto di «lesioni personali», con riferimento alle aggressioni ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (articolo 583-quater, comma 2, del codice penale), ed ha previsto una nuova circostanza aggravante comune all'articolo 61 del codice penale (n. 11-octies) per i delitti commessi, a danno degli stessi professionisti, con violenza o minaccia, in presenza della quale i reati di lesioni e percosse sono stati resi sempre procedibili d'ufficio.
Inoltre, la legge n. 113 del 2020 ha previsto l'istituzione di un apposito Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, che coinvolga tutti gli stakeholder di riferimento (rappresentanti delle Organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale, degli Ordini professionali, delle regioni, dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – Agenas, dei Ministeri dell'interno, della difesa, della giustizia e del lavoro e delle politiche sociali, dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro-INAIL, nonché rappresentanti delle Organizzazioni di settore), nell'ambito di un apposito organismo, con specifici compiti di monitoraggio sia degli episodi di violenza sia delle misure di prevenzione e protezione a garanzia della sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché di studio e promozione di specifiche iniziative in tale ambito.
L'Osservatorio, istituito presso il Ministero della salute in data 13 gennaio 2022, e i cui componenti sono stati nominati con decreto del Ministro della salute del 17 febbraio 2022, si è insediato l'11 marzo 2022 e sta svolgendo la propria attività avvalendosi della massima collaborazione tra tutti gli attori istituzionali, ed in raccordo con l'Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità istituito presso l'Agenas, in attuazione della legge 8 marzo 2017, n. 24, recante: «Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie».
Relativamente alle attività svolte dall'Osservatorio, preciso che è in corso di predisposizione la Relazione annuale prevista dal legislatore, ai fini del suo inoltro al Parlamento entro il 31 marzo 2023.
Inoltre, il Ministro ha ricordato che, a breve, partirà anche il Tavolo dedicato ai pronto soccorso, dove si verificano con maggior frequenza i casi di aggressione, per offrire risposte concrete in termini di riorganizzazione, con particolare attenzione al problema del sovraffollamento.
L'Osservatorio sta concludendo i lavori di redazione della Relazione annuale che sarà inviata al Parlamento entro il 31 marzo e ha sottoposto all'attenzione del Ministro le principali problematiche su cui sono impegnati i gruppi di lavoro: raccolta dei dati per un monitoraggio puntuale del fenomeno delle aggressioni, anche attraverso una più stretta collaborazione con le regioni; campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini per una maggiore consapevolezza del rapporto di fiducia con i medici e gli operatori sanitari; formazione per il personale sanitario.
Le diverse componenti istituzionali presenti nell'Osservatorio stanno elaborando i dati di rispettiva competenza, e nella Relazione saranno inserite le informazioni che i rappresentanti del Ministero dell'interno, presenti all'interno dell'Osservatorio, stanno elaborando con riferimento alle diverse iniziative ad oggi adottate dalle articolazioni periferiche del Ministero stesso, anche in relazione a quanto disposto dall'articolo 7 della legge n. 113 del 2020, in base al quale, al fine di prevenire episodi di aggressione o di violenza, le strutture sanitarie in cui opera il personale sanitario e socio-sanitario prevedono misure volte a stipulare specifici protocolli operativi con le Forze di Polizia, per garantire il loro tempestivo intervento.
In tale contesto, si colloca l'impegno, annunciato in questi giorni dal Ministro dell'interno, in ordine al rafforzamento della cooperazione con le strutture sanitarie anche attraverso l'istituzione di apposti presidi per prevenire il fenomeno delle aggressioni".
Gian Antonio Girelli (PD), replicando, preannuncia l'intenzione di esaminare con attenzione, quando sarà trasmessa alle Camere, la relazione annuale sull'attuazione della legge n. 113 il 2020, in corso di predisposizione, osservando che anche la XII Commissione è in grado di dare un apporto proficuo. Esprime l'auspicio che la relazione contenga anche dati relativi all'attuazione dei protocolli tra strutture sanitarie e Forze di polizia nelle singole realtà, posto che è da ipotizzare un'applicazione frammentaria sul territorio della disposizione prevista dalla citata legge n. 113 del 2020. In conclusione, ribadisce l'importanza di tutelare il personale sanitario e sociosanitario anche attraverso il contrasto a una visione che tende a etichettare troppo facilmente come "malasanità" le prestazioni fornite dal sistema sanitario.