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Carenza infermieri. Novelli (FI): “Pochi ma buoni non basta. Richiesto un piano di assunzioni”


Il deputato azzurro presenta interrogazione su pianta organica e rinnovo contrattuale. "In Italia c’è bisogno di un vigoroso piano di assunzioni di personale infermieristico: almeno 50mila unità. Ne va delle condizioni lavorative degli infermieri e conseguentemente della qualità dell’assistenza ai pazienti”.

16 OTT - In Italia nell’ultimo decennio il saldo tra cessazioni ed entrate in servizio degli infermieri è in negativo per oltre 12mila unità di personale; i dati del rapporto Panorama Sanità 2017 dell’Organizzazione internazionale per lo sviluppo e la cooperazione economica ci dicono che ci sono 5,4 infermieri ogni mille abitanti, a fronte di una media Ocse pari a 9. Un dato, quello italiano, già negativo, e che è addirittura peggiorato rispetto a dieci anni fa, quando la media nazionale era di 7 e quella Ocse di 8,9. Di poco dissimili i dati dello Stato di Salute dell’Italia forniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità, secondo cui nel nostro Paese la media infermieri/cittadini è pari al 6,1 per mille, a fronte di una media europea di 8,4. 
 
“Quale che sia il dato esatto, c’è una verità incontrovertibile: in Italia c’è bisogno di un vigoroso piano di assunzioni di personale infermieristico: almeno 50mila unità. Ne va delle condizioni lavorative degli infermieri e conseguentemente della qualità dell’assistenza ai pazienti”.
Così Roberto Novelli, deputato di Forza Italia e membro della commissione Affari sociali, annunciando il deposito di un interrogazione parlamentare al ministro della Salute.
 
“Altri due dati devono far riflettere: i rapporti infermieri/medici e infermieri/pazienti assistiti. Relativamente al primo, l’Ocse ci dice che nel servizio sanitario italiano c’è 1,4 infermieri ogni medico, quando la media Ocse è precisamente il doppio; per quanto riguarda il secondo indicatore una ricerca Censis evidenzia che in Italia ogni infermiere assiste in media 11 pazienti, quando secondo recenti analisi il rapporto ottimale tra staff assistenziale e pazienti ricoverati sarebbe di 1 a 6. Più infermieri significa certo più costi per la sanità pubblica, ma se è vero come è vero che senza un numero adeguato di infermieri aumenta il rischio di eventi avversi, che aumentano la degenza e quindi i costi per il servizio sanitario. Confido che il ministro Grillo prenda atto dell’esigenza del piano di assunzioni, anche in ragione dell’invecchiamento della popolazione e del personale infermieristico, peraltro spesso sollecitato a coprire le lacune con lo straordinario”, prosegue.
 
E proprio sulle condizioni contrattuali verte l’altra parte dell’interrogazione di Novelli, alla luce del rinnovo siglato da tutte le sigle sindacali ad eccezione del Nursind.
 
“Un rinnovo atteso da nove anni ma che non è soddisfacente sotto una pluralità di aspetti, tra cui: l’aumento della retribuzione, la cancellazione delle indennità di turno, il ritorno di fatto allo straordinario obbligatorio, la deroga al riposo minimo giornaliero. Alcuni punti sono stati demandati alla contrattazione decentrata e integrativa, ma il sindacato che non ha firmato corre il rischio di essere estromesso dalla seconda fase, non avendo firmato l’accordo. Una forzatura di cui chiedo conto al Governo. I circa 440mila infermieri che tutti i giorni, comprese le domeniche e i festivi, offrono il loro prezioso servizio con professionalità e competenza meritano maggior rispetto”, conclude Novelli. 

16 ottobre 2018
© Riproduzione riservata

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