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Anteprima. In Stato Regioni i nuovi criteri per l'accreditamento sanitario


Alla Stato Regioni lo schema d’intesa che fissa i requisiti in base ai quali le Regioni dovranno rivedere, entro il mese di giugno 2013, le regole per stabilire quali strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private potranno entrare a pieno titolo nel servizio sanitario pubblico. Il testo del provvedimento.

05 NOV - Attuazione di un sistema di gestione delle strutture sanitarie per governare l’attività di cura e di assistenza. Definizione della tipologia delle prestazioni e dei servizi erogati, e monitoraggio e valutazione delle performance erogate. Idoneità delle strutture e applicazione delle norme per la gestione e la manutenzione delle attrezzature. E ancora, competenza del personale e comprovate capacità di comunicazione tra i professionisti e i pazienti. Appropriatezza clinica e sicurezza. Attuazione di processi di miglioramento e innovazione tecnico professionale e organizzativo. Umanizzazione e personalizzazione delle cure.
Sono questi gli otto punti cardine da seguire per determinare quali strutture saranno meritevoli o meno di far parte dei servizi sanitari regionali.
A dettare le coordinate è lo schema di intesa “Disciplinare per la revisione della normativa dell’accreditamento” approdato sul tavolo della Stato Regioni con un obiettivo ben preciso: definire un uniforme sistema di requisiti per l’accreditamento delle strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private in dieci mosse.
Un provvedimento che, in attuazione di quanto stabilito dall’articolo 7, comma 1 del Patto per la Salute 2010-2012, impegna le Regioni a rivedere, entro il mese di giugno del 2013, tutte le regole.
 
Nel documento sono stati individuate alcune caratteristiche comuni per l’accreditamento istituzionale/autorizzazione e sono state definite, per ciascun requisito o gruppi di requisiti, gli obiettivi che devono essere perseguiti. Non solo sono state anche definite le modalità di verifica che devono essere adottate dalle regioni per garantire che effettivamente le strutture siano dotate dei requisiti richiesti
Sono otto i criteri fissati. Vediamone alcuni.
 
Si parte con l’attuazione di un sistema di gestione delle strutture, un criterio che fornisce garanzia di buona qualità dell’assistenza socio-sanitaria. Per corrispondere a questo criterio ogni Regione dovrà documentare che nel proprio sistema di accreditamento, le aziende abbiamo requisiti che evidenzino: modalità di pianificazione, programmazione e organizzazione delle attività di assistenza e supporto (ad esempio la presenza di un Piano strategico aziendale, di un piano annuale di attività e di procedure per la verifica degli obiettivi); programmi per lo sviluppo di reti assistenziali (per la gestione delle emergenze, la continuità assistenziale, le cure palliative ecc.); definizione delle responsabilità clinico organizzative e sistemi informativi; modalità e strumenti di valutazione della qualità dei servizi - ossia la presenza e messa in atto di procedure che definiscano volumi, appropriatezza e esiti delle prestazioni, e la loro valutazione - la prevenzione e gestione dei disservizi.
 
Un altro criterio riguarda prestazioni e servizi. Per ottemperare a questo criterio, il cui obiettivo è quello di fornire una corretta informazione su quanto erogato, le aziende dovranno garantire eleggibilità, presa in carico del paziente e continuità assistenziale, monitorando e valutando le azioni messe in atto.
 
 E ancora, tra i criteri fissati nello schema d’intesa figura quello dell’appropriatezza clinica e sicurezza. Per centrare questo obiettivo le strutture dovranno essere in grado di attuare sistemi che garantiscano l’utilizzo delle evidenze disponibili nella definizione delle modalità di erogazione delle prestazioni cliniche ed assistenziali e di promuovere la sicurezza e la gestione dei rischi e degli eventi avversi.
 

05 novembre 2012
© Riproduzione riservata

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