È un quadro critico ma propositivo quello sulla situazione attuale della sanità pubblica italiana tracciato dalla senatrice Sandra Zampa, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Sanità al Senato, nel corso di una nuova puntata di Camere Sanitatis il format editoriale multimediale promosso da Quotidiano Sanità. Per la senatrice non bisogna rassegnarsi all'idea che il Servizio sanitario nazionale sia ormai in demolizione, ma bisogna trovare la soluzione. E la soluzione parte necessariamente da un rifinanziamento strutturale. Ma anche da una decisa riforma del sistema delle cure primarie. Ma occorre anche eliminare il tetto di spesa per il personale e un piano di assunzioni massiccio accompagnato da un miglioramento delle condizioni lavorative.
Finanziamenti: “Servono investimenti veri, non slogan” Zampa ha denunciato l’ambiguità del governo Meloni nell’affrontare il tema del finanziamento della sanità. “Si afferma che non sono mai stati stanziati così tanti fondi, ma in realtà si tratta solo di coperture delle spese in aumento”, ha spiegato, sottolineando come i costi strutturali - dall’energia ai contratti, fino alla spesa farmaceutica - assorbano interamente gli incrementi nominali.
La proposta del PD è chiara: vincolare la spesa sanitaria a una quota crescente del PIL, riportandola almeno al 7%, con un obiettivo del 7,5% nel medio periodo. “Nel 2014 eravamo al 6,8% del PIL, nel 2025 scenderemo e nel 2030 le previsioni parlano di un misero 5-6%. È inaccettabile”. Il confronto con gli altri Paesi europei per Zampa è poi impietoso: “L’Italia destina il 12% della spesa pubblica alla sanità, contro il 20% della Germania, il 16% della Francia e una media UE del 15%. Siamo tre punti sotto la media europea, è una cosa gigantesca.”.
Liste d’attesa: “Servono assunzioni e un nuovo patto con le Regioni” Sul tema delle liste d’attesa, la senatrice ha evidenziato come il conflitto tra Governo e Regioni, anche politicamente affini, sia sintomatico di un approccio sbagliato: “Serve concertazione, non contrapposizione, non si può immaginare di gestire un problema gigantesco come le liste d’attesa in scontro con le Regioni”.
Secondo Zampa, potenziare il settore privato per arginare il problema è poi una strategia fallimentare: “Dove cresce il privato aumentano anche le liste d’attesa, perché viene meno il governo del sistema”. Per questo, la priorità per il PD è l’eliminazione del tetto di spesa per il personale – introdotto durante il governo Berlusconi con Meloni ministra – e un piano di assunzioni massiccio accompagnato da un miglioramento delle condizioni lavorative.
Zampa ha quindi citato l’Emilia-Romagna come esempio di modello con “qualche segnale di capacità di cominciare a dare risposte”, auspicando che “vengano presi dei buoni modelli e applicati”.
Piano pandemico e accordo Oms: “Grave isolamento dell’Italia” Sulla recente astensione dell’Italia dall’accordo pandemico dell’Oms, Zampa ha parlato senza mezzi termini: “Siamo già isolati. Sono stati 11 i Paesi astenuti e non si tratta di Paesi in testa dal punto di vista della capacità di rispondere al problema della sanità”. Ha definito la scelta “scioccante”. A suo parere il Governo ha ceduto “alle pressioni dei No-Vax e di quel mondo antiscientifico”.
La senatrice ha ricordato il ruolo fondamentale della cooperazione internazionale nella gestione delle crisi sanitarie, criticando anche l’esclusione delle Regioni dalla commissione d’indagine sulla pandemia pur essendo “loro che governano la situazione sanitaria” e la mancata intesa sul nuovo piano pandemico nazionale.
Le proposte di legge del PD: centralità alla medicina territoriale Ma su cosa punta il Partito Democratico per sostenete la sanita? “Abbiamo due proposte di legge gemelle, depositate in Senato e alla Camera, incentrate sulla riforma dell’assistenza territoriale. È da lì che bisogna ripartire”, ha affermato Zampa, “perché se tutto finisce al pronto soccorso, significa che il territorio ha fallito”. Il testo mira a superare la logica prestazionale per una presa in carico integrale del paziente. Un tema che, secondo Zampa, il ministro Schillaci aveva cercato di affrontare ma su cui poi ha fatto “marcia indietro”.
In conclusione, la senatrice ha ribadito l’urgenza di un cambio di rotta netto: più risorse, più personale, più territorio. E soprattutto, una visione di sanità pubblica come bene comune da salvaguardare.