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I fisioterapisti si appellano ai senatori per evitare riconoscimento Osteopati e Chiropratici


L’Associazione italiana fisioterapisti (Aifi) scrive ai Senatori chiedendo di modificare i contenuti del disegno di legge che prevede la creazione di due nuove professioni sanitarie. “Mancano le necessarie garanzie per la salute dei cittadini”, afferma il presidente Mauro Tavarnelli, secondo il quale “non è stato rispettato il percorso previsto dalla legge”.

10 MAG - Il testo del disegno di legge Lorenzin contiene “inopportuni articoli, che mirano all'istituzione di nuove professioni sanitarie” ma “in palese inosservanza delle giuste disposizioni previste dalla Legge 43 del 2006”. Un giudizio netto e negativo, già espresso più volte dai fisioterapisti italiani dell'Aifi e che oggi è stato ribadito in una lettera inviata ai senatori alla vigilia del passaggio in Aula del ddl approvato in Commissione Sanità nei giorni scorsi. Per il presidente nazionale dell’Aifi, Mauro Tavarnelli, ci sono infatti troppi “rischi per la salute dei cittadini derivanti dagli articoli 4 e 12 che istituiscono due nuove professioni sanitarie: l’osteopata e il chiropratico”.

“Si tratta - spiega l’Aifi in una nota - di pratiche che sono state riconosciute come professioni sanitarie solo in una decina di paesi in tutto il mondo e che non hanno alcuna evidenza scientifica dei risultati: le tecniche di “terapia manuale” con cui osteopati e chiropratici sostengono di poter curare patologie anche molto gravi e complesse, (dall’asma, ai problemi articolari fino alle coliche o le otiti) non hanno mai avuto alcun riscontro comprovabile e rischiano di essere anche dannose quando effettuate senza alcuna diagnosi medica. Osteopati e chiropratici, formati senza alcuna certificazione, in scuole non regolamentate per la formazione sanitaria a livello ministeriale, sono promossi a professionisti della sanità ‘senza rispettare il percorso di validazione scientifica già previsto dalla legge, proprio a tutela della salute dei cittadini e a garanzia di quella affidabilità scientifica che giustifica l’istituzione  di una professione sanitaria”.

Per l’Aifi, “una legge nata per evitare l’odioso fenomeno dell'abusivismo professionale nella sanità rischia invece di innescare una sorta di ‘sanatoria’ per quei soggetti che fino ad oggi hanno lavorato in assenza di controlli e di titolo abilitante all’esercizio di professione sanitaria, operando non in virtù di “titoli” relativi ad una formazione sanitaria pregressa, che non è mai esistita in Italia, ma utilizzando esperienze formative svolte in ambiti privi di alcuna regolamentazione o riconoscimento ministeriale. Osteopati e chiropratici diverrebbero quindi dei professionisti riconosciuti, ma senza aver mai in realtà conseguito alcun titolo abilitante e senza “poter vantare esperienze cliniche pregresse” perché, “trattandosi di attività sanitarie, sarebbero state condotte in evidente esercizio abusivo da soggetti privi di abilitazione”.

Nella lettera l’AIFI chiede quindi ai senatori di “intervenire, evitando di creare un pericoloso precedente, e di trasformare una normativa attesa da più di 500.000 professionisti in un rischio per la salute dei cittadini e per la credibilità del sistema sanitario del paese”.

10 maggio 2016
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