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Aifa. Mario Melazzini ai saluti: “Ecco il mio bilancio di questa bellissima avventura”

di Mario Melazzini

Riconosco un grande fascino alla parola cambiamento. L’ho praticata da medico, da ricercatore, da amministratore e, ogni giorno, lo sperimento con una malattia che evolve e modifica il mio corpo; e l’ho attuato da direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco.

31 AGO - Sono stato nominato direttore generale di Aifa il 17 novembre del 2016. Mi dissero che puntavano su di me per avere dimostrato nella mia vita una certa capacità scientifica e abilità amministrativa, perché certamente sarei stato dalla parte dei pazienti e non perché di quel mondo faccio parte, ma perché della mia malattia ho colto l’opportunità che mi è stata offerta: cambiare lo sguardo sulla quotidianità, sulla vita.
 
Chi lavora con me sa che per me mettersi nei panni di ogni paziente è l’unica mia ossessione. Ho utilizzato ogni incontro, ogni giorno, per ricordare a tutti i miei straordinari collaboratori che ogni attività che individualmente svolgono, dal protocollare la posta alla valutazione del farmaco, è finalizzata a fornire risposte alla domanda di salute di milioni di persone.
 
Riconosco un grande fascino alla parola cambiamento. L’ho praticata da medico, da ricercatore, da amministratore e, ogni giorno, lo sperimento con una malattia che evolve e modifica il mio corpo; e l’ho attuato da direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
 
Produco un breve elenco delle principali cose fatte, perché sia di aiuto a chi mi succederà, partendo dalla struttura organizzativa di Aifa con una nuova organizzazione per un modello gestionale più efficiente ed efficace.
 
I “big data” non sono una suggestione da palco, qualcosa di teorico: sono ricchezza. Grazie a chi ha lavorato con me, lascio al nuovo direttore un’Agenzia finalmente in grado di avere al proprio interno i complessi riferimenti numerici di consumo e costo dei farmaci.
 
Lascio un’ipotesi di riorganizzazione interna già condivisa che faccia di Aifa un braccio operativo con meno comandanti e più operatori al servizio della salute.
 
Col presidio interno dei Carabinieri del Nas, abbiamo ricostruito quanto era necessario per fare luce anche sul passato dell’Agenzia, e sono sicuro vedremo presto i risultati, oltre che sull’interazione costante e continua con le nostre strutture interne, alla lotta al crimine farmaceutico e alla contraffazione dei farmaci.
 
Il futuro, che vede all’orizzonte nuovi farmaci sempre più efficaci ma anche più costosi, non può prescindere dalla conferma che lo Stato deve farsi carico di dare a ogni cittadino il farmaco di cui ha bisogno, come Aifa è riuscita a fare con il piano per l’eradicazione dell’epatite C.
 
Da quando sono direttore generale di Aifa, nel periodo Gennaio 2017 a oggi, il trattamento di 83.953 pazienti è costato allo Stato circa 416 milioni di euro.

In precedenza, dal 2014 a dicembre 2016, la spesa era stata pari a 1.885 milioni per il trattamento di 64.633 pazienti; ma è giusto ricordare che chi fece quella trattativa la fece nel confronto con una sola azienda proprietaria del farmaco salvavita.
 
Il giudizio sull’operato di Aifa lo lascio alle dichiarazioni delle associazioni dei pazienti affetti da epatite C.
 
La scienza ci mette a disposizione farmaci più costosi per nuove terapie, ma ci offre anche grandi opportunità di risparmio nell’impiego di altre. Per questo abbiamo prodotto un secondo “Position paper sui biosimilari” e  “linee guida sull’equivalenza terapeutica” che non fossero mere enunciazioni, ma provvedimenti amministrativi con tutti i conseguenti effetti.
Sono molto orgoglioso dell’accelerazione che abbiamo ottenuto nel percorso dell’approvazione dei nuovi farmaci, e in particolare quanto è accaduto ad esempio per Spinraza (nusinersen) il primo farmaco per il trattamento per la Sma (Atrofia Spinale Muscolare). In un Paese dove per colpa di certa politica suggestionabile lo Stato stava per regalare miliardi a ciarlatani senza scrupoli (vicenda stamina), Aifa è riuscita in tempi record ad approvare, a un prezzo nettamente inferiore al costo di mercato, il farmaco per la terapia reale di bambini, adolescenti e giovani adulti colpiti da quella terribile malattia. Così come, in ossequio alla giusta legge sull’obbligo per i vaccini, nel dicembre scorso abbiamo richiamato al tavolo tutte le industrie produttrici per abbassare il prezzo fissandolo per il prossimo quadriennio.
 
In un clima reso terribile dalle fake news della propaganda antiscientifica, abbiamo realizzato una vera trasparenza tornando a pubblicare in una forma comprensibile a tutti il Rapporto Vaccini e il Rapporto Osmed sul consumo dei farmaci. È in fase di elaborazione il Rapporto sulla Farmacovigilanza e il 15 ottobre Aifa avrà finalmente un Portale che fornirà tutti i dati, comprensibili non solo agli operatori, sanitari e non, ma a misura degli operatori dell’informazione e dei singoli cittadini.
Ringrazio in particolare chi in Aifa mi ha aiutato a porre rimedio al grave ritardo con i quali venivano finanziati i progetti di ricerca indipendente.
 
Al mio arrivo, nel 2016, i fondi erano fermi al bando 2012. Abbiamo recuperato il tempo perduto, oggi siamo perfettamente allineati. Ho il rammarico di non potere affermare lo stesso con i tempi medi europei di autorizzazione di tutti i farmaci, ma grazie all’accordo con le altre istituzioni dello Stato abbiamo intrapreso la via corretta e sono convinto che in pochi mesi Aifa sarà perfettamente allineata anche in quel delicatissimo settore.
Abbiamo lavorato sodo sul “Payback”, meccanismo assai complesso, con conti e dati a volte non corretti anche perché troppo complicati metodologicamente. Abbiamo fatto ordine, siamo sulla strada giusta, resto dell’idea, come tutti gli attori in campo, che la politica debba intervenire per creare nuove norme per la governance della spesa farmaceutica, funzionali a rendere certi i meccanismi che la regolano. In questo ringrazio molto i rappresentati delle Regioni per i loro numerosi messaggi di saluto e ringraziamento. Sono orgoglioso di avere cambiato i rapporti dell’Agenzia con chi nella quotidianità e sul territorio è chiamato a rispondere in tempo reale al bisogno del cittadino e paziente.
Sono stato Direttore generale di Aifa rappresentandola con decoro e onestà.
 
Nessuno potrà mai accusarmi di essere un poltronista: quando arrivai in Aifa come presidente lo feci dimettendomi dalle cariche pubbliche e private no profit che ricoprivo, per dare un contributo al Paese.
 
Non ho bisogno di poltrone, tra i pochissimi vantaggi che ho c’è la mia carrozza, quella è mia (ahimè…), con quella sono arrivato in Aifa e con quella vado via. Non senza avere abbracciato idealmente tutto il personale di Aifa, che ha conosciuto il Melazzini più burbero, quello che pretende sempre il massimo, prima di tutto da se stesso. Credo che la maschera del duro, perché no, del rompiscatole brontolone, fosse necessaria per stimolarli, per fare rendere al massimo secondo le enormi potenzialità di ciascuno di loro.
 
Quelli di Aifa sono donne e uomini eccellenti, onesti, lavoratori. I pochissimi che non lo sono, e che sono stati “smascherati” o presto lo saranno, sporcano ma non macchiano l’immagine di un’Agenzia al servizio dei cittadini.
 
Aifa è l’Agenzia Italiana del Farmaco, nel mondo un fiore all’occhiello dell’Italia: come ho detto spesso nei miei interventi, è il luogo dove il futuro si affronta attraverso la consapevolezza del presente.
 
Aifa è lo Stato che garantisce risposte concrete ai bisogni di salute dei pazienti che devono ricevere i farmaci per la terapia corretta e appropriata, identificata sulla base delle linee guida condivise, elaborate dalla Comunità Scientifica nazionale e internazionale, nel miglior rapporto costo-beneficio.
 
È questo Aifa, non quella retorica del sospetto al servizio della propaganda che la cita per i miliardi, gli interessi, l’industria, le zone d’ombra.
 
Aifa dispensa salute attraverso i farmaci indispensabili, garantisce il cittadino, il paziente, che non deve pensare che tutto è sporco solo perché dallo sporcare tutto c’è chi ci guadagna.
 
E citando il mio compagno di malattia Stephen Hawking, da poco purtroppo scomparso, chiudo dicendo anche qui che “l’intelligenza è la capacità di adattarsi al cambiamento”.
 
Torna dunque la parola cambiamento. Auguro ad Aifa di proseguire il suo. Io mi adatterò al mio, convinto sempre di più che è necessario nella nostra quotidianità “guardare le stelle e non i piedi… perché per quanto difficile possa essere la vita c’è sempre qualcosa che è possibile fare e in cui si può riuscire”.
 
Grazie a tutti per questa bellissima avventura.
 
 
Mario Melazzini
 
Fonte: www.mariomelazzini.it

31 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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