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Opg. Il Governo prepara un decreto per prorogarne la chiusura


Ad annunciarlo il vice ministro della Giustizia Enrico Costa nel corso di un convegno organizzato ieri al Senato. D'accordo con la proroga (l'ennesima) il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, che ha parlato di un “un tavolo di monitoraggio e programmazione degli interventi” contenuto nel Dl. La commissione Igiene e Sanità prepara una risoluzione che impegna il Governo.

28 MAR - La chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, o meglio il loro superamento, avrebbe dovuto avvenire la prossima settimana: il 31 marzo. Ma non sarà così. Le Regioni, infatti, non sono pronte e hanno chiesto ancora del tempo per mettere in atto tutti gli strumenti necessari, dalle strutture alla formazione del personale. Si andrà ancora una volta dunque incontro ad una proroga. L’ennesima. Non si sa ancora di quanti anni, ma si parla di un tempo variabile tra uno e tre anni. Sarà un decreto del Governo, che dovrebbe arrivare a breve, a stabilirlo. Un decreto, annunciato ieri dal vice ministro della Giustizia, Enrico Costa, nel corso del convegno organizzato dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato sul tema, appunto del superamento degli Opg. Un convegno, fortemente voluto dalla senatrice del Pd, Nerina Dirindin, e al quale hanno partecipato, tra gli altri anche il presidente di Palazzo Madama, Enrico Grasso, e il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che durante la scorsa legislatura, come presidente della Commissione di inchiesta sul Ssn ha portato alla luce il drammatico caso di queste strutture.
 
Il decreto di proroga, che dovrebbe arrivare in tempi rapidi, vista la contingenza della scadenza dei termini, conterrà, come riferito dal sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, presente al Convegno, anche “un tavolo di monitoraggio e programmazione degli interventi, in modo da costruire un meccanismo più ricco con il quale dare senso al superamento degli Opg”.
 
Il superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari, ha detto il presidente Grasso nel suo intervento inaugurale, “è ancora lontano. Resta ancora molto da fare perché la sicurezza e la salute delle persone coinvolte siano tutelate in maniera concreta ed effettiva. È necessario un diverso approccio alla malattia mentale, che sposti gli obiettivi dell'intervento pubblico dal controllo sociale dei malati di mente alla promozione della salute e alla prevenzione dei disturbi mentali, dagli interventi fondati sul ricovero ospedaliero a quelli incentrati sui servizi territoriali di assistenza”.
 
Per completare l’iter, ha sottolineato Grasso, “è necessaria una riforma legislativa, ma serve anche un approfondito confronto con Governo, Regioni, Enti Locali e mondo del volontariato. È questo il percorso più corretto per definire le misure alternative alla detenzione e i percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale delle persone oggi ancora presenti negli Opg, stabilendo quali strutture specializzate, nell'ambito dei servizi di salute mentale, dovranno accoglierle e curarle. Non possono i pazienti continuare a pagare per le difficoltà e le lentezze delle istituzioni".
 
“Non potrò mai dimenticare – ha detto Ignazio Marino presidente della Commissione di inchiesta sul Ssn nella scorsa legislatura – l’11 giugno 2010 quando siamo entrati a Barcellona Pozzo di Gotto, nel luogo dove c’erano i letti di contenzione. C’era un uomo nudo legato al letto. Quelle immagini furono così violente che al ritorno noi della Commissione non sapevamo cosa fare, cosa dire. Decidemmo di rivolgerci al presidente della repubblica il quale ci incoraggiò a procedere ma anche a far vedere quello di cui eravamo stati testimoni. Perché, disse il capo dello Stato, altrimenti nessuno vi crederà. Girammo così ore e ore di filmato in tutti e sei gli Opg italiani. Da quel momento abbiamo poi posto sotto sequestro strutture come quella di Barcellona Pozzo di Gotto, e decisi di non votare la fiducia al Governo Monti se non ci fosse stata una legge finanziata con un impegno preciso per la chiusura di quei luoghi che Giorgio Napolitano aveva definito un ‘orrore per un Paese appena, appena civile’. La legge fu fatta, il ministro Severino, in un decreto legge, introdusse termini molto chiari per la chiusura di questi luoghi. Quella legge prevedeva 120milioni per il 2012, 60milioni per il 2013, 38milioni per l’assunzione del personale per il 2012, 55milioni ogni anno, dal 2013 in avanti”.
 
Eppure, nonostante i fondi si decise ugualmente di prorogare di un altro anno la chiusura degli Opg, passando dal 31 marzo 2013 al 31 marzo 2014. “Adesso so che c’è una drammatica possibilità che questo termine venga prorogato fino al marzo 2017, ricordo benissimo gli odori, le immagini di quando si entrava in quei luoghi, io credo che le proroghe siano inaccettabili. Trasformano queste persone in persone dimenticate per questo chiedo a tutti voi legislatori di fare veramente tutto quello che è possibile per dimostrare che qui al Senato della repubblica siamo donne e uomini di legge”.
 
"Nel momento in cui so che si sta scrivendo un decreto legge che dovrebbe addirittura rinviare fino al 2017 la chiusura di questi luoghi definiti dal presidente della Repubblica un orrore per un paese appena civile, rivolgo un appello davvero accorato al Capo dello Stato Giorgio Napolitano che ha seguito con sofferenza personale l'orrore degli Opg”. Altro appello Marino lo ha rivolto al premier Matteo Renzi  “vorrei dire che il prolungare gli Opg per altri quattro anni sarebbe una frenata devastante a una riforma attesa dal 1978”.
 
La presidente della commissione Igiene e sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi, nel suo ruolo di moderatrice, ha detto “penso che ci voglia molta razionalità per non andare persino oltre l’indignazione. Questo problema porta molta emotività. Su questo tema si è troppo convinti di conoscere le cose, di essere schierati, si è troppo convinti di non avere dubbi su nulla. Io non penso sia così e il seminario di oggi serve anche ad aiutarci a decidere in modo informato. Quindi ad avere elementi che siano reali, di analisi per fare poi le scelte che faremo”.
Questo seminario, ha spiegato De Biasi “nasce oltre che dall’impulso della senatrice Nerina Dirindin, anche dall’intera Commissione Igiene e Sanità che è intenzionata a dare battaglia fino in fondo su questo argomento perché il ruolo del legislatore è anche e soprattutto risolvere i problemi e non solo dire da che parte sta. In previsione della scadenza della proroga, il prossimo primo aprile, abbiamo chiesto al presidente Grasso il cosiddetto ‘affare assegnato’ per occuparci in modo specifico del tema. Faremo poi una risoluzione, un atto cogente per il Governo, e la settimana prossima la sottoporremo all’Aula del Senato”. Risoluzione che riguarderà “il superamento degli Opg e salute mentale perché le due cose vanno assieme”.
 
Carlo Lusenti assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna, nel corso della tavola rotonda che ha fatto seguito al Convegno, a cui hanno partecipato Stefano Cecconi di StopOpg e i due componenti del Governo, ha spiegato che “la questione superamento Opg non è solo traducibile in termini di tempo e mezzi. Anzi. E va ribadito che bisogna chiudere. Su questo non si apre la discussione, la chiusura è il fine che va perseguito con il massimo grado di assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori istituzionali. Subito. Se la discussione sui fini non esiste, bisogna essere uomini di verità e giustizia. E dobbiamo dire la verità quando parliamo dei mezzi che servono a perseguire la chiusura”. Perché secondo Lusenti “non elencare i problemi, far finta che non esistono, non elencare le responsabilità e diluire tutto in un generico bisogna fare, significa non riconoscere la verità”.
 
Quali dunque gli ostacoli da superare? Innanzitutto il ruolo della magistratura che con pene inadeguate alimenta il flusso di internati. “Nel 2012 ne sono entrati 633 mentre nel 2013, 604. O questo flusso si ferma oppure questo ostacolo non lo superiamo. Questo ostacolo è prodotto, sia chiaro legittimamente, dalla magistratura e non lo ferma nessun altro. Quindi c’è un tema di leggi e di applicazioni delle leggi”. Secondo ostacolo per Lusenti “i servizi ci devono essere e devono funzionare. Questo pezzo però che riguarda i dipartimenti di salute mentale che sta dentro ad un altro pezzo, più grande che in questi anni è stato abbandonato, che è il ragionamento sul diritto alla salute e le politiche di sostengono al diritto alla salute di ciascun individuo”. Terzo punto invocato da Lusenti “ci vuole nell’assunzione di responsabilità una cabina di regia permanente che coinvolga ministero della Salute e della Giustizia, regioni e Parlamento. Altrimenti si cadrà sempre nell’eterno vizio di cercare il colpevole. Noi diciamo mettiamo in fila i problemi, troviamo le soluzioni, assumiamoci le responsabilità e il tempo necessario sia il più breve possibile. Perché quelle residenze non le hanno inventate le regioni sono scritte nella legge e le regioni non scrivono la legge né la cambiamo”.
 
Per Stefano Cecconi del Comitato StopOpg “Siamo ad un bivio decisivo: il 
primo aprile scadrà il termine fissato dalla legge per la chiusura 
degli ospedali psichiatrici giudiziari. Ma le Regioni, responsabili 
dell'assistenza sanitaria all'interno delle strutture, non sono ancora
pronte nonostante le proroghe già concesse e gli impegni assunti. Si 
è costretti a negoziare un nuovo rinvio”. Questa per Cecconi “è  una situazione paradossale che provoca una grande sofferenza ai mille internati delle sei strutture presenti sul 
territorio nazionale”. Quindi Cecconi ha presentato le sue proposte “Per prima cosa occorre creare una cabina di regia con le istituzioni, un’autorità 
in grado di seguire il percorso di superamento degli Opg impedendo 
nuove proroghe. È poi indispensabile una modifica della legge penale 
in tema di misure di sicurezza. Senza un intervento sostanziale sul 
codice Rocco, che ha dato vita ai manicomi giudiziari, resta aperto il
rubinetto che li alimenta. Chi commette un reato deve essere 
giudicato, scontare una pena se colpevole, e se ha bisogno di cure 
essere assegnato ad un luogo adatto”.
 
Infine, “è necessario, come previsto dalle norme e dalle 
sentenze della Corte Costituzionale, organizzare misure alternative e 
destinare, da subito, almeno metà degli internati a comunità, 
residenze, strutture protette che garantiscano loro le cure necessarie
e che permettano il recupero”.
“Ci sono le risorse per questa operazione – ha concluso Cecconi - 
e portarla a termine vuol dire potenziare i servizi di salute mentale nel territorio per tutti i cittadini, non solo per gli internati. E 
significa soprattutto restituire al personale sanitario funzioni di 
cura e non di custodia, che si avrebbero qualora le Regioni 
insistessero nel costruire al posto degli Opg dei mini Opg regionali”.
 
Enrico Costa, vice ministro della Giustizia, ha spiegato che il ministero della Giustizia è orientato a mantenere la proroga limitata a un anno, ma
che abbia dei contenuti” e non sia solo uno spostamento in avanti. “Compito del ministero della Giustizia – ha detto ancora – è verificare i passaggi tecnici e se ci possono essere dei miglioramenti”.
“Sulla materia carceraria oggi c’è molta attenzione in particolare per quanto riguarda le strutture e la capienza e i trattamenti disumani e degradanti secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo. È importante che il superamento degli Opg non si perda rispetto a questo argomento perché un minimo comun denominatore sicuramente c’è. Spesso il legislatore stabilisce i termini, gli obblighi e poi non fornisce mezzi e scarica le responsabilità sui soggetti delegati”.
 
Il decreto di proroga, ha spiegato Costa, non conterrà solo una data perché “quando viene chiesta la proroga il governo deve porre dei paletti molto chiari e dei percorsi da far rispettare. La proroga non potrà essere particolarmente forte, nei limiti dell’anno e con principi chiari. Diversamente ci troveremmo a lottare tra burocrazia e diritto alla salute, una lotta impari”.
 
Il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo ha confermato che il decreto non avrà solo una data ma anche altro. Prevedibilmente sarà “un meccanismo normativo, veloce, un provvedimento dedicato a questa materia, dentro al quale c’è sicuramente un allungamento dei tempi insieme però a un tavolo di monitoraggio per la programmazione degli interventi”.
Secondo De Filippo infatti solo “costruendo un meccanismo più ricco è possibile dare un senso al superamento degli Opg”. 
 
Stefano Simoni

28 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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