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Manovra. Enpaf contro emendamento che ne propone abolizione: “Basta con le aggressioni strumentali”


Il presidente dell’Ente previdenziale dei farmacisti si scaglia contro la proposta di Matteo Dall’Osso, del Movimento 5 Stelle. “A giudicare dalle incongruenze e dagli evidenti errori tecnici dell’emendamento, quella di Dall’Osso sembra essere niente altro che una provocazione”.

19 NOV - “Già tre anni fa l’On. Matteo Dall’Osso, del Movimento 5 Stelle, si era spinto a definire la contribuzione previdenziale versata all’Ente una “tangente”, salvo poi la correzione del termine, all’interno del testo della sua mozione, in “obolo” da parte del Servizio Ispettivo della Camera. Un precedente indicativo dell’approccio a dir poco pregiudiziale che il parlamentare riserva all’istituto di previdenza dei farmacisti, che opera nel pieno rispetto delle leggi e si segnala da anni per l’oculatezza, la trasparenza e il rigore della sua gestione”. Così Emilio Croce, Presidente dell’Enpaf, commenta la proposta emendativa avanzata dal parlamentare pentastellato.

“A giudicare dalle incongruenze e dagli evidenti errori tecnici dell’emendamento, quella di Dall’Osso sembra essere niente altro che una provocazione” osserva ancora Croce. “Si chiede, tour court, l’abolizione dell’Ente senza preoccuparsi di indicare le coperture economiche che dovrebbero renderla possibile. Ma non basta: la proposta emendativa è ricongiunta a un articolo, il n. 26, che si occupa di tutt’altra materia (incentivi per il contratto di apprendistato), ponendo seri dubbi sulla sua ammissibilità”.

“Dall’Osso, inoltre, deve avere avuto molta fretta, nel redigere il suo emendamento” –  continua il Presidente dell’Enpaf – “tanto da non avere fatto in tempo a leggere per intero l’articolo 26 che egli si propone di correggere. Un articolo che è composto da un unico comma, al quale Dall’Osso si propone però di aggiungere il comma ter relativo all’abolizione dell’Enpaf”.

“In assenza di ogni considerazione e/o spiegazione su quisquilie come chi pagherebbe le pensioni dei farmacisti, chi dovrebbe incassare i contributi versati, che fine farebbe il patrimonio dell’Ente e il personale che al suo interno lavora” – continua Croce – “è dunque evidente che l’intento di Dall’Osso (a meno che egli non persegua l’ideale dell’anarchia più assoluta) è quello di lanciare un qualunque segnale, ancorché in maniera irrituale e forse non del tutto rispettosa della dignità dell’istituzione di cui si trova a essere pro-tempore un rappresentante”.

“Se così è, non abbiamo nessun problema a raccoglierlo, quel segnale, e a renderci più che disponibili a incontrare, anche domani, l’On. Dall’Osso: potrà così esprimere concretamente le sue considerazioni e suggerimenti sulla previdenza della nostra categoria, e spiegarci i motivi per i quali – con evidente sprezzo della realtà dei fatti – egli la ritenga avulsa dal contesto previdenziale di tutte le altre professioni”.

19 novembre 2018
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