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Ddl concorrenza. Approvati alla Camera 7 Ordini del giorno sulle farmacie. E Zoggia (Pd) apre nuovamente alla liberalizzazione della fascia C: “Si ridefinisca l'attuale sistema di distribuzione” 

di Giovanni Rodriquez

Ulteriore conferma circa il fatto che, nonostante il voto compatto a Montecitorio, sul tema le posizioni interne al partito restano tutt'altro che univoche e la questione potrebbe considerarsi non del tutto chiusa. Con gli altri Ordini del giorno si chiede invece un monitoraggio del governo circa gli effetti conseguenti all'ingresso delle società di capitali nel settore e i possibili risvolti a livello occupazionale.

08 OTT - Sette gli Ordini del giorno riferiti all’articolo 32 del disegno di legge sulla concorrenza approvati dall’Aula della Camera. Due di questi erano già stati anticipati da Quotidiano Sanità nei giorni scorsi: quello presentato a prima firma da Pierpaolo Vargiu (Sc), nel quale si chiedeva più potere ad Aifa a scapito di Agenas nel processo di determinazione del prezzo di riferimento dei farmaci ospedalieri ai fini delle gare d'acquisto regionali; e quello presentato da Giulia Grillo (M5S) che chiede al governo di “sburocratizzare” la procedura di registrazione dei farmaci generici nel momento in cui scade il brevetto dell’originator.

Spicca, tra gli altri, quello di Davide Zoggia (Pd) che chiede di “ridefinire organicamente, entro sei mesi, l'attuale sistema di distribuzione e vendita dei farmaci, nell'ottica di abbassare i prezzi favorendo la concorrenza”. La valutazione fatta dal deputato dem è chiara: dal 2006, con le ‘lenzuolate’ di Bersani e l'apertura delle parafarmacie, “c’è stata la liberalizzazione del prezzo del farmaco cosiddetto Otc (ndr. da banco o automedicazione), che può essere comprato senza ricetta: tale apertura del mercato ha fatto registrare, dall'anno successivo, un calo del prezzo dei farmaci 20 per cento secco in tutt'Italia, garantendo al contempo aumento occupazionale e maggiore accessibilità all'acquisto degli stessi”. Negli anni successivi, con il Governo Monti, questa possibilità è stata poi allargata anche ai farmaci di fascia C senza ricetta medica. La proposta di Zoggia sembra quindi essere in linea con quanto emerso dalla riunione del Gruppo Pd nei giorni scorsi: chiusura ad ogni emendamento che riveda l’attuale sistema di distribuzione del farmaco per rimandare, eventualmente, l’intero discorso della liberalizzazione dei farmaci di fascia C con ricetta medica ad una vera e propria riforma organica. Ulteriore conferma circa il fatto che, nonostante il voto compatto a Montecitorio, sul tema le posizioni interne al partito restano tutt'altro che univoche e la questione potrebbe considerarsi non del tutto chiusa.

Quanto agli altri, l’Ordine del giorno di Margherita Miotto (Pd) pone una particolare attenzione all’ingresso dei capitali nel settore e impegna il governo “a valutare l'opportunità di assicurare che siano salvaguardate autonomia e responsabilità del farmacista in particolare in coincidenza con l'ingresso delle società di capitali, al fine di contemperare la ricerca di ritorno economico connaturata all'esercizio dell'impresa, con la superiore finalità della tutela della salute”. Si richiede inoltre di “valutare l'opportunità di attuare tutte le opportune iniziative al fine di vigilare che non si formino posizioni dominanti e soprattutto siano resi disponibili in ogni farmacia, comprese quelle gestite da società di capitali, tutti i medicinali basati sullo stesso principio attivo e non soltanto alcuni”.

Sempre sullo stesso tema interviene quello di Marisa Nicchi (Sel) che impegna il governo a valutare l’opportunità di monitorare gli effetti conseguenti all’apertura anche alle società di capitale nella titolarità della farmacia e a valutare “l'opportunità di tutelare e implementare l'importante ruolo svolto dalle farmacie rurali e dalle parafarmacie e di individuare tutte le iniziative volte a garantire la continuità e i livelli occupazionali delle medesime, anche alla luce del previsto ingresso delle società di capitale nella distribuzione farmaceutica; a valutare l'opportunità di abbassare la soglia di popolazione richiesta per l'apertura delle farmacie, attualmente fissata in una farmacia ogni 3.300 abitanti”. Infine, viene fatta richiesta di trasparenza circa i bilanci e le attività delle strutture sanitarie accreditate, “anche mediante la pubblicazione sul proprio sito internet di rapporti periodici circa le attività svolte e la qualità del servizio erogato, con particolare riferimento ai volumi di attività clinica e ai tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni”.

L’Ordine del giorno presentato da Antonio Boccuzzi (Pd) e firmato da diversi componenti del suo gruppo parlamentare, si concentra invece sui possibili sviluppi relativi al piano occupazione, in particolare per le parafarmacie, che potrebbero derivare dalle novità introdotte. Si impegna quindi il governo a valutare “l'opportunità di monitorare l'attuazione delle disposizioni previste nell'articolo 32, con particolare riguardo alla possibile incidenza che i nuovi assetti proprietari delle farmacie potranno avere sull'intero settore della distribuzione farmaceutica, prevenendo e gestendo eventuali ricadute negative sul piano occupazionale che si dovessero determinare, in particolare sulle realtà distributive più recenti, quali le parafarmacie”.

Infine, l’Ordine del giorno di Romina Mura (Pd) guarda al possibile impatto dello spostamento di Comune per le farmacie soprannumerarie e chiede al governo di valutare l’opportunità di “definire procedure, luoghi e strumenti in cui, relativamente a eventuali trasferimenti di farmacie soprannumerarie, i Comuni possano valutare l'impatto del trasferimento medesimo e avanzare proposte alternative al fine di garantire una equa accessibilità di tutti i cittadini al servizio farmaceutico”.  
 
Giovanni Rodriquez

08 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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