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Biotestamento. Romani (Idv): “Legge non abbassa impegno medici”


"Il biotestamento non facilita la morte di nessuno e non abbassa l’impegno che i medici metteranno nel curare le persone, né abbasserà il loro talento e dedizione. Ma è giusto guardare in faccia la realtà e riconoscere che il dolore e le situazioni estreme esistono”, così il vicepresidente della Commissione Sanità del Senato sul provvedimento che verrà prossimamente esaminato dall'Aula di Palazzo Madama.

28 OTT - “Al centro del mondo di un medico c’è il benessere del proprio paziente. Spesso, molto spesso, questo benessere coincide con la sua guarigione e il ripristino e il mantenimento di uno stato di buona salute. Altre volte, purtroppo, il benessere è altro. Alcune persone si trovano a dover affrontare percorsi il cui esito è tristemente certo. Il medico, nei loro confronti, opera per aiutarli a mantenere il più alto grado di benessere possibile. In quei casi, tuttavia, per benessere si intende un insieme di morale alto, di attività sociale, di possibilità di continuare a condurre le loro vite nel modo migliore”. Lo dichiara il senatore Maurizio Romani (Idv) vicepresidente della Commissione Sanità.

“Nessuno – precisa il parlamentare - mette in discussione questa missione della medicina. Il biotestamento, di certo, non vuole aprire le porte a orde di medici che non vedono l’ora di liberarsi dei pazienti scomodi per tornarsene a casa prima. Pensare questo, come sembra leggendo certi articoli di certi giornali, significa distorcere con malizia i fatti e le idee per creare polemica e fomentare rabbia. Il biotestamento sarà un processo comunque complesso, regolato e controllato. Non sarà possibile, per nessuno, schioccare le dita e ordinare ai propri medici di lasciarlo morire come se si ordinasse un cappuccino a un bar. Non è quello lo scopo della legge e non è quello, certamente, lo scopo della medicina”.

“Tuttavia – spiega ancora Romani - trovo sia miope non riconoscere che, semplicemente, esistono situazioni diverse e persone diverse, al mondo. Di conseguenza esistono limiti diversi per ognuno di noi, anche in quel che intendiamo e percepiamo come benessere. Il biotestamento non facilita la morte di nessuno e non abbassa l’impegno che i medici metteranno nel curare le persone, né abbasserà il loro talento e dedizione. Ma è giusto guardare in faccia la realtà e riconoscere che il dolore e le situazioni estreme esistono”.

Per il senatore dunque “proprio per questo motivo, oggi, è necessario creare un sistema nuovo in cui ogni risorsa possa diventare uno strumento a disposizione del processo di terapia. Non mi stancherò di ripetere questi due concetti: che la medicina deve essere unica e integrata in tutte le sue branche, come unico e inscomponibile è l’essere umano; e che il benessere di una persona è un concetto che può cambiare al cambiare del paziente e che deve essere individuato, caso per caso, con il dialogo e con un approccio medico attento e specifico”. 

28 ottobre 2017
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