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Interpellanza/2. Ministero su pronto soccorso: “Al lavoro per superare criticità”


Il ministero della Salute, sulla base delle risultanze di alcune analisi, "dalle best practice regionali e dal confronto degli esperti di settore, ha avviato anche un lavoro di contestualizzazione, alla situazione di ripresa post pandemica, del documento 'Linee di indirizzo nazionali per lo sviluppo del piano di gestione del sovraffollamento in Pronto soccorso', approvato dalla Conferenza Stato-regioni del 1° agosto 2019". A spiegarlo il sottosegretario all'Interno rispondendo all'interrogazione di Sportiello (M5S).

03 MAR -

"Il Ministero della Salute, sulla scorta di quanto emerso da analisi avviate nei mesi precedenti, dalle best practice regionali e dal confronto degli esperti di settore, ha avviato anche un lavoro di contestualizzazione, alla situazione di ripresa post pandemica, del documento “Linee di indirizzo nazionali per lo sviluppo del piano di gestione del sovraffollamento in Pronto soccorso”, approvato dalla Conferenza Stato-regioni del 1° agosto 2019".

Così il sottosegretario all'Interno, Emanuele Prisco, intervenuto oggi alla Camera per rispondere a nome del ministero della Salute all'interpellanza sul tema presentata da Gilda Sportiello (M5S).

Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Prisco.

"In relazione alle questioni rappresentate nell'interpellanza, secondo, ovviamente, quanto riferisce il Ministero della Salute al riguardo, si rappresenta quanto segue.

Il Ministero della Salute, a giugno 2022, per poter approfondire le cause inerenti alla tematica del sovraffollamento dei pronto soccorso regionali e per poter approfondire gli elementi di criticità presenti nelle strutture di pronto soccorso, ha avviato specifiche attività di analisi sui dati relativi ai tempi medi di attesa in pronto soccorso rilevati dal flusso emergenza urgenza dei pronto soccorso, verificando per ciascuna regione i tempi di attesa medi per codice di triage, tra l'accettazione del paziente, la visita medica e la dimissione del paziente stesso.

Particolare attenzione è stata posta sui tempi di attesa medi per i pazienti il cui esito di dimissione è rappresentato dal ricovero in reparto di degenza. Dall'analisi è emerso che la maggior parte delle regioni presentava, dall'anno 2019 al mese di maggio 2020, un trend in aumento dei tempi medi di permanenza in pronto soccorso.

Inoltre, è stata effettuata per ciascun mese - dal mese di gennaio 2019 al mese di marzo 2022 - la correlazione degli accessi totali ai pronto soccorso, con i relativi tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri di degenza ordinaria totali, degenza ordinaria di area medica e degenza ordinaria di medicina generale - disciplina ospedaliera 26 (queste sono fonti basate sulle schede di dimissioni ospedaliere).

Nel mese di dicembre, si è provveduto a effettuare un aggiornamento delle analisi compiute e, in data 21 dicembre 2022, è stato rilevato lo stesso trend del primo semestre dell'anno.

Il Ministero della Salute, sulla scorta di quanto emerso dall'analisi sopra riportata, dalle best practice regionali e dal confronto degli esperti di settore, ha avviato anche un lavoro di contestualizzazione, alla situazione di ripresa post pandemica, del documento “Linee di indirizzo nazionali per lo sviluppo del piano di gestione del sovraffollamento in Pronto soccorso”, approvato dalla Conferenza Stato-regioni del 1° agosto 2019.

Inoltre, si rappresenta che, nell'ambito degli adempimenti LEA, i livelli essenziali di assistenza, in ragione della rilevanza delle questioni in esame, è stato introdotto un monitoraggio sullo stato di attuazione del menzionato accordo del 1° agosto 2019, i cui risultati saranno disponibili nel corso dell'anno. Nello specifico, sarà verificato lo stato di implementazione e le attività poste in essere relativamente all'adeguamento alla nuova codifica del triage intraospedaliero, anche attraverso l'analisi del flusso EMUR-PS; al recepimento delle linee di indirizzo sull'osservazione breve intensiva; allo sviluppo di un piano di gestione del sovraffollamento in pronto soccorso. Sarà, inoltre, effettuato il monitoraggio dei tempi di permanenza del paziente all'interno del pronto soccorso.

Per quanto riguarda nello specifico l'Ospedale Cardarelli di Napoli, cui si faceva riferimento, DEA II livello, si rappresenta che la Direzione generale dello stesso ospedale ha comunicato, cito testualmente: “che le notizie riportate recentemente da testate giornalistiche, non sono coincidenti con la realtà, in quanto sono l'esito di una strumentalizzazione di alcuni stralci di conversazioni di ben altro tenore, sono state oggetto di rettifica da parte di questa azienda”. Sempre secondo quanto comunicato dalla Direzione generale dell'ospedale, rappresento che il sovraccarico del pronto soccorso dell'ospedale Cardarelli “è dovuto ad una molteplicità di fattori”. Le ambulanze della centrale operativa 118 Napoli Centro sono in gran parte non medicalizzate e l'assenza del medico a bordo è uno dei fattori che mette in crisi il processo assistenziale territoriale. Infatti, in mancanza di un adeguato filtro valutativo preliminare, il pronto soccorso dell'azienda ospedaliera Cardarelli risulta sovraccaricato di accessi e richieste talvolta inappropriate e che la carenza di medici specializzati nella branca dell'emergenza-urgenza determina un rallentamento dei tempi di erogazione assistenziale.

Per far fronte alle criticità appena descritte l'azienda ospedaliera ha comunicato di aver avviato dei lavori per rendere più fluidi i percorsi e garantire la maggiore efficienza delle risposte prestazionali ai pazienti che ogni giorno si recano al pronto soccorso ed ha posto in essere alcune misure operative tra le quali si evidenziano: il blocco temporaneo dei ricoveri ordinari; la copertura dei turni vacanti del pronto soccorso con dirigenti medici di discipline equipollenti o equivalenti; l'indizione dell'VIII concorso nella branca medici di emergenza-urgenza, che entro i primi mesi di aprile dovrà terminare i lavori.

Per quanto riguarda l'altro ospedale in cui si faceva riferimento, il Careggi di Firenze, è un DEA di II livello, con posti letto attivi pari a 1.105 e nell'anno 2021 sono stati rilevati 87.468 accessi di pronto soccorso. Dall'analisi degli accessi ai pronto soccorso si rileva che solo l'8,2 per cento degli accessi si possono ritenere evitabili, a fronte di un dato nazionale che è prossimo al 50 per cento. Da ultimo, per quanto riguarda l'analisi di dati dei pronto soccorso della regione Lazio, per l'anno 2021, si rilevano 1.400.072 accessi, di questi il 59 per cento ha esitato in dimissioni a domicilio e circa il 16 per cento in ricovero in reparto di degenza. L'analisi degli accessi evitabili invece delinea per l'anno 2021 una percentuale di accessi evitabili pari al 24,5 per cento".

In sede di replica, dichiarandosi "non soddisfatta", Gilda Sportiello (M5S) ha dichiarato: "Purtroppo non sono soddisfatta e lo dico con rammarico perché su un tema del genere avrei voluto dichiararmi soddisfatta dell'operato del Governo in ordine alla ricerca di soluzioni.

In realtà, quello che ci ha appena detto il Sottosegretario è che l'attività di analisi condotta non fa altro che confermare che c'è un trend in aumento dei tempi di attesa all'interno del pronto soccorso, che c'è un problema di accessi perché le persone non trovano risposta altrove, nella medicina territoriale e, quindi, si recano al pronto soccorso, non hanno il medico di medicina generale e se prenotano una visita specialistica le liste di attesa sono anche di anni.

Quindi, è chiaro che questa cosa pesa inesorabilmente sull'accesso ai pronto soccorso. Proprio per questo noi proponevamo un'attività di monitoraggio e di ispezione direttamente del Ministero, all'interno dei pronto soccorso, per verificare con mano che cosa accade, se i dati sono corretti oppure no, per verificare ciò che riportano le agenzie di stampa e quello che denunciano i sindacati: penso, ad esempio, a Nursing Up che in Campania denuncia la mancata attuazione delle linee guida del 1° agosto 2019. Tutto ciò, lo ripeto, per appurare se sia un dato corrispondente alla realtà.

Noi crediamo che questa attività di monitoraggio e di ispezione sia fondamentale perché stiamo parlando della salute delle persone: un collasso dei pronto soccorso significa un aumento della mortalità - per alcuni casi che si sono verificati, qualche mese fa abbiamo interrogato il Governo - e significa anche non ricevere adeguato soccorso in tempi brevi.

Lei, Sottosegretario, ha parlato di medicina dell'emergenza-urgenza, nella scorsa legislatura, al Senato, era iniziato un importante lavoro - che impegnava l'allora Governo -, interrotto poi per la fine della legislatura, da cui si potrebbe trarre tesoro per iniziare ad implementare quelle azioni fondamentali per ridare forza alla medicina territoriale. Quando si fa riferimento alla medicina territoriale si parla di sanità pubblica e noi non vogliamo assolutamente che si verifichi nel resto d'Italia quello che già avviene in alcune regioni dove anche i pronto soccorso sono gestiti da privati. Ciò per noi è inammissibile perché la salute è un diritto primario che va garantito a tutti, conseguentemente il nostro Servizio sanitario nazionale va tutelato.

Vi preghiamo di mettere in atto quanto da noi proposto, di derogare al tetto di spesa per l'assunzione del personale perché senza personale non c'è discorso che tenga sulla sanità pubblica. Vi preghiamo di verificare che le linee guida del 1° agosto 2019 siano state attuate in ogni regione. Vi preghiamo di appurare che ogni cittadino di questo Paese abbia le cure necessarie; cure, lo ripeto, che devono essere erogate dal nostro Servizio sanitario nazionale. Concludo ringraziando i nostri consiglieri, i nostri presidenti di Municipalità che stanno facendo un lavoro incredibile per chiedere la riapertura di alcuni pronto soccorso in città. Mi auguro davvero che questa sia una priorità per il Governo, dato che trattasi di un'emergenza non più rimandabile".



03 marzo 2023
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