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Sciopero sale parto. Ginecologi ringraziano Balduzzi ma "protesta va avanti"


L’incontro tra il Ministro e i ginecologi non ha modificato la situazione. La categoria, pur riconoscendo a Balduzzi la disponibilità ad ascoltare le richieste, conferma lo sciopero del 12 febbraio.  “Restiamo in attesa che alle parole seguano i fatti e che le forze politiche diano dei segnali di interesse alle nostre richieste” 

18 GEN - Fumata nera oggi al ministero della Salute in occasione dell’incontro tra il responsabile del dicastero Balduzzi e i ginecologi di Fesmed, Aogoi, Sigo, e i chirurghi dell’Acoi che dunque confermano lo sciopero per il 12 febbraio prossimo che “sarà formalizzato – ribadiscono le associazioni – secondo la normativa vigente lunedì 21 gennaio”. Sciopero al quale hanno aderito anche i ginecologi dell’Agite e le ostetriche dell’Aio.
 
Niente da fare dunque, i ginecologi pur ringraziando Balduzzi “per la rapidità della convocazione e per la sua disponibilità ad ascoltare le nostre richieste”, attraverso una nota ufficiale ribadiscono che la “protesta è rivolta soprattutto ad attrarre l’attenzione di tutte le forze politiche affinché si facciano carico di inserire nei rispettivi programmi di governo la problematica del contenzioso medico legale e introdurre i correttivi necessari per raffreddarlo, contenendo così il fenomeno della medicina difensiva, e contemporaneamente affrontare e risolvere i problemi della sicurezza dei punti nascita nell’interesse della salute e del benessere della mamma e del bambino”.
 
“Abbiamo offerto la nostra collaborazione agli organismi ministeriali per l’attuazione delle proposte avanzate dal ministro Balduzzi a creare tavoli tecnici” fanno sapere, “tuttavia, la disponibilità del Ministro non può essere considerata un elemento sufficiente e risolutivo per poter farci recedere dalla nostra ferma intenzione di proclamare lo sciopero per il 12 febbraio”.
 
“Abbiamo consegnato al Ministro – fanno sapere i ginecologi – un documento con le motivazioni della nostra protesta e le nostre richieste: rivisitazione del contenzioso medico legale, la messa in sicurezza dei punti nascita, l’obbligatorietà da parte delle aziende sanitarie di assicurarsi. In particolare abbiamo illustrato un preventivo di polizza assicurativa nella quale si chiede ad un ginecologo il pagamento di un premio di 25mila euro per una copertura di 2 milioni di euro. Una cifra che un ginecologo non è in grado di poter pagare neanche al termine della propria carriera. Il Ministro ci ha proposto di compiere insieme un percorso di collaborazione finalizzato alla stesura del Decreto attuativo previsto dalla legge Balduzzi apportandone miglioramenti che possano renderlo più incisivo riguardo alle problematiche sollevate”.
 
“Ad oggi – lamentano le associazioni di categoria – nessun partito nei propri programmi elettorali ha preso in considerazione le criticità del contenzioso medico legale da noi sollevate e che interessa tutta la classe medica e la sicurezza dei punti nascita”.
 
E dunque i ginecologi “restano in attesa che alle parole del ministro seguano i fatti e che le forze politiche diano dei segnali di interesse alle nostre richieste ponendole nei loro programmi di governo. La protesta continua”.
 
Protesta che ricordiamo sfocerà, il prossimo 12 febbraio, nel blocco dell’attività di tutti i punti nascita italiani, nonché delle visite specialistiche, delle ecografie ostetriche e degli esami clinici, fatte salve le urgenze indifferibili, che saranno comunque garantite. I Parti cesarei e l’induzione di parti programmati, per un totale di circa 1.100 interventi stimati, saranno quindi anticipati o posticipati.

18 gennaio 2013
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