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G7 Salute. Oms: più investimenti per contrastare il cambiamento climatico, ricerca antibiotici e riduzione morti perinatali

di Michela Perrone

Il summit si è aperto oggi a Milano sotto la presidenza italiana, che ha scelto di puntare sugli impatti del clima sulla salute, sul benessere materno e infantile e sull’antibiotico resistenza. L’Oms chiede di inseguire obiettivi molto precisi e nel breve periodo. Lorenzin: "Per questa conferenza abbiamo scelto un approccio integrato e multisettoriale sui temi della salute, un confronto molto pratico sulle best practice attuate e su quelle da costruire, avendo sempre in mente l’obiettivo dello sviluppo sostenibile"

05 NOV - Ambiente, salute della donna e antibiotico resistenza al centro dell’agenda del G7 Salute, che si è aperto oggi a Milano sotto la presidenza italiana. Oltre ai ministri di Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Italia e Usa, hanno partecipato anche i rappresentanti di Oms, Fao, Oie, Ocse e Efsa, per favorire “un approccio integrato e multisettoriale sui temi della salute, un confronto molto pratico sulle best practice attuate e su quelle da costruire, avendo sempre in mente l’obiettivo dello sviluppo sostenibile”, come ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, nel suo discorso di benvenuto, auspicando “un approccio olistico, una visione trasversale delle materie di cui ci occupiamo, che sono tutte collegate tra di loro e puntano al benessere collettivo in un ambiente sano e salubre”.
 
Le tre richieste dell’Oms
Il nuovo direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità,Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha posto tre questioni sul tavolo dei ministri della Salute dei Paesi più influenti del pianeta, anticipando i temi in agenda.
 
La prima richiesta riguarda l’ambiente: “È necessario triplicare entro il 2020 gli investimenti annuali sulle procedure di adattamento al cambiamento climatico con ripercussioni in salute, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Noi non viviamo nel vuoto – ha ricordato il numero uno dell’Oms – ma dipendiamo dal nostro pianeta. Le alterazioni al nostro ambiente minacciano anche la nostra salute”.
 
Ghebreyesus ha poi toccato il tema della salute della donna e del neonato, affermando che “dobbiamo essere la generazione che previene il decesso peritanale: sono perciò necessari fondi da investire in quest’ambito”. Degli oltre 300 mila decessi materni che si verificano ogni anno nel mondo, la maggior parte sarebbero infatti prevenibili.
Infine, il direttore dell’Oms ha affrontato il tema dell’antibiotico resistenza: “Dobbiamo continuare a supportare la ricerca che si occupa dello sviluppo di nuovi antibiotici. Per raggiungere risultati per tutti è fondamentale continuare la collaborazione scientifica internazionale su questo tema”.
 
Fao, 1 su 2 sarà malnutrito entro 2030
Oggi nel mondo ci sono 600 mila persone obese e una su tre ha problemi nutrizionali. Questi numeri sono destinati a crescere, secondo il direttore generale della Fao José Graziano de Silva, che nel suo intervento ha ribadito che secondo le stime “più di una persona su due avrà problemi di malnutrizione entro il 2030”.
 
Da qui l’importanza di intervenire, in fretta e in modo congiunto. La sfida più importante riguarda il controllo di ciò che mangiamo: “Trasformare il sistema alimentare per promuovere scelte nutrizionali sane significa anche lavorare sulla pubblicità e l’informazione sui prodotti alimentari. Le persone devono conoscere ciò che mangiano”.
 
Nel giro di tavolo iniziale è intervenuto anche Matthew Stone, vice direttore dell’Oie (Organizzazione mondiale per la salute animale), che ha evidenziato come salute umana, animale e dell’ecosistema siano strettamente connesse: “Il 60% delle patologie infettive note sono condivise da umani e animali, mentre circa il 75% delle nuove infezioni hanno origine da animali”. Il cambiamento climatico non ha un ruolo neutro, ma “cambia la distribuzione e la frequenza dei patogeni, creando una nuova dinamica patologica”.
 
Milano sta vivendo un nuovo Rinascimento
“Milano è un centro di eccellenza per salute e la ricerca collegata”. Così il sindaco del capoluogo lombardo Giuseppe Sala ha esordito al G7 Salute, snocciolando dati: “A Milano avviene il 60% della produzione farmaceutica italiana, è un ambiente in cui accademia e scienza lavorano insieme, con un’innovazione basata sulla partnership pubblico-privato. La città è un vero e proprio hub per la medicina e la ricerca scientifica, con i suoi 32 centri di ricerca e 17 Irccs. Inoltre, il 22% dei brevetti italiani sono depositati a Milano. La città non è solo questo: sta vivendo un Rinascimento in molti ambiti: business, moda, enogastronomia, cultura e arte”.
 
L’Agenzia europea del farmaco non viene mai citata, ma a due settimane dal voto decisivo sulla nuova sede, Milano ci crede e vuole giocarsela.
 
Michela Perrone

05 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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