Regna la confusione sul ddl prestazioni sanitarie al Senato. Il testo, che sarebbe dovuto sbarcare la scorsa settimana in Aula, è ancora fermo in commissione Bilancio in attesa del parere. Si è fermi al parere in parte non ostativo, in parte contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione e in parte condizionato, ai sensi della medesima norma costituzionale, su alcune proposte di modifica; ed al rinvio dell'esame dei restanti emendamenti.
Tra quelli bocciati c'è anche quello, approvato in precedenza dalla commissione Sanità del Senato, che stanziava 6 milioni di euro l’anno per tre anni per la prevenzione del tumore al seno. “Hanno fatto una becera propaganda – commenta la senatrice M5S Elisa Pirro – e oggi ci ritroviamo col Mef che dà parere negativo a questo emendamento che avremmo appoggiato volentieri. Non hanno trovato i soldi, mentre in questo Paese si continua a parlare di un piano di riarmo che dovrebbe aprire spazi fiscali per circa 30 miliardi. È una cosa immorale. Sanità al collasso. I cittadini non se lo meritano”.
E intanto le opposizioni, visto il perdurare dello stallo, chiedono di fermare l'esame del provvedimento e riaprire un ciclo di audizioni.
"Faccio un appello al senatore Zaffini presidente della Commissione Affari sociali e a tutti i capigruppo di maggioranza: riapriamo le audizioni sul ddl sulle prestazioni sanitarie. Tutte le organizzazioni sindacali, le associazioni sull'Alzheimer, l'Anfass, la Fish ci dicono: fermatevi e ascoltateci. In particolare due emendamenti rappresentano due mini riforme. Si tratta del 13.0.400 della relatrice che avrebbe serissime conseguenze sull'integrazione tra le cure sanitarie e l'assistenza ai non autosufficienti e del 13.0.4 a firma Zullo che riscrive le forme dell'assistenza sanitaria integrativa. Se non vogliamo arrivare alla completa privatizzazione del servizio sanitario e assumere la grave decisione si scaricare sulle famiglie e sui comuni i costi delle rette per le non autosufficienze, a meno che la maggioranza non sia tutta d'accordo su questo, è il caso di avviare un supplemento di riflessione". Lo ha detto nell'Aula di Palazzo Madama il presidente dei senatori Pd Francesco Boccia. "E' da una settimana - ha continuato Boccia - che chiediamo di ritirare questi emendamenti, nel frattempo il provvedimento è fermo in commissione decima, dopo essere passato anche dalla commissione bilancio. Noi crediamo che un approfondimento su questi temi sia doveroso. Poi ci divideremo come sempre su questi temi, ma almeno avremo cancellato questa patina di opacità che rischia di non far perdere credibilità a tutto il Senato della Repubblica"