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Camerae Sanitatis. Intervista a Marianna Ricciardi (M5S): “Accesso a Medicina, riforma debole e disomogenea. Servono più risorse, meno burocrazia e rendere il Ssn più attrattivo”

di E.M.

Medico e membro della Commissione Affari Sociali, l’on. Ricciardi critica la riforma dell’accesso a Medicina per il rischio di disparità e mancanza di uniformità. Sulle liste d’attesa invoca maggiori risorse, contrasto alla medicina difensiva e semplificazione burocratica. Definisce “ideologica” l’astensione italiana sul piano pandemico globale. Tra le proposte del Movimento, finanziamento del Ssn ancorato al PIL e revisione della responsabilità professionale.

20 GIU -

Riforma dell’accesso a Medicina, liste d’attesa, crisi del personale e sanità pubblica in affanno. Sono questi i temi toccati dall’onorevole Marianna Ricciardi, medico e parlamentare del Movimento 5 Stelle, nel corso di un nuovo appuntamento di Camere Sanitatis, il format editoriale di Quotidiano Sanità.
Per la rappresentante pentastellata una sanità pubblica solida, secondo Ricciardi, passa per investimenti adeguati, trasparenza nei percorsi formativi, valorizzazione del capitale umano e riforme strutturali in grado di affrontare alla radice le disfunzioni attuali.

Accesso a Medicina: “Il nuovo sistema non garantisce uniformità né trasparenza” Ricciardi si dice da subito critica verso la riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina varata dal Governo. “Il test nazionale aveva dei limiti, ma almeno era uguale per tutti sul territorio. Il nuovo sistema, che prevede sei mesi di corsi aperti a tutti e una selezione successiva basata sugli esami universitari, rischia di introdurre gravi disomogeneità”, ha affermato.

Secondo Ricciardi, la mancata standardizzazione degli esami universitari, che potrebbero essere sostenuti in forme e tempi diversi a seconda delle università, apre poi la porta a possibili favoritismi e raccomandazioni: “Se in un ateneo l’esame è solo scritto e in un altro anche orale, il giudizio finale potrebbe risentirne. Inoltre, con decine di migliaia di studenti da accogliere nei primi sei mesi, il rischio è che si debba ricorrere alle università telematiche con corsi a distanza per poter farsi carico di 70.000 studenti che dovranno seguire i corsi. Il punto di domanda è come sarà possibile garantire a tutti gli studenti le stesse opportunità di apprendimento?”. Insomma le maglie si allargano sempre di più.

Liste d’attesa: “Servono più fondi, meno medicina difensiva e taglio alla burocrazia” Sul fenomeno delle liste d’attesa, Ricciardi sottolinea la necessità di un adeguato finanziamento del Ssn indicizzato all’inflazione: “Negli ultimi anni il finanziamento non ha seguito l’aumento dei prezzi. Anche le entrate fiscali aumentano con l’inflazione: bisogna destinare una parte di queste risorse alla sanità”.

Un’altra leva è rappresentata dalla riduzione della medicina difensiva: “Il 25% delle prestazioni è legato a questo fenomeno. Se si intervenisse sulla responsabilità professionale, si garantirebbe serenità ai medici e si eliminerebbero esami inutili, liberando risorse e riducendo le attese”.

Fondamentale, per Ricciardi, è anche agire sulla burocrazia: “Oggi un medico di base dedica metà del tempo della visita alla compilazione di documenti e piani terapeutici. Se si semplificasse, si potrebbero visitare più pazienti in meno tempo, riducendo l’attesa”. Stesso discorso per gli specialisti.

Personale: “Non mancano i medici, ma il pubblico non è attrattivo” Ricciardi respinge l’idea che manchino medici in Italia: “Rispetto alla media europea ne abbiamo addirittura di più. Il problema è che sempre più giovani professionisti scelgono di non lavorare nel pubblico. Le cause sono le retribuzioni inadeguate, le responsabilità eccessive e le condizioni di lavoro sempre meno vantaggiose”. Molti colleghi appena specializzati, testimonia Ricciardi, decidono direttamente di lavorare nel privato privato. “Il numero di medici non cala, ma quelli che operano nel pubblico sì. Serve un piano per rendere il Ssn più attrattivo, sia dal punto di vista economico che professionale”.

Piano pandemico globale: “Astensione ideologica, ma senza effetti concreti” Sull’astensione dell’Italia rispetto all’accordo pandemico globale, Ricciardi non vede conseguenze immediate, ma critica le motivazioni: “Si tratta di una scelta ideologica, per compiacere una parte dell’elettorato con posizioni negazioniste. In un mondo globalizzato, affrontare emergenze come le pandemie richiede una risposta coordinata. Se ci fosse stata un’organizzazione globale, durante il Covid sarebbe stato tutto più semplice. Mi auguro che l’Italia possa ratificare l’accordo in una fase successiva”.

Le proposte del M5S: finanziamento legato al PIL e riforma della responsabilità professionale Ricciardi ha poi illustrato alcune priorità legislative del Movimento 5 Stelle. Primo obiettivo: garantire un finanziamento strutturale e stabile, proporzionato al PIL nazionale. “Un Paese ricco deve avere una sanità d’eccellenza: dobbiamo dotarci delle migliori tecnologie e attrezzature, all’altezza delle risorse di cui disponiamo”. E ancora, ha aggiunto: “Stiamo lavorando a una revisione della normativa sulla responsabilità professionale, avendo sempre chiaro che bisogna avere il giusto bilanciamento tra la tutela e la serenità del lavoro del professionista sanitario e il giusto ristoro per chi è vittima di mala sanità”.


E.M.

20 giugno 2025
© Riproduzione riservata

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