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Ddl povertà. Camera approva il provvedimento. Piazzoni e Giacobbe (Pd): “Reddito inclusione misura nazionale contro povertà”


"Con il provvedimento si compie una scelta precisa per assicurare l’efficacia degli interventi: puntare su una forte collaborazione tra i vari livelli istituzionali e a una forte integrazione tra soggetti diversi (Comuni, Centri per l’impiego, Asl, Terzo Settore) a livello degli ambiti distrettuali, rafforzando la rete dei servizi attraverso l’uso dei fondi europei e definendo modalità stabili di gestione associata". Questo il commento delle due deputate dem.

14 LUG - “Con l’approvazione alla Camera del ddl povertà anche nel nostro Paese si introduce finalmente una misura nazionale di contrasto alla povertà: il reddito di inclusione, un sostegno economico a cui si affianca un progetto personalizzato di attivazione, realizzato dagli enti locali in rete con tutti i servizi del territorio.” E’ quanto affermano Ileana Piazzoni e Anna Giacobbe (PD) relatrici alla Camera dei Deputati del provvedimento.
 
“Il disegno di legge delinea il reddito di inclusione come misura a carattere universale attraverso il graduale incremento delle risorse del Fondo istituito con la legge di stabilità 2016: 600 milioni per l’anno in corso e 1 miliardo di euro a partire dal 2017, cui si andranno ad aggiungere le risorse date dall'assorbimento di alcune misure parziali già in vigore, e ulteriori stanziamenti decisi con altri provvedimenti. La misura sarà rivolta, inizialmente, in via prioritaria ai nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave, con donne in gravidanza o con disoccupati con più di 55 anni di età, ma l’obiettivo è quello di arrivare a coprire tutte le persone che si trovano in povertà, definita come l’impossibilità di disporre dell’insieme dei beni e dei servizi necessari a condurre un livello di vita dignitoso, superando ogni riferimento categoriale. Sulla base delle esperienze dei principali Paesi europei e del lavoro degli esperti del settore, l’accesso alla misura è regolato dalla prova dei mezzi e legato all'accettazione di progetti di reinserimento lavorativo e sociale. Nella definizione del beneficio – spiegano le relatrici – si tiene conto della condizione economica del nucleo familiare e della sua relazione con una soglia di riferimento per l'individuazione della condizione di povertà".
 
"Con un emendamento da noi presentato e approvato oggi in Aula è stato stabilito un requisito di durata minima della residenza sul territorio nazionale per beneficiare della misura, nel rispetto dell'ordinamento dell'Unione europea. Al sussidio economico si somma un progetto personalizzato di attivazione realizzato dalle équipe multidisciplinari costituite dai Comuni uniti negli ambiti sociosanitari in rete con tutti i servizi del territorio: un impianto già previsto dalla legge n. 328/00, che il ddl intende rafforzare. Con il provvedimento si compie infatti una scelta precisa per assicurare l’efficacia degli interventi: puntare su una forte collaborazione tra i vari livelli istituzionali e a una forte integrazione tra soggetti diversi (Comuni, Centri per l’impiego, Asl, Terzo Settore) a livello degli ambiti distrettuali, rafforzando la rete dei servizi attraverso l’uso dei fondi europei e definendo modalità stabili di gestione associata. Dopo anni di sperimentazioni che, per ragioni diverse, non hanno mai visto il traguardo, anche a causa dell’azzeramento da parte dei governi di centro destra dei fondi per le politiche sociali – concludono le Deputate – si riprende una strada a lungo interrotta, compiendo un primo passo per la costruzione di una vera misura di reddito minimo di inclusione, riallineando il nostro Paese alla visione solidale fondativa del modello europeo".
 

14 luglio 2016
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