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Aggressioni ai sanitari. Il Consiglio dei Ministri approva il Ddl ‘antiviolenza’ . Via libera a istituzione Osservatorio nazionale e aggravamento di pena. Ma arriva lo stop ai presidi delle Forze dell’Ordine negli ospedali

di Giovanni Rodriquez

Un Osservatorio nazionale sulla sicurezza di tutto il personale della Sanità e un’integrazione dell’art. 61 del codice penale che disciplina le circostanze aggravanti nei confronti di chi commette reati con violenza o minacce in danno degli operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni. Rispetto alla bozza entrata a Palazzo Chigi viene però eliminato l'articolo 3 che integrava i presidi ospedalieri nelle misure predisposte dal decreto Minniti per la sicurezza urbana. Il testo va ora in Parlamento dove si tenterà nuovamente di prevedere l'utilizzo dei militari di 'Strade sicure' negli ospedali. IL TESTO

08 AGO - Aggravamento di pena per gli atti di violenza e anche le minacce nei confronti degli operatori sanitari nell’esercizio della loro attività. E costituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza di tutto il personale della Sanità. Ma viene bocciata la misura che prevedeva presidi delle Forze dell’Ordine negli ospedali dove non si è trovata l'intesa con il Ministero dell'Interno. Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge presentato dal ministro della Salute, Giulia Grillo, sulla sicurezza degli operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni.
 
“È un primo passo, primo ma fondamentale. Un provvedimento che vuole essere un segnale forte per tutti i dipendenti del Servizio sanitario nazionale. Lavoratori impegnati giorno e notte nell’assistenza dei cittadini, che non possono rischiare la propria incolumità in condizioni spesso di grande difficoltà. I ripetuti, ormai continui episodi di aggressioni e minacce in corsia, nei pronto soccorso e negli ambulatori, non possono più essere tollerati. E faremo di tutto per proteggere chi si prende cura di noi con tanto sacrificio - dichiara il ministro Grillo -. Il Ssn ha il doppio dovere di tutelare i cittadini-pazienti, ma anche di garantire l’incolumità di chi vi opera”.
 
Il disegno di legge entrato a Palazzo Chigi era composto da 4 articoli
 
All'articolo 1, con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Mef e previa intesa in sede di Conferenza Stato Regioni, si spiega che verrà istituito presso il Ministero della salute, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge, l'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie. Il decreto dovrà inoltre definire la durata e la composizione dell’Osservatorio, prevedendo la presenza di rappresentanti delle Regioni, dei Ministeri dell’Interno, della Giustizia e del Lavoro e delle Politiche Sociali, nonché le modalità con le quali l’organismo riferisce sugli esiti della propria attività ai Ministeri interessati. La partecipazione all’Osservatorio non darà diritto alla corresponsione di alcuna indennità, rimborso spesa, gettone di presenza o altri emolumenti comunque denominati.
 
In particolare, all’Osservatorio sono attribuiti i seguenti compiti:
a) monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni;
b) promuovere studi ed analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti;
c) monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro.
 
L'Osservatorio dovrà acquisire, con il supporto dell’Agenas, i dati regionali relativi all'entità e alla frequenza del fenomeno, anche con riguardo alle situazioni di rischio o di vulnerabilità nell’ambiente di lavoro, e il Ministro della salute trasmetterà annualmente al Parlamento, entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello di riferimento, una relazione sull'attività svolta dall'Osservatorio.
 
L'articolo 2, poi, prevere un’integrazione dell’art. 61 del codice penale che disciplina le circostanze aggravanti nei confronti di chi commette reati con violenza o minacce in danno degli operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni.

 
Come dicevamo all'inizio, è stato invece cassato l'articolo 3 che, integranto il decreto Minniti sulla sicurezza urbana prevedeva la possibilità di presidi delle Forze dell'Ordine all'interno degli ospedali.
 
Infine, l'articolo 4, contiene una clausola di invarianza finanziaria.
 
Il disegno di legge licenziato dal Consiglio dei ministri va ora all’esame del Parlamento. Qui, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, si tenterà nuovamente di richiedere ai ministeri della Difesa e dell'Interno la possibilità di rimodulare il piano di utilizzo del contingente di personale militare adibito all'operazione 'Strade sicure', affinché sia impiegato anche per la sicurezza ed il controllo dei presidi sanitari e ospedalieri.
 
Giovanni Rodriquez
 

08 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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