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Vaccini. Parla il sottosegretario alla Salute Bartolazzi: “Stop a saga dei vaccini. Dibattito viziato da assenza di dati scientifici”

di Armando Bartolazzi

La sensazione è che stiamo perdendo tempo in chiacchiere. Il metodo scientifico (e non la divulgazione scientifica) impone la raccolta di dati, la verifica e l’analisi degli stessi e la messa in atto di azioni correttive per la salvaguardia della salute di tutta la popolazione. Serve: una rete di anagrafi vaccinali regionali efficiente, costituire un team di tecnici esperti privi di condizionamenti politici ed economici, e redigere un Piano vaccini adatto al nostro momento storico. Impossibile sorvolare sulla grave assenza di di questi tre elementi fondamentali.

09 AGO - E’ di oggi la notizia che un caso di colera importato da Cuba, è stato registrato a Lucca. Fortunatamente la diagnosi è stata subito posta, ed il caso segnalato al Ministero della Sanità è sotto controllo. Cosa sarebbe accaduto oggi se si fosse attivato un focolaio epidemico?
 
Con la piena attuazione delle norme previste dalla legge Lorenzin saremmo stati protetti? E con il discusso emendamento posto recentemente al mille proroghe che vede slittare degli atti amministrativi necessari per l’iscrizione alla scuola materna e dell’infanzia (peraltro non ancora efficace dal punto di vista normativo) avremmo comunque dormito sonni tranquilli?

Lo stesso dicasi per l’epidemia di morbillo che ha interessato in tempi recenti bambini ed adulti, soprattutto in Sicilia, e per i recenti casi di pertosse registrati in donne in gravidanza che ha causato due decessi in bambini nati da madri non vaccinate o incompletamente protette (e purtroppo ignare) dalle pregresse vaccinazioni. Quanto saremmo stati protetti dalla piena attuazione della Legge Lorenzin (per altro in corso) e dalla pletora di proposte di modifica della stessa buttate giù senza regole ed in maniera trasversale e scoordinata da tutti i gli attori politici interessati all’argomento?

Quello che sfugge a mio modesto parere è la necessita urgente di ricondurre l’analisi di queste problematiche nel naturale alveo scientifico ed epidemiologico che merita. Il bombardamento mediatico al quale siamo sottoposti oramai da tempo riguardo le politiche no-vax o pro-vax e per ultimo su problematiche prettamente amministrative che coinvolgono le dirigenze scolastiche è a dir poco fuori luogo, ed è viziato dall’assenza di un razionale medico-scientifico che deve necessariamente rappresentare la struttura portante di ogni politica vaccinale.

La sensazione è che stiamo perdendo tempo in chiacchiere più consone ad un contesto sociale di bar dello sport che alla trattazione seria di problemi fondamentali a garanzia dello stato di salute dei cittadini che meriterebbe, questo si, una seria discussione nelle dovute sedi istituzionali.
 
Tutti dicono tutto, a volte in maniera istintiva ed emozionale, altre come nel caso di relatori con migliore preparazione medico-scientifica, ripetendo pedissequamente ciò che recitano i sacri testi di immunologia clinica, perdendo però di vista la reale situazione epidemiologica, sociale ed oggettiva del Paese.

Ma i dati relativi alle coperture vaccinali della nostra popolazione, i dati epidemiologici relativi all’occorrenza di malattie trasmissibili, i dati relativi alle coorti di popolazioni a rischio di infezione (vedi operatori sanitari ad esempio), i dati relativi alla presenza di nuovi ceppi virali circolanti, dove sono? E cosa dire del numero reale di soggetti immunodepressi potenzialmente a rischio nel caso di coperture vaccinali insufficienti?

Il metodo scientifico (e non la divulgazione scientifica) impone la raccolta di dati (informazioni), la verifica e l’analisi degli stessi e la messa in atto di azioni correttive per la salvaguardia della salute di tutta la popolazione.

Questo si traduce nella necessità impellente di istituire:
A) una rete di anagrafi vaccinali regionali efficiente che possa convogliare tutte le informazioni in tempo reale in una Anagrafe Vaccinale Nazionale;
B) di costituire un team di tecnici esperti privi di condizionamenti politici ed economici che possano, dati alla mano, analizzare e verificare con rigore i dati epidemiologici e le coperture vaccinali attualmente esistenti nel nostro Paese e mettere in atto tutte le azioni correttive necessarie. In ultima analisi questo team di esperti, unitamente agli uffici competenti dovrà
C) redarre il piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale adatto al nostro momento storico, che preveda non solo l’eradicazione di malattie infettive trasmissibili che hanno rappresentato un flagello per la popolazione, ma che sia garante delle protezioni vaccinali necessarie a tutti i cittadini, in età sia scolare che adulta.

Come è possibile adottare qualsiasi politica vaccinale in assenza di questi tre elementi fondamentali? Come possono gli operatori sanitari e gli scienziati del settore sorvolare sulla grave assenza di di questi tre elementi fondamentali che da soli forniscono il razionale scientifico-epidemiologico sulla quale si basa e si sostiente in maniera inequivocalbile e su dati oggettivi una seria politica vaccinale condivisa da tutte le forze politiche in gioco?

Gli scatti in avanti di politiche vaccinali prive di razionale medico-scientifico-epidemiologico, le proposte di leggi di iniziativa popolare, le modifiche amministrative per “ammorbidire” i disagi dell’obbligo, lasciano l tempo che trovano i assenza di un razionale scientifico. Sono forse utili alle strumentalizzazioni politiche ed al gossip televisivo alimentato da tutti i mass-media, inclusa la rete.

Agli scienziati ed agli operatori del settore, in maniera trasversale, si chiede lo sforzo urgente di riacquisire un approccio scientifico per la risoluzione della questione vaccini, motivando l’obbligo là dove necessario, per poter fornire al più presto la struttura portante del piano nazionale di prevenzione vaccinale. La politica si attivi immediatamente per realizzare in primis le tre strutture fondamentali su menzionate e successivamente per indicare le linee guida necessarie alla piena realizzazione del PNPV.

Nel frattempo un po' di silenzio da parte di tuti aiuterebbe a servire meglio il prossimo, nella profonda convinzione che garantire lo stato di salute dei cittadini è responsabilità di tutti, ma in primo luogo dei medici.
 
Armando Bartolazzi
Sottosegretario alla Salute
Patologo-Oncologo già immunologo sperimentale presso l’Istituto Tumori Regina Elena di Roma 

09 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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