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Verso le elezioni. I farmacisti in Parlamento. Le loro idee e i loro progetti. Terza parte


Nuova tranche di interviste ai farmacisti candidati alle prossime elezioni politiche. A spiegarci i perché della loro scesa in campo e gli obiettivi su cui voglio concentrarsi sono oggi Ettore Novellino (Scelta Civica con Monti) e  Francesco Bigiotti e Andrea Prandini (Udc). Leggi le altre interviste: Prima parte e Seconda parte.

15 FEB - I farmacisti scendono in politica per avere un ruolo decisionale sul futuro della professione e della farmacia. Per capire le ragioni della loro candidatura e gli obiettivi su cui vogliono concentrare il loro impegno politico in caso di elezione, abbiamo chiesto a tutti e 30 i farmacisti candidati di rispondere alle nostre domande. Dopo una prima tranche di 8 interviste, pubblichiamo oggi le risposte che abbiamo ricevuto da altri 2 farmacisti candidati: Francesco Bigiotti, farmacista iscritto all'Ordine di Viterbo e candidato per la Camera dei Deputati nella lista Casini - Unione di Centro, Ettore Novellino, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Avellino, nella Lista Scelta civica con Monti per l’Italia della Campania per il Senato, e Andrea Prandini, farmacista e figlio di titolare a Salara (RO), sindaco del comune di Salara dal 2004 e candidato per la lista Udc nel collegio Veneto 1 alla Camera.
 
In attesa di ricevere le risposte degli altri candidati invitati a partecipare al nostro “forum dei farmacisti candidati”, rimandiamo all'intervista già pubblicata al presidente della Fofi, Andrea Mandelli, in corsa con il Pdl nella lista Lombardia per il Senato, al contributo del vicepresidente della Fofi e già senatore Pdl, Luigi D’Ambrosio Lettieri, confermato candidato Pdl nella lista Puglia per il Senato, alle interviste ad Alfonso Albano (Amnistia, giustizia e libertà), Giuseppe Argentieri (Pdl), Maria Pia Aldrovrandi, Fabiola Cenisio, Francesco Ferretti e Paolo Minacori (Lista Monti), Carlo Maccari (Fratelli D'Italia) e Antonio Pucci (La Destra), e alle interviste ad Attilio Marcantonio (Fratelli d'Italia) e Michele Iorio (Pdl).
 
Francesco Bigiotti, farmacista iscritto all'Ordine di Viterbo e candidato per la Camera dei Deputati nella lista Casini - Unione di Centro
Quali sono le ragioni che l’hanno convinta a candidarsi?
Mi è stato chiesto dai vertici nazionali del partito Udc, nel quale milito da anni ricoprendo incarichi politici nei direttivi provinciali e regionali ed amministrativi in qualità di Sindaco del Comune di Bagnoregio e Capogruppo in Consiglio provinciale di Viterbo, questa richiesta di candidatura mi ha offerto dunque la preziosa opportunità  di poter rappresentare il mio territorio e la mia categoria anche ai più alti livelli politici.
Quali sono gli obiettivi e le criticità da superare su cui intende concentrare il suo impegno politico?
Niente altro che: Trasparenza, Onestà e Giustizia Sociale.
Quali interventi propone per il futuro della farmacia e della professione?
Invertire la tendenza che ormai da diversi anni sta penalizzando fortemente la nostra categoria professionale e riuscire a far recepire a tutto il mondo politico che la nostra categoria rappresenta un prezioso valore aggiunto per la società italiana moderna.
 
 
Ettore Novellino, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Avellino, candidato nella Lista Scelta Civica con Monti per l’Italia della Campania per il Senato
Quali sono le ragioni che l’hanno convinta a candidarsi?
Innanzitutto mi è stato richiesto per le mie competenze nel campo della sanità e dell'università. Ma ciò che mi ha spinto ad accettare e stata la possibilità di fare da contrappeso alle scelte operate da altri rappresentanti della nostra categoria. Mi riferisco, fatto salvo il principio del libero pensiero ed il rispetto delle proprie opinioni, alla incondivisibile collocazione elettorale operata dal presidente della FOFI, dr. Mandelli.
Incondivisibile, non in quanto persona fisica, ma quale Presidente di un organismo che rappresenta tutti i farmacisti italiani che, come me, credo non abbiano nessuna intenzione ad essere di fatto collocati in un ben preciso e definito spazio politico, o ad essere utilizzati a soli fini personali.
Quali sono gli obiettivi e le criticità da superare su cui intende concentrare il suo impegno politico?
Da un posizione di Centro cercherò di spendere i miei uffici e la mia credibilità professionale per interloquire con competenza con i futuri governanti per spiegare vizi e virtù del sistema farmacia italiano, nel tentativo di fare in modo che, se ulteriore riforma dovesse esserci, ma speriamo di no, questa possa non azzerare, solo sulla base di puri ed erronei conti economici ed occupazionali, una rete di assistenza valida, efficace, economica, consolidata sul territorio e nell'opinione pubblica.
Quali interventi propone per il futuro della farmacia e della professione?
Solo ora i nostri reggenti professionali si rendono conto degli errori di mancata programmazione professionale fatti nel passato.
Troppi anni in cui ci siamo limitati a sperare che la bufera  del mutamento della professione, che l'incremento della disoccupazione passasse senza provocare grossi danni.
Ora che "la cosiddetta frittata è stata fatta" ci si rende conto che aver voluto nascondere sotto il tappeto la polvere di 1) un mondo del farmaco che è cambiato, 2) la distribuzione puramente dispensativa ha fatto il suo tempo, 3) la trasformazione della farmacia dei servizi in front-Office del SSN è rimasta solo sulla carta, 4) la genericazione del mercato è arrivata in modo improvviso e trovando una categoria impreparata, 5) il numero dei laureati è incrementato notevolmente, senza l'individuazione di nuovi spazi professionali, anzi con la concomitante sterilizzazione del canale dell'informazione scientifica, 6) le parafarmacie, aperte per un insano rifiuto a trattare con l'allora Ministro della Sanità, on. Storace, crescono a dismisura nella ricerca di uno spazio professionale che, molto spesso è avaro di un giusto ritorno economico, 7) che i normali concorsi non si sono fatti o li si è voluti di fatto prolungare per decenni. Che fare ora?
Le scorciatoie burocratiche non servono a nulla! Nella speranza che il tutto non crolli prima, bisogna tentare di: A) riposizionare il farmacista all'interno del SSN, quale operatore sanitario di esso e non quale semplice fornitore di un bene o servizio; B) creare le condizioni culturali ed operative, riformando i corsi di laurea ed i percorsi post-laurea, affinchè la farmacia possa essere inserita a pieno titolo nella rete di assistenza territoriale e domiciliare prevista dalla riorganizzazione del SSN; C) fare in modo che il farmacista coadiuvi il MMG nella medicina di iniziativa e nella presa in carico delle cronicità, fornendo al MMG tutto quanto in termini di dati biometrici, farmaci ed ausili medici che la struttura ospedaliera garantisce al medico di corsia; D) operare in termini di monitoraggio di aderenze alle terapie dei malati cronici e di assistenza domiciliare, in senso lato, ivi compresa la farmacovigilanza e la farmaco-utilizzazione; E) programmare gli accessi alla facoltà di farmacia, secondo le reali esigenze di impiego del SSN, operando una scelta simile a quella fatta delle Facoltà di Medicina alcuni anni orsono, che sebbene allora dolorosa, oggi sta mostrando i suoi frutti benefici; F) operare una distinzione di ruoli tra farmacie e parafarmacie, attribuendo alle prime la cura dei pazienti ammalati attraverso lo strumento della farmaco terapia riparatrice, mentre alle seconde può essere affidata la farmaco terapia performante rivolta alle cosiddette "persone sane" , cioè non sintomatologiche, ma che per stili di vita non idonei  si avviano ad essere soggetti a rischio.
 
 
Andrea Prandini, farmacista e figlio di titolare a Salara (RO), sindaco del comune di Salara dal 2004 e candidato per la lista Udc nel collegio Veneto 1 alla Camera
Perché ha deciso di candidarsi?
Sono un giovane farmacista rurale e da nove anni anche sindaco del mio paese. La farmacia e gli enti locali sono stati nell’ultimo anno oggetto di numerosi provvedimenti che sebbene possano essere condivisi nelle finalità denotano purtroppo la carenza di addetti ai lavori nei due rami del parlamento.  L’UDC ha sostenuto con coerenza un governo che è stato chiamato ad intervenire in una situazione di emergenza finanziaria senza precedenti.  Oggi però a differenza di PD e PDL, che appoggiavano lo stesso governo, non rinnega i provvedimenti più impopolari e che sono serviti a mettere al riparo il nostro paese dalla speculazione.
Quali sono gli obiettivi su cui intende concentrare il suo impegno in caso di elezione?
L’Italia è stata abituata a vivere creando debito, nel 2011 era data per spacciata ma grazie ad un salvataggio doloroso si è mantenuta in gioco.  Sarebbe da irresponsabili illuderci che passato lo spavento tutto possa ritornare come prima e sarebbe ingeneroso soprattutto nei confronti delle generazioni più giovani.  Allo stesso modo superata la fretta data dall’emergenza è necessario ridistribuire i sacrifici per renderli più equi e continuare sulla strada delle riforme. Uno stato più leggero, una politica più sobria ed efficace ed il riconoscimento della famiglia come pilastro della società sono punti programmatici per me imprescindibili.    
Quali interventi propone per il futuro della farmacia e della professione?
La farmacia deve pretendere di essere considerata parte integrante del sistema sanitario nazionale non solo quando fa comodo. La presenza capillare sul territorio e pertanto la possibilità di erogare servizi soni i punti di forza dai quali si deve ripartire. Un esercizio farmaceutico deve essere però economicamente sostenibile e la politica non può ignorare questo aspetto. L’accordo proposto sulla nuova remunerazione è vergognoso almeno quanto l’istituzione di molte nuove sedi in frazioni di poche centinaia di abitanti. Se la categoria vorrà continuare ad avere il ruolo da protagonista nella distribuzione del farmaco dovrà avanzare proposte tese principalmente a rafforzare in modo armonico la rete di esercizi presenti nel territorio.
 

15 febbraio 2013
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