Fine vita. Romano (DS): “Modificare la legge non significa bloccarla. Sì alle DAT”
Favorevole a cure palliative, terapie del dolore e sedazione profonda continua. Contrario all’accanimento clinico. Questa, in sintesi, la posizione del senatore Lucio Romano, bioeticista ed esponente di Democrazia Solidale, che ha commentato le audizioni, in corsi, in Commissione Igiene e Sanità, di cui è membro, sulla legge sul fine vita.
13 GIU - “Ragionevoli e condivisibili modifiche non significano bocciare o bloccare la legge sul fine vita. Coniugare i diritti del paziente con la migliore assistenza possibile, nel rispetto e nella tutela della dignità, risponde allo spirito dell'art.32 della Costituzione”. Così il senatore
Lucio Romano, bioeticista ed esponente di Democrazia Solidale, vicepresidente della Commissione Politiche Ue e componente della Commissione Igiene e Sanità, ha commentato le audizioni della stessa Commissione sulla legge sul fine vita.
“Il lavoro svolto alla Camera – ha continuato il senatore - è stato certamente utile ma è nell'autonomia del Senato ritenere di poter migliorare il testo, evitando alcune oggettive criticità che rischiano di contraddire proprio lo scopo della legge o creare fattispecie difficilmente gestibili”.
“Non è il contrattualismo ma la relazione di cura il fondamento tra paziente e medico, tra fiduciario ed equipe sanitaria. Pertanto necessarie dichiarazioni anticipate di trattamento e non disposizioni. No all'ostinazione irragionevole e all'accanimento clinico. No ad abbandoni ed omissioni. Sì alle cure palliative e alle terapie del dolore. Sì alla sedazione profonda continua in imminenza di morte. Sì alla pianificazione condivisa delle cure. Sì - ha concluso Romano - al registro delle Dichiarazioni anticipate di trattamento”.
13 giugno 2017
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