Manovra. Testo subito in Aula. Domani il voto di fiducia al Senato
A stabilirlo è stata la Conferenza dei Capigruppo. Questa mattina la commissione Bilancio aveva dato al presidente Pietro Grasso il proprio parere favorevole sul provvedimento. La fiducia verrà dunque richiesta nel testo licenziato dalla Camera. Ma le opposizioni non ci stanno: "Via le marchette o non la voteremo".
06 DIC - Tempi stretti per l'approvazione della legge di Bilancio al Senato. La commissione Bilancio già in mattinata aveva dato il proporio parere favorevole al presidente
Pietro Grasso sulla mancanza, nel testo, di disposizioni contrastanti con le regole di copertura. La Manovra passerà dunque immediatamente all'Assemblea che, come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo, sarà chiamata già nella serata di domani a votare la fiducia sul provvedimento
nel testo già licenziato dalla Camera. La prima chiama è prevista per le 13.30. Alle 14.30 inizierà poi la votazione della II sezione del provvedimento con gli stanziamenti dei Ministeri.
Il futuro del presidente del Consiglio
Matteo Renzi, come emerso dopo il colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella, è legato a doppio filo con l'approvazione di questo provvedimento. Da qui la decisione di accelerare rapidamente i tempi e di poter spingere in fretta il tasto 'finish' sulla durata in carica dell'Esecutivo.
Ma le opposizioni non ci stanno. "Non ci sono le basi per l’approvazione rapida della legge di bilancio al Senato a meno che il governo non elimini immediatamente tutte le marchette pre-elettorali inserite prima del voto di domenica - annunciano i capigruppo della Lega Nord,
Massimiliano Fedriga e
Gian Marco Centinaio -. Non vogliamo prolungare l’agonia per ripagare gli endorsement ricevuti da Renzi in campagna elettorale".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il M5S. "Se la legge di Bilancio dovesse essere blindata e il governo non dovesse consentire nessuna modifica mettendo la fiducia, prima scongeliamo questo governo e se ne va a casa, meglio è. Scongeliamo il più presto possibile Renzi", aveva spiegato ieri
Vito Crimi.
Anche i capigruppo di Forza Italia,
Paolo Romani e
Renato Brunetta, avevano ieri messo le mani avanti condizionando qualunque apertura sulla manovra presuppone "che vengano stralciate tutte quelle parti che riguardano piccoli e grandi finanziamenti di mero sapore elettorale che oggi compongono il testo della legge".
"Non si era mai visto - ha commentato
Tito di Maggio del gruppo Conservatori e Riformisti - che un governo dimissionario chiedesse la fiducia..".
Giovanni Rodriquez
06 dicembre 2016
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