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Schillaci disegna la nuova sanità territoriale: “I giovani medici di famiglia nelle Case di Comunità e rafforzare le farmacie”


Il Ministro della Salute in un’intervista a il Messaggero torna poi a parlare della depenalizzazione dell’errore medico tranne che in caso di dolo: “Dai dati che abbiamo gran parte delle cause giudiziarie contro i medici finiscono in un nulla di fatto”. Sul Decreto tariffe: “Manca poco”. E sulla libera professione degli infermieri: “Fino al 2025 sarà una sperimentazione”.

11 APR -

“Noi abbiamo intavolato sin dai primi giorni del mio arrivo un continuo rapporto con i rappresentanti dei medici di medicina generale. Sono indispensabili nella governance della sanità pubblica. Il carico di adempimenti burocratici per i medici di medicina generale sarà diminuito. Senza questo fardello, avranno più tempo da dedicare ai loro pazienti. Per raggiungere questo obiettivo stiamo lavorando a un provvedimento legislativo che presto sarà pronto e che riguarderà anche il ruolo cruciale delle farmacie. Con i medici di medicina generale stiamo anche trovando delle formule grazie alle quali i medici più giovani, i neo assunti, possano collaborare con le case di comunità. Sulle case di comunità sono fiducioso che si possano realizzare tutte quelle previste dal Pnrr. Lo ricordo, sono 1.350. Ma potremmo avere dei problemi legati ai fondi”. Parole del Ministro della Salute, Orazio Schillaci che in un’intervista a Il Messaggero disegna la nuova sanità territoriale: “Stiamo lavorando per fare si che le case di comunità siano certamente edificate, ma abbiano anche il personale e i macchinari indispensabili. Quella a cui pensiamo è una riforma strutturale, non un'ennesima toppa”.

Altra questione l’annunciata depenalizzazione dell’atto medico: “Dai dati che abbiamo gran parte delle cause giudiziarie contro i medici finiscono in un nulla di fatto, nell'assoluzione. Per questo va depenalizzato il reato. E poi la medicina difensiva è un male. Porta i medici a prescrivere troppi esami, ingolfa le strutture, aumenta le liste di attesa. E le dico da medico: confonde anche il medico curante che da tanti, troppi, accertamenti deve trarre le conclusioni. Bisogna prescrivere a ciascuno solo gli esami di cui il paziente ha realmente Il bisogno”.

Il Ministro ha parlato anche del Dm Tariffe che dopo l’aggiornamento dei Lea del 2017 non ha però mai visto la luce di fatto rendendo i nuovi Lea solo su carta in molte regioni: “Manca poco, diciamo che per fine mese possiamo arrivare a una conclusione. Da più di sei anni mancano i nuovi Lea che rappresentano davvero il simbolo dell'universalità del sistema sanitario nazionale, la possibilità di accedere a cure adeguate indipendentemente dal luogo dove si abita. Spero che riusciremo a chiudere a breve una partita fondamentale per il rilancio della sanità italiana. Rifletta: sei anni in medicina sono un'eternità, ci sono nuovi percorsi diagnostici, nuove terapie, dobbiamo restare al passo con le terapie, recuperare il tempo perduto e riportare la Sanità alla sua missione originale: tutelare la salute di tutti”.

Schillaci ha affrontato anche il tema della sanità digitale e del Fse: “Siamo alla fase conclusiva dell'iter, Sogei è già pronta con la piattaforma che ci consentirà di avere una sanità più moderna. Se mi visita un medico in un qualsiasi pronto soccorso, immediatamente, consultando il fascicolo elettronica avrà chi ara la mia storia clinica”.

Il Ministro è tornato poi a parlare della libera professione per il personale del comparto: “Prima di tutto parliamo di una sperimentazione. Fino al 2025 sulla base di una richiesta della categoria. Servirà l'autorizzazione del datore di lavoro e sono certo che infermieri e operatori sanitari non trascureranno il lavoro che svolgono nel pubblico per un lavoro extra orari. Ho molto fiducia in loro. Ovviamente sarà una libera scelta. Ci darà una mano in situazioni di carenza di personale sanitario. Infine, nell'ultimo decreto abbiamo messo un freno al fenomeno intollerabile dei "gettonisti, sono fiducioso che tanti medici potranno tornare a operare nel sistema sanitario nazionale”.

Infine sulla prossima campagna vaccinale contro Covid e influenza: “Faremo una campagna di sensibilizzazione volta a invitare soprattutto le persone anziane. over 65. e i fragili a vaccinarsi per il Covid, così come viene fatto ogni anno anche per l'influenza. E come avveniva per l'influenza sarà una campagna informativa e di sensibilizzazione. non ci sarà obbligo, contiamo nella responsabilizzazione dei cittadini. Ad oggi ancora non so se riusciremo ad avere un unico vaccino per influenza e Covid. certo renderebbe tutto più semplice”.



11 aprile 2023
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