"È stato ribadito il divieto di diffondere messaggi pubblicitari suscettibili di promuovere il consumismo sanitario. Si è altresì sottolineata la necessità di garantire una comunicazione corretta con i pazienti, anche in relazione al coinvolgimento del medico di medicina generale, al fine di evitare indebite pressioni prescrittive e oneri impropri a carico del servizio sanitario nazionale".
Così il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, rispondendo ieri in commissione Affari sociali alla Camera all'interrogazione presentata da Marianna Ricciardi (M5S) riguardo la pubblicità sulla Full Body Scan promossa dal San Raffaele di Milano.
Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Gemmato:
"Con riferimento a quanto esposto nell'interrogazione riporto quanto riferito dalla regione Lombardia interessata da questo Ministero sulla questione.
L'amministrazione regionale ha comunicato che a seguito della segnalazione concernente la pubblicità relativa alla prestazione sanitaria denominata «Full Body Scan», promossa dall'Ospedale San Raffaele, l'ATS di Milano ha adottato le seguenti misure:
Nella medesima data del 6 marzo 2025, inoltre, è stata inviata una nota formale al Legale Rappresentante dell'Ospedale San Raffaele, con cui si è richiamata l'attenzione sulla necessità di adottare modalità di promozione della prestazione sanitaria in oggetto pienamente conformi alla normativa vigente in materia di pubblicità sanitaria, nonché ai principi deontologici della professione medica.
Nella medesima nota è stato posto in evidenza che ogni prestazione sanitaria, anche se erogata in regime di solvenza, deve essere fondata su una comprovata utilità clinica e supportata da evidenze scientifiche solide.
In data 6 maggio 2025 è stata trasmessa una comunicazione a tutti gli Enti Privati Accreditati del territorio dell'ATS di Milano, volta a richiamare l'attenzione sull'importanza di assicurare che tutte le prestazioni sanitarie, incluse quelle a pagamento, rispettino i principi di appropriatezza clinica e siano basate su evidenze scientifiche consolidate.
È stato inoltre ribadito il divieto di diffondere messaggi pubblicitari suscettibili di promuovere il consumismo sanitario.
Si è altresì sottolineata la necessità di garantire una comunicazione corretta con i pazienti, anche in relazione al coinvolgimento del medico di medicina generale, al fine di evitare indebite pressioni prescrittive e oneri impropri a carico del servizio sanitario nazionale".