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Il caso Poma di Mantova. Zolezzi (M5S): “Lorenzin, Regione e struttura colpevoli. Si garantisca sicurezza ai pazienti”

di Giovanni Rodriquez

"Se è vero che il Ministero della Salute non si è espresso sull'operato dell'oncologia a Mantova dal punto di vista clinico, nulla vietava alla Regione di chiedere agli ispettori del Ministero un approfondimento sulla questione. E Lorenzin non può parlare di procedure oncologiche al di fuori dalle linee guida nazionali e internazionali, senza prevedere possibili azioni a riguardo". Intervista al pentastellato che ha posto per primo la questione in Parlamento

12 FEB - Non accenna a spegnarsi il caso delle terapie oncologiche “locoregionale” all’Ospedale Poma di Mantova. Dopo le dichiarazioni rilasciate alla Camera dalla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, e la successiva risposta da parte dell'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, è ora in il presentatore del question time sulla vicenda, Alberto Zolezzi (M5S) a fare il punto della situazione in quest'intervista a Quotidiano Sanità.
 
On. Zolezzi, lei negli ultimi mesi ha sollevato a più riprese, con alcune interrogazioni, il caso sulle terapie oncologiche al Poma di Mantova sfociato negli ultimi giorni in un botta e risposta tra il ministro Lorenzin e l'assessore Gallera. Cosa ne pensa a riguardo?
Iniziamo con il dire che il Ministero della Salute ha un funzione di indirizzo e valutazione dell'appropriatezza. In questo caso, il Ministero ha svolto questo suo compito rispodendo al question time alla Camera, ma lo ha fatto in maniera assolutamente tardiva, visto che la mia prima interrogazione risaliva a luglio del 2016. L'esposto da cui è partite l'indagine da parte della Procura riguardava alcuni specifici aspetti clinici, e rispondendo su questo punto, la ministra Lorenzin ha fatto il proprio lavoro fornendo alcune indicazioni di merito che non lasciano alcun dubbio sull'assenza di ogni evidenza scientifica circa la terapia anticancro 'locoregionale'. La stessa cosa non si può però dire riguardo l'attività di ispezione presso l'ospedale di Mantova. Inviando lo scorso novembre una relazione con solo alcuni dati parziali riguardanti aspetti organizzativi del personale, la ministra ha lasciato una situazione di incertezza, sia dal punto di vista clinico che della sicurezza dei pazienti, del tutto inappropriato.
 
Cosa pensa sia accaduto a Mantova?
Credo sia del tutto saltata la catena di controllo. Il nuovo primario ha portato un metodo di lavoro oggi oggetto di indagine. Ma il Direttore Sanitario ha permesso che avvenisse tutto questo senza intervenire. Se ci dovessimo trovare in presenza di terapie al di fuori delle linee guida accreditate, possiamo dire che questi aspetti sarebbero potuti emergere, anche senza l'intervento della Procura, con un attento e corretto lavoro all'interno della stessa struttura. Ritengo che, invece, possa esserci stata 'un'inerzia' del tutto ingiustificata che avrebbe dovuto essere punita e non di certo gratificata, visti quei bonus che pare siano stati percepiti da tutti a fine anno. Come già spiegato nel mio question time, il dubbio che aleggia sul tutta la vicenda è questo: i farmaci oncologici in questione sono stati utilizzati nelle procedure per il loro basso costo e per l’elevato rimborso della prestazione di somministrazione? Questo sospetto viene reso ancora più evidente anche da un altro dato: la contemporanea riduzione della somministrazione di farmaci chemioterapici - come il Pemetrexed - dal costo più elevati ma inserti nelle linee guida internazionali. Insomma, la scelta di quei farmaci è stata dovuta ai vantaggi economici e non a quelli per la salute dei pazienti? Se le indagini da parte della Procura proseguono ormai da diversi mesi, e non sono state ancora archiviate, probabilmente qualcosa che non va c'è.

L'assessore Gallera si è detto "stupito" delle risposte date alla Camera da Lorenzin visto che all'interno della relazione inviatagli non si faceva cenno a tutta questa vicenda. Pensa possa esserci stato qualche problema di comunicazione tra le diverse Istituzioni?
Penso che, nonostante questo apparente battibecco, ci possa essere una strategia tra Regione e Ministero finalizzata al non attaccarsi tra loro. E' vero che da parte della Regione sono stati avviati due audit su tutta questa storia, ma di questi, uno era interno e quanto all'altro ho alcuni dubbi sulla sua reale 'terzietà'. Se è vero che il Ministero della Salute non si è espresso sull'operato dell'oncologia a Mantova dal punto di vista clinico, soffermandosi piuttosto su altri aspetti di natura organizzativa, nulla vietava alla Regione di chiedere proprio agli stessi ispettori del Ministero un approfondimento sulla questione per fugare ogni dubbio. La Lombardia fattura ogni anno 18 mld sulla sanità e, dopo i casi Rizzo e Mantovani, temo si sia di fronte all'ennesimo episodio che dimostri l'incapacità da parte della Regione di gestire adeguatamente la govevernance di questo settore. Ormai si punta troppo sui rimborsi e sul far cassa, svilendo la professionailtà di chi opera in queste strutture e adando incontro, talvolta, a storture pericolose. Tutte le nomine, dai direttori sanitari ai primari, sono ormai politiche e non meritocratiche. Penso che anche per questo motivo si faccia fatica a trovare i 'colpevoli' in casi come questo.
 
Intanto, però, questo clima di incertezza non rischia di danneggiare l'ospedale di Mantova?
Senza dubbio sì, e lo vedremmo quando saranno pubblicati i dati relativi al 2016. I pazienti si allontano in assenza di certezze sulla sicurezza delle cure. In tal senso, è stata grave anche l'assenza di richiami, durata il question time della ministra, a possibili azioni future da intraprendere. Non si può rispondere in questo modo, peraltro a distanza di mesi, parlando di procedure oncologiche al di fuori dalle linee guida nazionali e internzionali, senza prevedere possibili azioni a riguardo. Non basta la sola indagine della Procura a giustificare questa posizione perché, nel mentre, si stanno ancora lasciando i cittadini privi di serenità e certezze.
 
Giovanni Rodriquez

12 febbraio 2017
© Riproduzione riservata

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