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Manovra. I giovani medici Sigm: “No a medici di serie A e B”


“Nonostante le interlocuzioni avute col Ministero della Salute e col Miur – si legge in una nota - prendiamo atto del fatto che il Governo sembra orientato ad alimentare il fenomeno del precariato medico ed a lasciare irrisolte alcune delle criticità note che riguardano la categoria dei giovani medici”.

04 DIC - L’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) esprime “delusione nel prendere visione dei contenuti degli emendamenti governativi alla Legge di Stabilità in tema di “disposizioni in materia sanitaria” ed “incarichi individuali con contratti di lavoro autonomo al personale medico”.
 
“Nonostante le interlocuzioni avute col Ministero della Salute e col Miur – si legge in una nota - prendiamo atto del fatto che il Governo sembra orientato ad alimentare il fenomeno del precariato medico ed a lasciare irrisolte alcune delle criticità note che riguardano la categoria dei giovani medici”.
 
“Non si comprende il motivo per cui le Regioni, in completa autonomia, potranno “organizzare o riconoscere dei percorsi formativi dedicati all’acquisizione di competenze teorico-pratiche negli ambiti di potenziale impiego dei medici privi di diploma di specializzazione”, scrive la Sigm.
 
“Se alcuni concorsi vanno deserti, non è soltanto a causa della carenza di alcuni profili di specialisti, ma anche poiché alcuni settori del SSN appaiono non più attrattivi. La soluzione, pertanto, non può essere quella di adottare provvedimenti a ribasso, che mirano a creare medici di serie A e di serie B e una Sanità di serie A e di serie B!”, aggiunge l’associazione.
 
“I titoli rilasciati dalle Regioni, peraltro, non possono essere equiparati alla Specializzazione né come contenuti né come valore legale: che futuro per i giovani colleghi? Non solo: nell’emendamento si fa menzione della possibilità di interruzione precoce del contratto stipulato con i colleghi “tappabuchi” qualora ci fossero colleghi più titolati. Davvero l’intenzione è quella di usare i medici come manodopera a basso costo, senza consentirei un adeguato percorso formativo?”, scrivono ancora i giovani medici. 

La Sigm si rivolge quindi direttamente al Governo un appello al Governo ed al Parlamento e al Parlamento affinché vengano incontro alle istanze delle giovani generazioni di medici: “Chi, in passato, ha varato le riforme, senza tuttavia dedicarvici gli investimenti che esse meritano, aveva l’alibi dell’avvio di un percorso. Oggi, atteso che le criticità sono note e parimenti lo sono le possibili soluzioni, non ci sono scuse che reggano. Pretendiamo una discontinuità con le vecchie legislature, in presenza di forze politiche che si affacciano per la prima volta ai temi di Sanità e Formazione. L’auspicio è quello di poter avviare un percorso ambizioso di riprogettazione di un nuovo Sistema Sanitario Nazionale che si concentri, più che sul tappare falle nell’immediato, nel soddisfare in maniera organica e a lungo termine le necessità di Salute del nostro Paese”.

04 dicembre 2018
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