Ddl Lorenzin. Fnomceo, Anaao e altre professioni chiedono una veloce approvazione. Ma è scontro su osteopati e chiropratici
Proseguono le audizioni della Commissione Affari Sociali della Camera sul Ddl di riforma degli Ordini e sperimentazioni cliniche già approvato dal Senato. Dai diversi interventi è emersa una genarale condivisione del testo e la richiesta di non modificarne la struttura portante. Le maggiori criticità restano legate al riconoscimento della osteopatia e della chiropratica come nuove professioni sanitarie. IL VIDEO INTEGRALE DELL'AUDIZIONE.
10 OTT - Proseguono in commissione Affari Sociali alla Camera le audizioni sul Ddl Lorenzin di riforma degli Ordini e delle sperimentazioni cliniche. Oggi è stato il turno di Fnomceo, Anaao, Conaps, Colap, ma anche di fisioterapisti, osteopati, chiropratici, terapisti dello sport e massaggiatori, naturopati e odontotecnici.
Dai diversi interventi che si sono susseguiti nel corso del pomeriggio è emersa chiaramente la richiesta di un iter veloce che porti ad una rapida approvazione del provvedimento anche alla Camera. Per questo, nonostante la presenza di alcune criticità, è stato chiesto ai deputati della XII commissione di non modificare la struttura portante del disegno di legge nel testo già approvato dal Senato.
Più nel dettaglio, la
Fnomceo ha evidenziato il suo apprezzamento per la possibilità che nel ddl viene dati agli Ordini, in tema di formazione continua, di poter valutare i processi di aggiornamento: "E' un ulteriore punto di sicurezza per gli assistiti". Rimarcata anche l'importanza della voce in capitolo riconosciuta alla Federazione per quel che riguarda la programmazione del fabbisogno di professionisti. Apprezzato, infine, il riconoscimento degli Ordini quali organi sussidiari dello Stato.
Nonostante la presenza di alcune "criticità", come sottolineato dall'
Anaao, la priorità è quella di "veder approvato nel minor tempo possibile un testo che è già sotto esame da oltre 800 giorni". Il sindacato della dirigenza medica ha inoltre chiesto alla commissione di non apportare modifiche alle misure riguardanti la dirigenza sanitaria del Ministero della Salute.
Il vero "nodo" resta il riconoscimento di osteopatia e chiropratica quali professioni sanitarie. "Le nuove professioni avrebbero dovuto rispettare l'iter della legge vigente - sottolinea il
Conaps -. Non è tracciabile il percorso formativo di queste professioni, non è regolamentato, né omogeneo sul territorio. Queste sono le nostre preoccupazioni perché, in questo modo, si verrebbe a creare un precedente pericoloso".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'
Aifi: "Sono nate numerose scuole di osteopatia, alcune hanno permesso l’accesso solo a medici e professionisti sanitari, per questi chiaramente non si pone alcun problema, così come avviene per tutte le medicine complementari. Ma altre scuole sono state aperte a chiunque. Non è possibile, senza il possesso di una riconosciuta qualifica di professionista sanitario, poter prendere in cura le persone così come avviene oggi".
Una riflessione più ampia sul tema è stata suggerita anche dalla
Colap che ha chiesto di far chiarezza innanzitutto su cosa si intenda oggi per sanitario. "Prima di parlare di riconoscimento di professioni sanitarie dobbiamo capire cosa si può oggi intendere per sanitario. Un argomento, questo - sottolineano - di grande rilevanza, al punto da essere oggetto di un apposito approfondimento da parte del Consiglio superiore di sanità".
Accuse, queste, respinte da
osteopati e
chiropratici che hanno rilanciato nuovamente la loro richieste di riconoscimento di professione sanitaria ed una regolamentazione della professione "così come già avviene da anni in ambito internazionale".
Infine, gli
odontotecnici hanno richiesto un inasprimento delle sanzioni contro chi esercita abusivamente la professione.
10 ottobre 2016
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