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Manovra. Cimo: “Su contratto dal Governo solo elemosina”


Il sindacato critica le misure contenute nella Legge di Bilancio. Quici: “Quello che vediamo arrivare purtroppo oggi dallo Stato rischia di essere un obolo insignificante e si deve chiarire come verrà integrato. Non saremo disponibili ad essere strumentalizzati dai rimpalli di responsabilità e numeri tra Ministero, Regioni e altri organismi istituzionali”.

16 OTT - “La misura contenuta nel disegno di legge di Bilancio 2019 varato ieri dal Consiglio dei Ministri, che assegnerebbe 284 milioni per chiudere il contratto 2018 di tutto il comparto sanità, rischia di essere totalmente marginale, quasi un’elemosina, se le Regioni non la integreranno subito con i fondi che avrebbero dovuto accantonare ma che da mesi si rifiutano di far conoscere, mettendo in serio dubbio l’esistenza dei fondi stessi”. È quanto scrive in una nota la Cimo.
 
CIMO osserva infatti che, “se verrà confermato il valore di quanto il Governo ha messo a disposizione per il rinnovo del contratto di tutti i dipendenti della sanità che sono circa 650.000, l’incremento contrattuale per il 2018 sarebbe, con una media sommaria, di circa 33 euro lordi al mese a testa: circa un caffè al giorno. Per i 120.000 medici dirigenti che attendono da 10 anni il rinnovo del contratto sarebbe il danno oltre la beffa. Si vuole sperare che invece tali fondi vadano a integrare quanto le Regioni avrebbero dovuto accantonare nei loro bilanci per la contrattazione, numeri che da mesi tutte le parti interessate sono ancora in attesa di conoscere nonostante le numerose richieste di chiarimenti”.
 
“Quello che vediamo arrivare purtroppo oggi dallo Stato rischia di essere un obolo insignificante e si deve chiarire come verrà integrato”, commenta il Presidente Nazionale CIMO Guido Quici. “Ma attenzione, non saremo disponibili ad essere strumentalizzati dai rimpalli di responsabilità e numeri tra Ministero, Regioni e altri organismi istituzionali. Chiediamo semplicemente il rispetto delle regole e delle leggi che devono valere per tutti. Ad oggi, quanto stabilito dalle precedenti leggi sembra non essere stato rispettato e sugli accantonamenti delle Regioni abbiamo grossi dubbi. Che vengano da un decreto, dalla legge Finanziaria, dal FSN o dalle Regioni, quanto dovuto va riconosciuto alla dirigenza medica e subito, con la chiusura di un contratto adeguato”.
 
“Rispetto alle dichiarazioni del Viceministro dell’Economia Garavaglia che, accanto ai 284 mln per il 2018, indica in 1 miliardo le risorse destinate dalla manovra al rinnovo contrattuale del 2019 – aggiunge Quici - attendiamo un atto concreto che vincoli l’effettiva destinazione di tale somma”.
 
Entro oggi CIMO informa che “invierà alle Regioni formale diffida per ottenere nel termine di 30 giorni chiarezza sull’entità degli accantonamenti a copertura degli oneri derivanti dal rinnovo dei contratti collettivi nazionali dell’area dirigenziale per il periodo 2016-2018, riservandosi di procedere a eventuali denunce alle diverse Procure Regionali della Corte dei Conti”.

16 ottobre 2018
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