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Conferenza Mondiale acqua di New York. L’intervento italiano al tavolo intersettoriale Ambiente e Salute

di A. Piccioli, L. Lucentini, M Iadevaia

L’Italia sta sviluppando strategie di prevenzione e risposta, per lo sviluppo di piani nazionali di riforma e investimento in acqua e salute, basate su un approccio di partenariato esteso tra istituzioni e portatori di interesse pubblici e privati, coordinato dai Ministeri della Salute e dell’Ambiente e Sicurezza Energetica e incardinato agli obiettivi e azioni definite dall’Ue

24 MAR -

La Conferenza delle Nazioni Unite sull’Acqua riunisce la comunità internazionale e tutti gli stakeholders a New York, nel Quartier Generale delle Nazioni Unite, a 45 anni dalla prima conferenza nel 1977 in Argentina, con l’obiettivo di fare il punto sullo stato delle azioni sull’acqua e accelerare i progressi verso il raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 6 e dei molti altri SDG a questo strettamente interconnessi. In considerazione delle molteplici sfide attuali, prima tra tutte la crisi climatica, la Conferenza rappresenta l’opportunità e l’impegno della comunità mondiale per rendere l’accesso universale all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari sicuri una realtà per tutti.

La delegazione italiana guidata dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, on. Gilberto Pichetto Fratin, e coordinata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), è integrata dai rappresentanti dei Ministeri competenti in materia (Salute, MAECI, MASAF) e delle principali Agenzie e Istituzioni scientifiche che si occupano di acqua, in funzione del loro mandato (ISPRA, ISS, AICS).

In tale ambito gli esperti del Ministero della Salute e dell’ISS hanno partecipato al primo dei 5 dialoghi interattivi che ha aperto la Conferenza, sul tema “Acqua per la salute: accesso ai servizi igienici, inclusi i diritti umani all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari”.

All’apertura del dibattito, i relatori di molti Paesi e della società civile hanno evidenziato le sfide legate all’acqua da affrontare nei diversi territori e contesti sociali, rimarcando il forte impatto sociopolitico della mancanza di accesso a tale risorsa. L’intervento italiano si è aperto con il riconoscimento del valore del dialogo interattivo su Acqua, servizi igienico-sanitari, igiene e salute (WASH) posto come fulcro della Conferenza, in quanto evidenzia un cambio di visione impostata ora a livello globale, coniugando l’approccio di “one health” con quello di “one water”, sul quale il nostro Paese è da tempo orientato.

L’Italia sta affrontando, infatti, crisi ambientali e climatiche sempre più gravi che colpiscono ecosistemi e falde già alterate da pressioni antropiche insostenibili e infrastrutture idriche spesso obsolete, con seri impatti sugli ecosistemi e sulla disponibilità e qualità dell’acqua, ostacolando il raggiungimento del SDG6.

Stiamo per questo sviluppando strategie di prevenzione e risposta basate su un approccio di partenariato esteso tra istituzioni e portatori di interesse pubblici e privati - in piena linea con il SDG 17 -, coordinato dai Ministeri della Salute e dell’Ambiente e Sicurezza Energetica e incardinato agli obiettivi e azioni definite dall’UE quali, tra l’altro, politiche di accesso ad acqua e servizi igienici sicuri come diritto fondamentale per tutta la popolazione, inclusi luoghi di cura, scuole e edifici prioritari.

L’approccio si articola in azioni di riforma sinergiche che interessano, tra l’altro, la protezione delle risorse idriche e degli ambienti naturali in cui esse si alimentano e sono conservate, la governance e le filiere della gestione e distribuzione delle risorse, le acque destinate al consumo umano, le acque di riuso, le acque di balneazione e reflue, le acque sottoposte a trattamento di dissalazione, lo sviluppo di modelli e reti nazionali di eccellenza di sorveglianza epidemiologica ambientale attraverso le acque reflue, il processo di ratifica del Protocollo Acqua e Salute UNECE/OMS.

L’insieme delle riforme si collega a finanziamenti senza precedenti per rilanciare l’equità, l’efficienza e la competitività del Paese (Piano nazionale di ripresa e resilienza) attraverso investimenti infrastrutturali ingenti sui sistemi idrici, ma anche nella prevenzione e controllo dei rischi sanitari associati a determinanti climatici-ambientali, con il progetto “Salute, Ambiente, Biodiversità e Clima”, che assegna ad istituzioni, enti di sorveglianza e controllo e azioni di ricerca 500 milioni di euro per periodo 2021-2026 .

Come esempi concreti di strumenti di accelerazione verso il SDG6 è stata citata l’istituzione del Centro Nazionale per la Sicurezza delle acque, per il controllo di rischi biologici e chimici associati alle risorse idriche ma anche i fondamentali aspetti nutrizionali dell’acqua, l’accesso a dati e alle informazioni, l’approvazione dei piani di sicurezza dell’acqua alle filiere idro-potabili nell’ambito del ciclo idrico naturale e integrato, e l’istituzione di un sistema informativo sanitario centralizzato delle Acque gestito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), pienamente interoperativo con il Sistema Informativo Nazionale per la Tutela delle Acque Italiane gestito dall’Istituto Superiore per la Protezione dell’ambiente (ISPRA) funzionale a fornire ad ogni istituzione di controllo e ricerca, e ai cittadini, dati sull’accesso alle acque e ai servizi idrici sicuri, a partire dallo stato degli ambienti naturali, dove le acque sono prelevate, fino ai rubinetti che le forniscono alle utenze.

Il messaggio Italiano in materia di acqua e salute si è concluso considerando come sia fondamentale collocare l’impegno e il monitoraggio delle nostre iniziative sotto l’egida internazionale della Water Agenda e nell’ambito del Protocollo UNECE/OMS “Water and Health”, riconoscendo il ruolo di indirizzo e coordinamento dell’OMS anche per definire, mediante processi trasparenti, il rischio per la salute associato ai parametri microbiologici, chimici, fisici e radiologici presenti nell’acqua potabile.

Si è espresso quindi apprezzamento per le iniziative promosse nella Conferenza, tra cui l’istituzione di un Inviato Speciale permanente per l’Acqua e la definizione di incontri intergovernativi regolari di alto livello per il confronto, la cooperazione e l’armonizzazione dei progressi nazionali verso il SDG 6 e, con esso il SDG 3, per garantire il diritto alla salute e i molti altri diritti e obiettivi a questi collegati.

In accordo alla struttura prevista per i dialoghi interattivi, collaborativa e multi-stakeholder, il tavolo è stato presieduto da due copresidenti, (Miguel Ceara Hatton, Ministro dell’Ambiente e delle Risorse Naturali della Repubblica Dominicana, Zac Goldsmith di Richmond Park, ministro per i territori d’oltremare, il Commonwealth, l’energia, il clima e l’ambiente presso l’Ufficio per gli affari esteri, il Commonwealth e lo sviluppo, Regno Unito), e supportato da moderatori e facilitatori, tra cui Catherine Russell, Direttore esecutivo del Fondo internazionale di emergenza per l’infanzia delle Nazioni Unite e Maria Neira, Assistente Direttore Generale, Organizzazione Mondiale della Sanità. Negli interventi della prima fase del dialogo, a cura della Presidenza e degli esperti di coordinamento e moderazione del tavolo, è stato enfatizzata da diversi punti di vista e sulla base di molteplici esperienze l’importanza di attuare investimenti efficaci e inclusivi in acqua, servizi igienico-sanitari e igiene come base strategica fondamentale per la salute, la prosperità e l’equità.


Andrea Piccioli, Luca Lucentini,
Istituto Superiore di Sanità
Manuela Iadevaia
Ministero della Salute



24 marzo 2023
© Riproduzione riservata

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