Fumata nera. Ancora nessun accordo nel comitato ristretto al Senato sul Fine Vita. L'obiettivo è ora quello di arrivare a un testo condiviso tra mercoledì e giovedì della prossima settimana, per poi tronare in commissione prima dell'esame dell'Aula il 17 luglio.
Per il presidente della Commissione Sanità di Palazzo Madama, Francesco Zaffini (FdI), "se i testi saranno due, la strada è già segnata: la maggioranza si voterà il suo, così come farà la minoranza". Secondo Zaffini, si deve evitare di creare un "business della morte". "Avendo visto che cosa è successo con la 194 vorrei evitare succedesse la stessa cosa. Partirebbero le cliniche della morte e diventerebbe business. Non non possiamo rischiare questo, bisogna trovare una via diversa". Tra le opzioni, l'intervento di un giudice tutelare.
Dalla vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone (M5S), è arrivato un invito alla maggioranza a non trovare alibi: “Oggi al Senato nel corso del comitato ristretto sul disegno di legge sul fine vita, su mia richiesta è stato distribuito il testo dei primi due articoli del futuro testo base, che recepiscono la sentenza della Corte costituzionale. Sui nodi oggetto di discussione la nostra posizione è chiara: il percorso del fine vita deve essere gestito nel Servizio sanitario nazionale e non si può inserire l’obbligo di trattamento in percorsi di cure palliative. La maggioranza non trovi alibi, da parte nostra c’è piena disponibilità a lavorare in modo costruttivo per dare finalmente al Paese una legge di civiltà”.