In tema di bonus psicologo, "sono stati di recente effettuati da parte dell'Inps test di usabilità per migliorare la customer journey degli utenti, congiuntamente ad alcuni psicologi. Gli esiti e le proposte di miglioramento dell'intero processo verranno a breve valutate in un apposito gruppo di lavoro presso il Ministero, anche con rappresentanti del Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi. Al completamento di questa analisi, sarà cura del Ministero della Salute, insieme al Ministero dell'Economia e delle finanze, valutare, con la giusta e debita attenzione, l'opportunità di un ulteriore rifinanziamento del contributo in questione".
Ad annunciarlo è stato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo oggi in aula alla Camera all'interrogazione sul tema presentata da Giulia Pastorella (Az).
Di seguito la risposta integrale del ministro Schillaci.
"Come ricordato nell'atto ispettivo in esame, per il quale ringrazio gli interroganti, la legge n. 15 del 25 febbraio 2022 ha introdotto nel nostro ordinamento il contributo per sostenere spese relative a sessioni di psicoterapia, il bonuspsicologo. Questa norma, com'è noto, tenuto conto dell'aumento delle condizioni di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica, a causa anche dell'emergenza pandemica, ha riconosciuto l'erogazione, da parte delle regioni e delle province autonome, di un contributo utilizzabile per spese sostenute per prestazioni di psicoterapia. Per sostenere le persone con ISEE più basso, il contributo stabilito nell'originaria formulazione della norma corrispondeva ad un importo massimo di 200 euro a persona ed era parametrato nelle diverse fasce ISEE.
La replica di Giulia Pastorella (AZ-PER-RE). Ministro, mi fa piacere che almeno lei riconosca il problema, perché i dati sono preoccupanti. Gliene cito altri, in particolare, sugli adolescenti: 2 milioni con disturbi mentali; 3,6 milioni con disturbi alimentari; il 75 per cento che sente il bisogno di supporto e il più 75 per cento di casi di suicidio. Quindi, è chiaro che l'emergenza c'è ed è anche chiaro - come ha detto anche la mia collega - che questa misura, bonus o voucher, come la vogliamo chiamare, deve essere considerata una misura tampone, palliativa, in attesa di equiparare la salute mentale con la salute fisica, come è sempre più chiaro che si debba fare.
Capiamo i vincoli di bilancio e capiamo le ristrettezze, ma pensiamo che uno sforzo su questo fronte si debba fare, poiché - come dicevamo - solo tra l'1 e il 5 per cento (5 per cento nella migliore delle ipotesi) dei richiedenti riuscirà a fruire di questo bonus. La domanda c'è e noi, come Servizio sanitario nazionale, dobbiamo dare una risposta.
Per quanto riguarda l'ammodernamento delle modalità di erogazione, a noi risulta altro, ovvero, che gli specialisti, che stanno all'interno degli ambulatori e dei centri medici specializzati, possono avere clienti che accedono a questo bonus, ma solo ed esclusivamente in quanto specialisti privati. Quindi, invece, di privarsi di tutte le complessità amministrative, demandandole al centro medico, devono comunque espletarle loro stessi.
Quindi, se il vostro obiettivo - come lei ha detto, giustamente - è di far sì che la user experience sia sempre migliore dal lato di chi fruisce del servizio, ci auguriamo anche che, dal lato di chi eroga le prestazioni psicologiche e psicoterapeutiche, ci possa essere un andare incontro verso di loro, permettendo queste nuove modalità più semplici: perché è bene che uno cerchi lo psicoterapeuta migliore e non necessariamente quello vicino a casa o quello che abita sul pianerottolo.