Gravidanza. Dal ministero della Salute il vademecum contro smagliature e inestetismi cutanei
La pelle in gravidanza è vittima delle modificazioni ormonali che possono creare inestetismi come le odiate smagliature, ma anche macchie, capillari dilatati e peluria in eccesso. Dal ministero della Salute consigli e rimedi per prevenire e curare le piccole controindicazioni della maternità.
18 SET - Sono scritte nel destino, e sulla pelle, di oltre il 50% delle donne in gravidanza, arrivano di solito intorno al sesto mese e prediligono le donne giovani al primo parto. Sono le temute smagliature, inestetismi molto frequenti caratterizzati da atrofia e riduzione di spessore della cute. Dal punto di vista istologico sono vere e proprie cicatrici, dovute alla frattura delle fibre di collagene a livello del derma, lo strato più profondo della pelle. Le inconfondibili striature, durante la gravidanza, colpiscono l’addome, i fianchi e il seno, e arrivano sia a causa dell’aumento di cortisolo, un ormone che indebolisce le fibre elastiche, il collagene e i mucopolisaccaridi che formano l'impalcatura del derma, sia perché il volume cutaneo cambia rapidamente.
E se, una volta arrivate, si può solo cercare di renderle meno visibili, secondo le indicazioni del ministero, la miglior cura è la prevenzione.
In primis è necessario armarsi di santa pazienza e applicare ogni giorno sulle zone interessate prodotti cosmetici come creme, emulsioni o sieri a base di sostanze elasticizzanti tra cui l’acido boswelico, l’elastina, il collagene, l’acido ialuronico e la vitamina E.
Poi, ovviamente, bisogna puntare su uno stile di vita sano con una alimentazione equilibrata ricca di acqua, proteine, vitamine e antiossidanti. Da evitare le brusche variazioni di peso, il fumo e alcune attività sportive come il body building e il tennis che favoriscono lo stiramento della cute.
Arrivato l’atteso erede, la sorte delle odiate smagliature può essere diversa. Alcune, infatti, rimangono ma si assottigliano e cambiano colore diventando bianche o color avorio nella fase cosiddetta cicatriziale.
E così, dopo l’allattamento, si può correre ai rimedi. Esistono varie alternative come i peeling chimici a base di acidi che favoriscono la sintesi di collagene e i trattamenti di radiofrequenza, che stimola la cute a produrre collagene ed elastina attraverso il calore. Efficaci anche i laser frazionali e il Dye laser, indicato nelle smagliature rosse per uniformare il colore. Nel frattempo, fin dal primo trimestre, è molto probabile che si verifichi un aumento della pigmentazione della pelle. Accade infatti al 95% delle donne in gravidanza e si tratta di uno scurimento di alcune zone della pelle come le areole mammarie, i genitali, le ascelle e soprattutto la cosiddetta linea alba, che va dall’ombelico al pube.
Una variante è il melasma o maschera gravidica, che colpisce il 50-70% delle donne in attesa, con macchie scure sopra il labbro superiore, sugli zigomi e sulla fronte.
Accentuato dell’esposizione al sole o alle lampade abbronzanti, il melasma è causato sia da una predisposizione genetica, sia dagli ormoni, in particolare quelli ovarici. Via libera quindi a creme con alti fattori di protezione da applicare anche in città.
A fine allattamento si può iniziare a usare creme schiarenti e peeling chimici, mentre laser e luce pulsata possono essere sconsigliati.
I capillari dilatati sulle gambe sono un altro “dispetto” degli estrogeni e l’aumento di peso verso la fine della gravidanza dà il suo contributo.
A quel punto, di solito durante il terzo trimestre, possono arrivare anche gli angiomi stellari, che colpiscono in media il 15-30% delle donne, e sono caratterizzati da un piccolo punto centrale rosso da cui si irradiano capillari sottilissimi.
E se l’aumento del flusso sanguigno può causare un arrossamento del palmo delle mani e delle gengive, in gravidanza può aumentare anche la peluria sul viso o nella zona sovra-pubica: in questo caso i responsabili sono gli androgeni di origine ovarica e surrenalica.
18 settembre 2014
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