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Standard ospedalieri. Card: “Introdurre l’infermiere prescrittore e investire sul distretto”


Per la Confederazione delle Associazioni regionali di Distretto, infatti, ci sono casi in cui l'infermiere deve rivolgersi al medico per prescrizioni "che rispondono per lo più a logiche burocratiche”.  Ma per rispondere al taglio dei posti letto bisogna anche “riorganizzare le guardie mediche”.

09 NOV - “Introdurre la figura dell’infermiere prescrittore per prestazioni in cui è professionalmente competente (per esempio le vulnopatie) e ridurre le postazioni di guardia medica riutilizzando i medici in eccedenza nel ciclo diurno dell’assistenza domiciliare o nella collaborazione in strutture territoriali di assistenza”. Questa la proposta lanciata da Gilberto Gentili, presidente della Confederazione delle Associazioni regionali di Distretto (Card) in apertura del convegno regionale dei Distretti delle Marche in corso oggi a Civitanova Marche.

Una proposta che nasce alla luce di quanto contenuto nella bozza di decreto ministeriale, che intende portare a 3,7 per mille abitanti i posti letto ospedalieri nel nostro Paese. “Riteniamo – ha affermato Gentili - di poter identificare nel Distretto quella che il decreto definisce come ‘Centrale della continuità’ a cui spetta il compito di garantire dimissioni protette e presa in carico post-ricovero, e rilanciamo con convinzione la necessità di interpretare il riordino dell’assistenza territoriale con un forte investimento nelle collaborazioni interprofessionali. Soprattutto nell’area della domiciliarità che riteniamo debba essere a preminente componente infermieristica”.

In questa ottica, secondo il presidente della Card, si dovrebbe collocare l’ipotesi dell’introduzione dell’infermiere prescrittore “che oggi deve rivolgersi al medico per prescrizioni che rispondono per lo più a logiche burocratiche”.

L’infermiere proscrittore, nell’ipotesi formulata da Gentili, “potrebbe avere grandi autonomie nella gestione delle patologie croniche e delle conseguenti complicanze a livello domiciliare come, per esempio, le lesioni da pressione (decubito), ipo e iperglicemie”.

“Quando ai servizi di guardia medica fu affiancato il servizio di emergenza del 118 - ha quindi spiegato Gentili - in gran parte del Paese furono sostanzialmente raddoppiate le figure preposte a rispondere, in orario notturno, alla domanda dei cittadini. Crediamo sia possibile, questa la nostra proposta, ‘dirottare’ una quota di professionisti dalle guardie mediche notturne al ciclo diurno di assistenza sul territorio (Ospedali di comunità, Rsa, Assistenza domiciliare, …) con particolare riferimento alla gestione e assistenza territoriale delle cronicità, supportando aspetti professionali non eseguiti oggi da buona parte dei medici di famiglia (gestione cateteri, cicli di flebo con farmaci, terapia del dolore, trasfusioni, emogasanalisi, nutrizione artificiale…)”.
 

09 novembre 2012
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