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Agenas. Bissoni in audizione alla Camera: “Quello che prevede il nuovo Patto non è un semplice riordino”


“C'è bisogno di una rilettura delle funzioni, di riaggregazione
delle competenze e riallocazione delle risorse” ha detto il presidente di Agenas. Molte le
 funzioni assegnate, secondo il Patto all'Agenas, tuttavia “l'agenzia deve anche essere messa in condizioni di
 adempiere ai nuovi compiti”.

06 AGO - “Quello che prevede il nuovo Patto per  la Salute non è un semplice riordino delle agenzie, ma qualcosa di più significativo. Queste strutture diventeranno sostegno  tecnico scientifico e vera e propria cerniera tra ministero e regioni per ridare senso al nostro Ssn”.
Lo ha spiegato Giovanni Bissoni, presidente dell’Agenas, nel corso dell'audizione in Commissione Affari Sociali della Camera, in merito alla riorganizzazione, prevista nel nuovo Patto per la Salute, dell'Agenas stessa, dell'Iss e dell'Aifa.
 
Però, per far si che il processo sia effettivo, “abbiamo bisogno di una rilettura delle funzioni, di riaggregazione delle competenze e riallocazione delle risorse”. Molte le funzioni assegnate, secondo il Patto all'Agenas, che sarà incaricata di monitorare i piani di rientro e il diritto di tutela alla salute nelle Regioni. Tuttavia, ha specificato Bissoni, “l'agenzia deve anche essere messa in condizioni di adempiere a i nuovi compiti. Se si deve espandere l’attività del piano nazionale esiti al territorio, serve una revisione del sistema informativo nazionale che garantisca quantità e qualità di dati e accesso banche interconnesse”.
 
 “In Italia non – ha aggiunto Bissoni – ci sono venti Sistemi sanitari diversi, ma due: il centro-nord e il centro-sud. A mio avviso il problema non è la diversità dei sistemi ma dei livelli essenziali di assistenza”.
 
“Mi chiedo – ha detto ai componenti della Commissione Affari Sociali – se il problema della sanità italiana sia la differenza organizzativa che troviamo in regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, o i livelli diversi di assistenza garantiti ai cittadini nelle diverse regioni. Ci sono regioni che con sistemi diversi riescono a rispettare i Lea, mentre altre che con sistemi omogenei tra loro, invece, non li rispettano”.
 
“Abbiamo bisogno – ha concluso – di politiche sanitarie nazionali incisive senza che si trasformino in una nuova centralizzazione, che non sarebbe coerente con la storia del Paese. E questo è il sistema di governance nazionale che prefigura il nuovo patto per la salute”.

06 agosto 2014
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