Delega lavoro Patto Salute. Giovani medici SIGM: “Bene Reti regionali ma vi entrino anche i mmg. Rischio inquadramenti differenziati”
Per il Segretariato italiano dei giovani medici la nuova organizzazione ospedale-università prevista dal nuovo testo va bene. Ma mantengono dubbi sul nuovo modello di inquadramento nell’ultimo biennio di formazione specialistica: “Seri rischi di disparità di trattamento nella progressione di carriera”.
17 GEN - “Bene che sia passato il concetto di Reti Regionali di Formazione dei giovani medici, che seguano un accreditamento rigoroso basato su standard nazionali, come proposto dalla nostra Associazione a tutti i livelli. Ma Ministeri e Regioni abbiano il coraggio di ricomprendere nelle reti integrate anche la formazione di medicina generale per allinearla agli standard UE. Bene anche il mantenimento del meccanismo di selezione su base nazionale”. Così il Segretariato italiano dei giovani mkedici alla notizia delle
modifiche alla legge delega sulle risorse umane.
Ma qualche perplessità sul nuovo testo rimane. “Esprimiamo forti perplessità – dicono alla SIGM - in merito all’ipotesi di un inquadramento differenziato, negli ultimi anni di corso, riservato ad un contingente limitato e variabile di medici in formazione, che andrebbe a carico delle Aziende Sanitarie del SSN, e quindi delle Regioni, selezionato attraverso specifici bandi di concorso!.
“Il rischio – spiegano - è di incorrere nell’errore di riservare disparità di trattamento nella progressione di carriera. E’ di fondamentale importanza inoltre evitare che tali ruoli siano parte integrante delle piante organiche, col rischio di saturarle e di non garantire adeguati sbocchi lavorativi alle giovani generazioni”.
“Resta ancora da chiarire - aggiungo inoltre - se il contribuito economico che offrono le Regioni possa essere tale da garantire, direttamente o indirettamente, un incremento significativo del contingente di contratti di formazione per ridurre il gap tra numero di laureati e sbocchi nel post lauream”.
Per i Giovani medici la via da seguire è che “la legge delega definisca criteri e metodologia per la previsione e definizione dei fabbisogni su base regionale e nazionale”. Il tutto essendo “resi partecipi della discussione e del processo di definizione della legge”.
17 gennaio 2015
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