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Ddl Lorenzin. Simfer e Sirn: “No a sanatorie a discapito della qualità delle cure offerte ai cittadini”


La Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa  e la Società Italiana di Riabilitazione Neurologica ribadiscono in una nota il loro 'no', in particolare all'art. 7 sull'istituzione delle Professioni Sanitarie dell’osteopata e del chiropratico. "Si mira a creare dei professionisti sanitari senza che questi abbiano avuto una formazione adeguata ed individuata a monte dalle istituzioni preposte, è davvero molto preoccupante".

14 DIC - La Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (Simfer) e la Società Italiana di Riabilitazione Neurologica (Sirn) ribadiscono in una nota il loro 'no' al Ddl Lorenzin. In particolare, viene contestato l’Art. 7 riguardante “L’individuazione ed Istituzione delle Professioni Sanitarie dell’osteopata e del chiropratico”.
 
La Simfer ritiene che, pur confermando quanto in altre occasioni espresso riguardo la perplessità della "validità scientifica delle materie in questione ma pronta a rivedere le proprie posizioni a fronte di un valido ed adeguato supporto scientifico", esprime la "forte preoccupazione sul fatto che il percorso di riconoscimento dei titoli equipollenti e le definizione dei percorsi formativi integrativi, previsti nel testo, si vengano a configurare all’atto pratico come una sorta di 'sanatoria' di percorsi formativi che nella maggioranza dei casi sono del tutto privi dei requisiti culturali, scientifici e didattici che sono indispensabili all’acquisizione di competenze in un campo particolarmente delicato quale quello delle attività sanitarie".
 
"Infatti, in atto, tra coloro che si dichiarano osteopati o che si fregiano dell'ingannevole titolo di osteopata D.O., ci sono un innumerevole numero di operatori che, nella maggior parte dei casi, hanno fatto corsi di qualche centinaia di ore spalmati in 5 anni. È tanta infatti la confusione creata ad arte e riguarda diversi punti - si spiega nella nota -. Il primo è che attraverso l'utilizzo del titolo D.O., Doctor Osteopathy, si fa esplicito riferimento all'osteopatia made USA, insegnata nei Collegi di Medicina Osteopatica, che sono però delle Scuole Mediche, equiparate ai Medical College tradizionali. Il secondo è l'affermazione che in Italia i corsi di studio di osteopatia durano 5 anni. Sì, vero, ma di solito l'impegno è di 7 - 8 week end l'anno per 5 anni, e non presso Università, bensì presso scuole private spesso prive di controllo dei requisiti che una scuola che punta a formare 'professionisti sanitari' dovrebbe avere".
 
"Il terzo - prosegue - è che finora anche i tanti operatori privi di titoli riconducibili a percorsi universitari si sono fatti chiamare Dottori, lavorando in accesso diretto al paziente, e generando confusione, se non inganno, nello sprovveduto paziente che ha pensato di avere davanti un medico, cioè un laureato in medicina e chirurgia che ha alle spalle una formazione ottenuta con 6 anni completi di studi universitari, il superamento di un esame statale di abilitazione professionale e spesso una specializzazione di ulteriori 4- 5 anni. Ma non è così. E’ molto grave quindi che con questo Ddl si punti a far diventare professionisti sanitari soggetti che spesso hanno nel loro background professionale solo un diploma di scuola media superiore".
 
"Pertanto sebbene l’obiettivo di questo Ddl sia quello di istituire nuovi professionisti sanitari adeguatamente formati, rimane il problema dei circa 6000 esistenti, non semplice da risolvere e certo un’ennesima sanatoria italiana che mira a creare dei professionisti sanitari senza che questi abbiano avuto una formazione adeguata ed individuata a monte dalle istituzioni preposte a tale scopo; è davvero molto preoccupante soprattutto perché si parla della salute dei cittadini italiani che, questo Stato deve sempre tutelare", conclude la nota.

14 dicembre 2017
© Riproduzione riservata

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