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Ddl concorrenza. Mnlf in audizione al Senato: “Solo da liberalizzazione Fascia C risparmi per i cittadini. Con la sola apertura al capitale privato si favoriranno oligopoli”

di G.R.

Così il presidente Vincenzo Devito. “Solo con un sistema duale si registreranno sconti consistenti sui prezzi dei farmaci”. Sul tema della sicurezza: “È un problema che non esiste, anche in parafarmacia ci sono farmacisti abilitati e sistemi di farmacovigilanza”. E sulla chiusura delle piccole farmacie: “Nessuna attività può andare in crisi con una perdita presunta di 45-55 euro al giorno”. L'AUDIZIONE

01 DIC - “Per aumentare il sistema di concorrenza nell’ambito della distribuzione dei farmaci non basta aprire il settore al capitale privato. Anzi, in questo modo si crea un sistema da oligopolio senza concorrenza. È piuttosto necessario incentivare un sistema duale. Non a caso, solo dopo il decreto Bersani i consumatori hanno cominciato a poter usufruire di sconti più consistenti. Risparmi che, invece, non si sono registrati laddove questa concorrenza è stata negata: sulla vendita dei farmaci di fascia C con ricetta medica”. Così il presidente del Movimento nazionale liberi farmacisti, Vincenzo Devito, è intervenuto questa mattina in audizione in commissione Industria al Senato nell’ambito dell’esame del disegno di legge sulla concorrenza.

“La nostra è semplicemente una richiesta di libertà, non c’è nessun valido motivo per non liberalizzare farmaci i farmaci di fascia C”, ha proseguito Devito, che ha poi affrontato nel dettaglio tutte le principali argomentazioni utilizzate a difesa dello status quo.
 
Problema sicurezza per i cittadini? “Non esiste, c’è sempre farmacista abilitato dietro il bancone a dispensare medicinali e, inoltre, le stesse parafarmacie sono soggette a farmacovigilanza”.
 
Quanto poi alla temuta chiusura delle farmacie in crisi, il presidente del Mnlf ha spiegato: “Le farmacie non chiudono. La crisi che ha attanagliato alcune attività è spesso dovuta all’uso disinvolto delle risorse aziendali. Con la liberalizzazione di fascia C si stima per le farmacie una perdita presunta di 45-55 euro al giorno, come un’attività possa arrivare a chiudere per cifre simili è un mistero”.
 
In questi anni, ha illustrato Devito, le farmacie hanno persolo solo il 9% del mercato in 8 anni a danno di altri canali distributivi. “C’è poi da chiarire che le farmacie non chiudono, i cittadini non rimangono sguarniti di quel servizio. Chiudono, piuttosto, le gestioni di quell’azienda mentre la concessione viene aggiudicata ad altri e il servizio prosegue”.
 
Citando poi lo studio Aifa nel quale si registrava un mancato risparmio in termini economici per i cittadini a seguito delle liberalizzazioni iniziate con le ‘lenzuolate’ di Bersani, il Mnlf ha sottolineato come l’aumento del costo dei farmaci di automedicazione sia stato dovuto al fatto che la stessa Aifa abbia spostato in quel periodo 430 farmaci dall'elenco di quelli con obbligo di prescrizione a quello senza obbligo di prescrizione. “La verità – ha dichiarato Devito - è che i prezzi dei farmaci da banco sono aumentati dal 2011 solo dello 0,9%, mentre, nello stesso periodo, i farmaci con obbligo di ricetta sono aumentati del 5%”.
 
Infine, sui concorsi straordinari per le nuove aperture di sedi farmaceutiche: “Sarà un successo se, alla fine di questo percorso, si potrà arrivare ad aprire 1000 farmacie. Il problema è il potere capillare degli attori già presenti sul mercato hanno fatto scegliere a Comuni e Regioni sedi, destinate alle nuove aperture, dove il bacino di utenza è di circa 100 abitanti e la sopravvivenza economica è impossibile. Liberalizzare farmaci fascia C – ha concluso - è nell’interesse dei consumatori. Le leggi non dovrebbero ostacolare, ma anzi favorire la libera impresa”.  
 
Giovanni Rodriquez

01 dicembre 2015
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