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Politiche sociali. Poletti alla Camera: “Necessario lavorare sull’integrazione socio-sanitaria”


Altrimenti, ha detto Poletti “si riprodurranno i problemi che ben conosciamo”. Il ministro, nel seguito dell’audizione in Commissione Affari Sociali ha parlato anche di legge di stabilità, legge delega del terzo settore, bonus bebè e politiche per la famiglia. Spazio inoltre per il ruolo degli enti locali e la disabilità.

21 OTT - “L’integrazione socio-sanitaria è un tema assolutamente rilevante sul quale occorre lavorare. Se non lo faremo continuando a lavorare su linee verticali, per cui ognuno fa i conti con il proprio bilancio, con i propri mezzi, con le proprie possibilità, inevitabilmente si riprodurranno i problemi che ben conosciamo”. Così il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, oggi in Commissione Affari Sociali della Camera nel seguito dell’audizione sulle linee programmatiche del Governo in materia di politiche sociali. Ribadendo che lavorando per compartimenti stagni si creano “delle diseconomie che generano minore efficacia ed efficienza. Questo è un tema importante e c’è la nostra intenzione di intervenire”.
 
 
Legge di stabilità, legge delega del terzo settore, bonus bebè e politiche per la famiglia, ma anche ruolo degli enti locali e disabilità. È questa l’essenza delle questioni che erano state proposte dai componenti della Commissione e a cui il ministro ha risposto, seppur in tempi stretti a causa dell’accavallarsi dei lavori dell’Aula di Montecitorio. Poletti ha comunque dato disponibilità ad un nuovo incontro anche in considerazione del fatto che d’ora in poi, prevedibilmente l’agenda sarà dettata dalla legge di stabilità e che quindi ci sarà la possibilità/necessità di approfondire alcuni temi.
 
Con legge di stabilità per Poletti “stiamo andando verso una stabilizzazione” delle politiche sociali. Su molti elementi “come il fondo per la non autosufficienza, c’era bisogno di stabilità. Ora, dovremmo essere nella condizione di far sì che molte politiche diventino strutturali”, e anche se ci sono “le risorse assegnate, c’è ancora un pezzo di lavoro da fare”. E il riferimento del ministro del Lavoro è a quelle misure contro la povertà, la social card, o la polinclusione che oltre alle risorse “che devono essere incrementate, hanno bisogno di una riforma in termini di strumenti che sono superati e che non riescono a produrre quei risultati per i quali sono stati creati”.
 
Legge delega sul terzo settore.
Alcuni degli interventi dei parlamentari hanno chiesto conto al ministro del perché di una legge delega sul terzo settore. Poletti ha spiegato che “siamo di fronte ad una situazione che necessità un intervento complesso. Questo settore affronta una quantità rilevante di tematiche e ciò ci porta a dire che la legge delega è lo strumento più congruo per affrontare, all’interno di un disegno organico, le singole componenti di questa tematica”.
 
Denatalità e famiglia
Brevemente Poletti ha riferito che “su queste problematiche” oggi il governo è in grado di dare una risposta con: “il bonus bebè. Attraverso questo meccanismo – sono state le parole di Poletti – cerchiamo di dare una risposta alle famiglie e agli oneri che la scelta di avere un figlio comporta”.
Il ministro ha inoltre spiegato la scelta di far partire l’Isee dal 1 gennaio 2015 “è stata dettata dal fatto che abbiamo voluto dare il tempo congruo a cittadini e istituzioni per prepararsi. Al momento è in distribuzione la modulistica, stiamo facendo la formazione e stiamo dando le informazioni”.  
 
Enti locali e politiche sociali
L’esecutivo riconosce il ruolo degli enti locali sulle politiche sociali e per questo “devono avere gli strumenti per agire. Dentro la legge di stabilità ci sono opzioni rivolte da un lato all’allentamento del patto di stabilità ma dall’altro alla riduzione della spesa. Questi due elementi, dal nostro punto di vista, producono una risposta positiva” dando quindi la possibilità agli enti locali di agire sulle politiche sociali.
 
Disabilità
Sulla disabilità il governo non ha pensato ad un’azione specifica “ma vogliamo dare una dimensione organica agli interventi che si fanno in questi contesti”. Perché realizzare “un piano di azione senza una strumentazione in grado di rendere coerenti le azioni, significa svuotare di significato, rendere sterile la nostra azione”. 

21 ottobre 2014
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